Che cos’è il condroma?
Il condroma è una neoplasia benigna che colpisce lo scheletro, in particolare le piccole ossa che costituiscono le mani e i piedi.
Può anche coinvolgere le ossa lunghe, tra cui il femore soprattutto.
Appare come un nido di cartilagine che si forma all’interno dell’osso a causa di un anomalo processo di ossificazione.
L’evoluzione neoplastica delle cellule genera la lesione cartilaginea del condroma, che può essere di tre tipologie: encondroma quando è singola o multipla ed eccondroma quando è esterna. Quest’ultima forma è particolarmente rara, mentre sono più comuni le prime due (encocondroma singola e multipla), che possono presentarsi trasversalmente in pazienti di età diverse.
Il condroma è asintomatico e per questa ragione viene diagnosticato casualmente nella maggior parte dei casi, magari in seguito ad esami strumentali per immagini effettuati per altre ragioni.
La proliferazione di questo tumore, nonostante la sua natura benigna, può determinare deformità nelle aree colpite e conseguente dolore dovuto all’aumento della pressione.
L’aumento delle dimensioni del tumore può essere tale da provocare anche fratture.
All’origine del condroma ci sarebbe, come accade per molte neoplasie, una mutazione del Dna in grado di innescare la proliferazione delle cellule tumorali.
Condroma e condrosarcoma
I condromi appartengono alla categoria dei tumori primitivi ossei, ossia le neoplasie che hanno origine nell’osso, che si distinguono dai secondari i quali sviluppano metastasi ossee in conseguenza di tumori che si sono formati in aree differenti.
Il 15% di tutti i tumori benigni che colpiscono l’osso sono condromi, che rappresentano circa il 3-5% di tutte le neoplasie ossee primitive.
L’incidenza del condroma potrebbe, in realtà, essere anche più alta visto che si tratta di un tumore generalmente asintomatico che, nella maggior parte dei casi, non richiede attenzione clinica.
Nei rari casi in cui il condroma degenera in una forma tumorale maligna, si parla di condrosarcoma.
I sintomi, in questi casi, sono manifesti e consistono in tumefazioni che crescono rapidamente, protuberanze delle cartilagini o delle ossa e dolore, il sintomo più comune che, tuttavia, si presenta quando il tumore è già ad uno stadio avanzato.
Il paziente con condrosarcoma può accusare anche fragilità ossea, con conseguenti e possibili fratture, zoppia, gonfiore e febbre.
La prognosi del condrosarcoma dipende principalmente dalla tempestività della diagnosi. I pazienti che avviano le terapie allo stadio iniziale di questa neoplasia, nel 90% dei casi, sono ancora vivi a cinque anni di distanza dalla conclusione delle cure.
Come si manifesta il condroma: sintomi
Come detto, il condroma, generalmente, non comporta manifestazioni sintomatologiche. Nei casi più rari in cui ciò non accade, i possibili sintomi possono essere sensazione di dolore a livello dell’area colpita, deformità ossee con possibili fratture.
La severità dei sintomi, poi, dipende dall’estensione e dallo stadio del tumore.
Come viene diagnosticato il condroma?
La diagnosi di condroma passa, innanzitutto, da una valutazione clinica del paziente a cui possono seguire esami strumentali per immagini, tra cui:
- tac
- risonanza magnetica
- scintigrafia ossea
Può essere effettuata anche una biopsia con prelievo di tessuto che verrà successivamente analizzato in sede di esame istologico.
Come curare un condroma?
Nella maggior parte dei casi di condroma, nei quali non sono presenti sintomi, non è necessario eseguire particolari trattamenti.
Questi tumori, infatti, hanno natura benigna e tendono a guarire spontaneamente una volta completato il processo di ossificazione.
L’unica raccomandazione è quella di monitorare a cadenza regolare la neoplasia, per individuare tempestivamente eventuali evoluzioni maligne.
In presenza di sintomi, invece, c’è la necessità di intervenire con terapie specifiche. L’opzione di intervento principale è quella chirurgica. La tecnica utilizzata è il cosiddetto courettage, che consiste nel raschiamento e nello svuotamento dello loggia tumorale, ma solo se l’osso risulta integro. Se, ad esempio, ci fosse una frattura ossea, bisognerebbe prima curare quest’ultima e solo poi procedere con l’intervento.
In ogni caso, la prognosi è generalmente positiva e non comporta particolari complicanze. Può essere peggiore nel momento in cui il condroma si sia evoluto in una forma neoplastica maligna.