I dolori lombari sono una sintomatologia molto diffusa che colpisce una grande porzione della popolazione e che può avere svariate cause
Cosa sono i dolori lombari
Per dolore lombare si intende un generico dolore localizzato alla zona bassa della schiena in corrispondenza delle vertebre lombari appunto.
Questa condizione è estremamente diffusa, sia in forma di lombalgia acuta, sia in forma di lombalgia cronica, tanto che i pazienti che ne soffrono talvolta hanno esperienza di una sovrapposizione delle due diverse tipologie.
Le cause del dolore sono varie, anche perché la localizzazione alla zona lombare può risultare da un problema ortopedico, legato ai reni e al loro funzionamento, neurologico, psicologico o perfino correlato all’alimentazione.
Ne consegue che un percorso di terapia passa in primo luogo da una corretta analisi della eziogenesi del dolore lombare. Individuata una causa possibile, si potrà poi intervenire in modo adeguato.
I dolori lombari sono un problema la cui portata arriva ad influenzare perfino la situazione economica del paese, essendo tra le cause maggiori di assenza dal posto di lavoro, con ovvie ripercussioni sul prodotto interno lordo nazionale.
Cos’è la zona lombare
Con il termine zona lombare ci si riferisce ad una delle due zone inferiori della colonna vertebrale, alla muscolatura e agli organi circostanti. Le vertebre e i dischi intervertebrali di questa zona formano una curva, detta lordosi lombare, costituita da cinque ossa e altrettanti dischi. Il primo osso, L1 è la vertebra che in basso confina con la cifosi sacrale, mentre L5 è l’osso con cui termina la lordosi lombare, da dove comincia la cifosi toracica.
Dal punto di vista ortopedico è necessario sottolineare anche la presenza di un gruppo muscolare molto importante che è coinvolto nella maggior parte dei casi di lombalgia: l’ileopsoas.
Questo gruppo muscolare collega la colonna vertebrale al femore ed è responsabile di alcuni movimenti fondamentali della gamba. Oltre a questo, si devono considerare anche le porzioni di del sistema muscolare della schiena, che sono localizzate a questa altezza.
Infine, a completare il quadro dal punto di vista anatomico ci sono i reni, localizzati internamente, ma a livello della lordosi, il midollo spinale e tutti i fasci di nervi che dal canale vertebrale scendono verso gli arti inferiori.
Dolori lombari, sintomi e loro interpretazione
Il dolore lombare è di per sé un sintomo di condizioni o patologie di varia natura. Ci sono delle possibili variazioni nelle sensazioni che il paziente riporta, che sono dovute alla causa scatenante la lombalgia.
Il tipo di lombalgia più ricorrente è quello dovuto alla contrattura del muscolo ileopsoas. In questi casi solitamente il paziente manifesta evidente rigidità di movimento e può lamentare dolore a piegarsi verso i propri piedi, per esempio per allacciarsi le scarpe.
Inoltre può avere:
- difficoltà a sollevare il ginocchio
- dolore ad alzarsi dal letto
- fastidio anche a camminare
In casi acuti, quelli denominati popolarmente “colpo della strega”, le difficoltà diventano invalidanti, tanto che il paziente può avere necessità di assistenza anche solo per alzarsi dal letto e vestirsi.
Tuttavia la causa dell’infiammazione dell’ileopsoas o di altri muscoli della zona lombare può determinare in alcuni casi una sintomatologia ulteriore che si accompagna alla rigidità.
Questo è ancora più probabile nel caso che il mal di schiena sia di origine patologica, traumatica o oncologica.
Tra i sintomi associati più ricorrenti si annoverano:
- formicolio lungo la gamba e fino al piede, solitamente indicatore di un’infiammazione del nervo sciatico, detta sciatalgia
- incapacità di controllare gli sfinteri
- febbre dovuta solitamente ad un’infezione
- perdita di peso apparentemente immotivata
- zoppia e dolori localizzati in parte del corpo limitrofa, come la gamba o il piede
I sintomi e la parziale invalidità che comportano possono infine portare ad un disagio psicologico che sfocia in irritabilità, sbalzi di umore e in alcuni casi in depressione.
