Il cheratoacantoma è un tipo di tumore benigno della pelle. Ha una crescita rapida e tende a risolversi spontaneamente nel giro di alcuni mesi.
Cosa è il cheratoacantoma?
Il cheratoacantoma è un tipo di tumore della pelle che appare spesso come un nodulo rotondo e rialzato sulla pelle; si manifesta nel giro di pochi giorni, con un aspetto che può assomigliare a un vulcano. Al centro di questo nodulo si può notare una piccola depressione, o un buco, da considerarsi una caratteristica distintiva.
Anche se può destare preoccupazione a vedersi, non viene considerato un tumore maligno, il che significa che non è canceroso e si diffonde raramente ad altre parti del corpo. In altre occasioni, può costituire una forma di carcinoma squamocellulare ben differenziato.
Con quali sintomi si manifesta?
La manifestazione del cheratoacantoma consiste in un nodulo, a crescita rapida, che si trova sulla pelle ed ha una forma simile ad una cupola con al centro una depressione, nella quale è contenuta della cheratina, una proteina presente nelle cellule della pelle. Di fatto questo nodulo ha una caratteristica forma a cratere, e ha origine in una ghiandola pilo-sebacea o in un follicolo pilifero.
Nella maggior parte dei casi questa neoplasia benigna si presenta nelle zone della pelle che risultano più esposte ai raggi ultravioletti del sole. Aree quali braccia, collo, viso e dorso delle mani. Durante lo sviluppo rapido, ricompreso entro 1 o 2 mesi, il cheratoacantoma è in grado di raggiungere dimensioni comprese tra 1 cm e 3 cm fino ad una massima estensione di 5 cm. Entro questo tempo accade poi una involuzione spontanea; anche se non è detto che si verifichi sempre.
È comunque molto importante rivolgersi al proprio medico curante, se dovesse manifestarsi questo tipo di lesione, per un monitoraggio adeguato. Solitamente il cheratoacantoma interessa i pazienti con una età superiore ai 60 anni, e colpisce di più i pazienti maschi.
Quali sono le cause del cheratoacantoma?
Non si conosce l’esatta eziologia del cheratoacantoma; le cause esatte sono quindi ancora sconosciute. Ci sono tuttavia dei fattori di rischio per la sua insorgenza:
- pelle chiara, ricompresa tra il fototipo 1 e 2. Una pelle con minore quantità di melanina, il pigmento della pelle che agisce come difesa rispetto ai raggi UV, determina maggiore predisposizione
- eccessiva esposizione solare, soprattutto nella fascia oraria centrale del giorno
- eccessivo uso delle lampade abbronzanti
- eccessiva esposizione a bitume e catrame, che contengono sostanze cancerogene
- immunodepressione cronica, che determina un sistema immunitario incapace di proteggere il corpo infezioni virali, ad esempio, ed altre condizioni
- Papilloma virus.
Come riconoscere un carcinoma squamocellulare?
Il carcinoma squamocellulare, invece, si distingue per esordire con una zona della pelle che risulta arrossata e dalla superficie squamosa e che può presentare croste.
Una volta che si è sviluppato, a differenza del cheratoacantoma, il carcinoma squamocellulare è sì rialzato ma è solido e pieno, con una superficie che ricorda quella di una verruca. In terza battuta può ulcerare e iniziare a crescere nel tessuto che si trova al di sotto della lesione.
Quale tipo di diagnosi viene svolta?
La diagnosi prende avvio con un attento esame obiettivo della lesione e viene svolta una anamnesi approfondita, per rintracciare i fattori di rischio che possono avere favorito l’insorgenza del cheratoacantoma.
Di per sé l’esame obiettivo non è sufficiente per completare la diagnosi, dal momento che la lesione osservata potrebbe anche essere una cheratosi attinica o un tumore della pelle. Per questa ragione è necessario svolgere una biopsia, che consiste nel praticare una incisione sulla zona interessata, prelevare un campione del tessuto e osservarla al microscopio. Il prelievo deve essere effettuato in una zona profonda, non superficiale, della lesione.
Trattamenti chirurgici per il cheratoacantoma
Il trattamento del cheratoacantoma può variare a seconda delle sue dimensioni, del sito in cui si trova e delle sue caratteristiche specifiche. Tra i tipi di interventi chirurgici, l’opzione più comune è l’escissione chirurgica, che prevede la rimozione dell’intera lesione e di un margine dei tessuti circostanti per ridurre il rischio di ricaduta. Questo approccio permette anche l’analisi istologica per confermare la diagnosi e assicurarsi che non ci sia presenza di cellule tumorali.
Si può segnalare anche la chirurgia di Mohs. Questo tipo di intervento prevede l’eliminazione della lesione attraverso piccoli strati. Una volta rimosso, lo strato è posto sotto osservazione al microscopio e, quando non presenta cellule tumorali, ecco che è avvenuta la rimozione del tumore benigno.
Una terza possibilità è data dal curettage seguito dalla elettrodissecazione. Nel concreto, viene svolto un raschiamento della zona superficiale della lesione e viene poi effettuata una bruciatura.
Un’ultima opzione chirurgica è la crioterapia, che utilizza l’azoto liquido per congelare e distruggere il tessuto del cheratoacantoma. Questo metodo può essere meno invasivo rispetto all’escissione chirurgica, ma potrebbe non essere adatto per lesioni di grandi dimensioni o in aree critiche dal punto di vista cosmetico o funzionale.
Trattamento non chirurgico
Tra i trattamenti non chirurgici si indicano iniezioni, all’interno della lesione, di metotrexato o 5-fluorouracile, che possono determinare la regressione del cheratoacantoma senza alcuna necessità di intervento chirurgico. Potrebbero comunque essere necessarie più sedute, e la risposta al trattamento può variare da paziente a paziente.
In alcuni casi, in cui il cheratoacantoma è piccolo e diagnosticato in una fase iniziale, si può anche soltanto monitorare la lesione nel corso del tempo per verificare se si ha una regressione spontanea.