L'importanza dell'igiene delle mani è sempre stata un tema centrale nella prevenzione delle infezioni, ma mai come in questo periodo si è rivelata una pratica fondamentale per contenere la diffusione di malattie. Ancora oggi, anche in contesti critici come gli ospedali e le strutture sanitarie, l'applicazione del protocollo di lavaggio mani non è certificata e non tutti rispettano le fasi previste dall'OMS per questa fondamentale operazione col risultato di un numero di infezioni trasmesse dalle mani che rimane a livelli allarmanti: in Italia, solo nel 2019, circa il 5% dei pazienti ricoverati ha contratto un'infezione ospedaliera, causando più vittime degli incidenti stradali (oltre 7.800 decessi contro 3.419 vittime della strada). Contrarre un'infezione correlata all'assistenza durante la degenza causa un prolungamento del ricovero, aumentando i costi e la mortalità.
Come ogni anno, il 5 maggio, si parla di questo argomento grazie al World Hand Hygiene Day (Giornata Mondiale dell'Igiene delle Mani), una giornata promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza del lavaggio delle mani come mezzo di prevenzione delle infezioni e della diffusione di malattie contagiose.
«Ma il tema dovrebbe rimanere sotto i riflettori tutto l'anno, soprattutto nel mondo sanitario», spiega Luca Foresti, «spingendo sull'acceleratore delle tecnologie che aiutano a tenere sotto controllo questo fenomeno. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo deciso di farlo già da tempo, adottando per primi, in Italia, in maniera sperimentale, il dispositivo Soapy».
Soapy è un piccolo lavandino in acciaio inox che fornisce sapone, acqua e gestisce lo scarico delle acque reflue. Progettato e lanciato da una startup israeliana, è destinato all'utilizzo da parte del personale nelle strutture sanitarie. Durante il lavaggio delle mani, la macchina segue le fasi del buon lavaggio delle mani codificate dall'OMS, che includono una serie di movimenti per eliminare ogni contaminazione dai palmi delle mani, dal dorso, dalle unghie e dalle cavità tra le dita. La macchina è in grado di analizzare i movimenti dell'utente - e anche la sua temperatura corporea - grazie a una rete di sensori e alla telecamera, dando alla fine un giudizio percentuale sintetico sullo stato di lavaggio valido o meno. A fine lavaggio, sul display viene mostrato un esito positivo o negativo con una faccina sorridente o triste. La possibilità di identificare gli utilizzatori sia singolarmente che per gruppi tramite un riconoscimento semi-biometrico o tramite badge e registrare l’ora, il luogo e il numero dei lavaggi, permette al gestore dei dati di valutare l’accuratezza delle procedure di pulizia delle mani.
«L’igiene delle mani è un tema di vitale importanza per la prevenzione delle infezioni e della diffusione di malattie contagiose», sostiene Foresti. «Come struttura sanitaria vogliamo dare il buon esempio: dopo una fase di test nella sede di Cimiano, il dispositivo è ora installato nella sede di Susa ed è in fase di installazione nella sede di Cenisio, dove sarà operativa una sala chirurgica. Abbiamo già notato un aumento della frequenza e dell'accuratezza del lavaggio delle mani da parte del personale sanitario e quindi l’efficacia di questo tipo di tecnologie».