A cosa sono dovuti i dolori lombari
Le cause sono estremamente varie e si dividono in:
- ortopediche: cioè legate a debolezza o traumi del sistema muscolo scheletrico
- patologiche: legate ad infezioni nella zona
- oncologiche: in caso di tumore alle ossa della colonna vertebrale
- psicologiche: in alcuni casi di cosiddetta somatizzazione di un malessere psicologico
- infiammatorie: un’infiammazione della zona intestinale può in alcuni casi avere ripercussioni sull’area lombare.
Cause ortopediche
Per cause ortopediche si intendono tutte quelle per cui il dolore è da attribuirsi ad un’infiammazione del tessuto muscolare o di quello osseo localizzati nell’area.
In particolare possono causare dolore alla zona lombare:
- fratture vertebrali di L1 - 5
- ernie discali in cui la fuoriuscita del disco vertebrale sia importante. In questo caso il dolore è causato dalla compressione dei fasci di nervi che escono dal disco vertebrale compromesso
- stenosi spinale, ossia un restringimento del canale vertebrale, che se accade nell’area lombare porta a lombalgia per compressione dei nervi anch’essa
- spondilolistesi lombare, per cui una vertebra scivola sulla vertebra immediatamente al di sotto
- la spondilosi lombare, fenomeno degenerativo dovuto a usura e quindi correlato all’età
- anomalie della lordosi lombare, quali la iperlordosi o la ipolordosi, rispettivamente una curvatura eccessiva o insufficiente della lordosi, o la scoliosi, cioè una curvatura laterale della colonna
- infiammazione del nervo sciatico, o sciatalgia, spesso legata a compressione discale
- cruralgia, o infiammazione del nervo crurale.
- contratture muscolari: la muscolatura della zona lombare è una delle prime che risente di uno stile di vita poco attivo e della sedentarietà. Tuttavia anche traumi subiti nell’area o movimenti bruschi e repentini possono portare ad una temporanea infiammazione locale che si traduce in lombalgia.
Cause patologiche
Alcune patologie localizzate nella zona lombare possono avere come sintomo l’insorgenza di un dolore più o meno acuto.
Tra queste ricordiamo:
- calcoli renali: i calcoli renali sono degli agglomerati di minerali che si creano nei reni e possono produrre dolore nella zona lombare
- infezioni delle vie urinarie localizzate all’altezza dei reni
- infezioni ossee della colonna vertebrale
- infezioni dell’apparato genitale femminile, come per esempio l’endometriosi, ossia la presenza di tessuto normalmente appartenente all’utero in posizioni non consone
- cisti ovariche
- fibromi uterini, cioè delle formazioni tumorali benigne, per questo non riconducibili alle cause di origine oncologica, che si localizzano sulla parete dell’utero
Cause oncologiche
L’insorgenza di un tumore nella zona potrebbe, per quanto non particolarmente frequente, portare a dolore lombare.
I tumori possono colpire direttamente alcune delle componenti anatomiche della schiena, quali le ossa vertebrali e i reni, oppure manifestarsi sotto forma di metastasi, la cui presenza può portare per esempio alla compressione dei nervi che partono dal midollo spinale.
Tra i tumori specifici dell’area ci sono:
- tumori extradurali, cioè quelli che pertengono direttamente le ossa vertebrali
- intradurali extramidollari, cioè quei tumori che non toccano né l’osso, né il midollo spinale, ma il canale vertebrale
- midollari, che si infiltrano nel midollo spinale
Cause psicologiche
In alcuni casi le situazioni di stress possono portare a tensioni psicologiche che si traducono in tensioni fisiche.
Nel caso del mal di schiena alla zona lombare lo stress dovuto al quadro psicologico ed emozionale del paziente risulta da una tensione generale della muscolatura del corpo con cui i soggetti affetti tendono a reagire.
La rabbia per esempio predispone il corpo ad un’azione in reazione all’evento scatenante la rabbia stessa. Questo coincide con una secrezione di adrenalina che in caso l’atto non venga portato a termine, tende a non essere smaltita e ad accumularsi.
Un accumulo eccessivo può portare di conseguenza a contratture anche forti e quindi dolorose.
