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Il titolo antistreptolisinico (TAS) è un esame che viene condotto sul sangue per misurare la quantità di anticorpi contro la streptolisina. Quest’ultima è una proteina che si trova all’interno dello Streptococco beta emolitico di gruppo A (SBEGA) il quale, entrando nel nostro organismo, stimola la produzione di questi specifici anticorpi.
Solitamente, la concentrazione ematica degli anticorpi antistreptolisinici aumenta a distanza di circa una settimana dall’esordio dell’infezione da SBEGA.
Lo Streptococco di gruppo A o Streptococcus pyogenes è un batterio ed è il patogeno responsabile di una vasta gamma di infezioni, tra le quali faringiti e tonsilliti, ma anche infezioni a carico delle pelle come la cellulite batterica, l’impetigine o il piodermite.
Il trattamento delle infezioni da streptococco consiste, nella maggior parte dei casi, in una terapia antibiotica da portare avanti fino alla risoluzione della patologia.
Il titolo antistreptolisinico è un tipo di esame che può essere eseguito anche due volte. La raccolta dei campioni deve, però, avvenire a distanza di circa 14 giorni l’una dall’altra. Lo scopo è quello di monitorare nel tempo la concentrazione ematica di anticorpi, verificando se sia aumentata, diminuita o se, invece, abbia mantenuto valori stabili nell’arco temporale monitorato.
Il medico può richiedere il dosaggio degli anticorpi contro la streptolisina in presenza di determinate manifestazioni sintomatologiche a carico del paziente quali:
In particolar modo nelle persone che hanno sofferto di faringiti o tonsilliti.
Questo esame ematico può essere richiesto anche in presenza di sintomi associabili a febbre reumatica o glomerulonefrite, anche se sono piuttosto rari i casi in cui l’infezione da SBEGA comporti complicanze di questo tipo.
In ogni caso, un incremento del titolo antistreptolisinico può essere un elemento in più a conferma di una possibile infezione in sede diagnostica.
Il titolo antistreptolisinico è un esame ematico che richiede il prelievo di un campione di sangue venoso. Come anticipato, può essere eseguito anche due volte - con una distanza di circa due settimane tra i due prelievi - per monitorare l’andamento della concentrazione ematica degli anticorpi nel tempo.
Non ci sono particolari indicazioni per la preparazione a questo tipo di esame. Tuttavia, in alcuni casi, potrebbe essere richiesto di osservare il digiuno nelle sei ore che precedono il prelievo di sangue.
In condizioni normali e in assenza di infezioni, il titolo antistreptolisinico dovrebbe avere un livello inferiore alle 200 Unità Internazionali per millilitro (UI/ml).
Al contrario, in presenza di un’infezione da Streptococco beta emolitico di gruppo A questo valore può toccare anche le migliaia di unità al suo picco che, solitamente, viene raggiunto in tre o cinque settimane, dopodiché tende a diminuire progressivamente.
Anche se nella maggior parte dei casi i valori normali vengono ristabiliti, ciò non è sempre vero. Può succedere che i valori restino superiori a quelli normali anche per un anno, motivo per il quale il risultato di questo esame non serve a capire se l’infezione si sia risolta.
In altre parole, non c’è motivo di ripetere le analisi in assenza di manifestazioni sintomatologiche associabili ad un’infezione da streptococco. Stesso discorso vale per un’eventuale terapia: valori alti di TAS potrebbero indicare un’infezione passata e non richiedono necessariamente un trattamento con antibiotici.
I valori di riferimento degli esami di laboratorio possono variare a seconda della metodologia di analisi dei campioni, quelli indicati in questa scheda hanno uno scopo puramente informativo. Fai sempre riferimento alle indicazioni riportate sul tuo referto.
Gli anticorpi prodotti contro la streptolisina, come detto, rappresentano una risposta difensiva del nostro organismo rispetto ad un’infezione da Streptococco beta emolitico di gruppo A. Tale produzione può avvenire a distanza di una settimana fino a un mese dall’esordio dell’infezione.
Il picco viene raggiunto, nella maggior parte dei casi, tra le tre e le cinque settimane di distanza dalla comparsa dell’infezione, motivo per cui i livelli di questi anticorpi restano misurabili anche a distanza di mesi e con infezione ormai risolta.
La probabilità che il paziente abbia avuto di recente un’infezione da streptococco è alta in presenza di titolo antistreptolisinico positivo (valori elevati) o in aumento, mentre la diminuzione progressiva è il segnale di un’infezione in via di risoluzione.
In sintesi, un TAS positivo potrebbe essere associato alle seguenti condizioni cliniche:
Anche se un TAS elevato non è necessariamente indicatore di condizioni cliniche più rare come febbre reumatica o glomerulonefrite acuta, è quasi sempre vero il contrario. In più di nove casi su dieci nei pazienti con glomerulonefrite da streptococco e in otto pazienti su 10 con febbre reumatica, infatti, i valori del titolo antistreptolisinico sono alti.
Ecco perché in presenza di manifestazioni sintomatologiche associabili a queste due condizioni cliniche, un TAS positivo può essere un elemento in più di conferma in sede diagnostica.
Valori molto bassi del TAS, ossia un TAS che risulta negativo, indicano che il paziente non ha avuto infezioni da streptococco recentemente. Questa conclusione è ancor più probabile nel caso in cui venga effettuato un secondo prelievo a distanza di due settimane dopo con esito nuovamente negativo.
Livelli bassi di TAS sono riscontrabili anche in una piccola percentuale di pazienti che ha sviluppato complicanze post infezione da streptococco come la glomerulonefrite.
La concentrazione ematica di anticorpi anti-streptolisina può diminuire anche nel caso in cui il paziente assuma alcuni tipi di antibiotici o corticosteroidi. Esattamente come accade per altre analisi del sangue, l’assunzione di farmaci può influenzare l’esito del test, per cui sarebbe bene tenere informato il medico sulle eventuali terapie che si stanno seguendo.
Infine, alcune patologie a carico del fegato o la tubercolosi possono causare esiti falsamente negativi del titolo antistreptolisinico.