Cause infiammatorie
Cure antibiotiche o alimentazione inadeguata possono causare il deterioramento del cosiddetto microbiota, cioè le colonie di batteri che vivono nell’intestino e che sono responsabili di alcune sue funzioni.
Questo può portare ad un’infiammazione acuta dell’intestino che si ripercuote sulla zona. Data la prossimità anatomica con le vertebre lombari e l’attacco dell’ileopsoas, le infiammazioni intestinali sono una causa di lombalgia da non sottovalutare.
Fattori di rischio per i dolori lombari
I fattori di rischio della lombalgia possono essere, genetici, legati allo stile di vita o ancora occupazionali.
Tra i fattori di rischio genetici vanno inclusi:
- malformazioni della colonna vertebrale, quali le già citate scoliosi, ipolordosi e iperlordosi
- predisposizione all’irritabilità intestinale dovuta ad un microbiota non sano
- familiarità con patologie quali l’artrosi
- dimensioni del canale spinale ridotte che facilitano l’insorgenza della stenosi spinale
- altezza eccessiva
Tra i fattori di rischio legati allo stile di vita vanno inclusi:
- obesità , che porta ad un appesantimento del carico della colonna, risultante a volte in lombalgie anche croniche
- sedentarietà eccessiva, sia nel corso della giornata sia prolungata negli anni
- alimentazione altamente infiammatoria per l’intestino, che può dipendere in molti casi dalla tolleranza dell’individuo per alcune molecole assunte con il cibo
- debolezza strutturale dovuta a scarso o inesistente allenamento della muscolatura del cosiddetto “core”, ossia quella responsabile della postura eretta
- fumo
- attività domestiche che coinvolgano il sollevamento di pesi, qualora questo venga fatto in modo inappropriato
- posizioni statiche mantenute per lunghi periodi senza pause e senza un’adeguata mobilizzazione della zona.
Infine i fattori di rischio occupazionali includono:
- vibrazioni continue sul luogo di lavoro
- sollevamento pesi in modo scorretto
- trasporto di oggetti pesanti in modo asimmetrico, con predilezione di una sola parte perché ritenuta la più forte
- urti ripetuti che vadano a sollecitare la parte inferiore della schiena, come per esempio la monta del cavallo all’americana
Non rientra in nessuno dei casi precedenti, ma tra i fattori di rischio per le donne va inclusa anche la gravidanza. L’aumento di peso dovuto al feto sollecita molto la colonna vertebrale e può portare lombalgia.
Quando il dolore lombare deve preoccupare
La lombalgia solitamente, anche in fase cronica, ossia quando risulta permanente, tende ad attenuarsi nel corso della giornata.
In questo caso è molto probabile che si tratti di un caso di lombalgia legata allo stile di vita e non c’è da preoccuparsi particolarmente.
In caso di persistenza invece, è opportuno farsi visitare da uno specialista. La prima visita andrà fatta presso un ortopedico. L’insorgenza di lombalgia acuta o colpo della strega è solitamente anch’essa legata ad un movimento sbagliato nel quadro generale di una situazione di prestanza fisica non ottimale.
Si esaurisce nel giro di qualche giorno, a volte un po’ di più. In caso di sintomi collaterali, quali formicolio agli arti inferiori, nausea o febbre, deve essere contattato il medico.
Come fare per eliminare il dolore lombare
Il dolore alla schiena è nella stragrande maggioranza dei casi dovuto ad uno stile di vita sedentario e a situazioni di scarsa se non inesistente attività fisica.
In particolare il mal di schiena lombare può trovare notevole giovamento fino a sparire con un’attività fisica regolare che comprenda esercizi di mobilità e di rafforzamento dei muscoli coinvolti.
In fase acuta possono essere utili esercizi di allungamento della muscolatura e anche massaggi.
Anche in fase acuta, tuttavia, il movimento, come per esempio la camminata, risulta un’ottima strategia per il superamento della crisi. Questo perché la muscolatura si riscalda e la contrattura tende a rilassarsi parzialmente.
Non bisogna comunque esagerare e va dato il tempo al corpo di riprendersi in maniera graduale.
Qualora le cause siano però diverse, per esempio qualora la lombalgia sia dovuta ad un’ernia del disco o a problemi di altro tipo, sarà assolutamente necessario che la terapia venga prescritta da un medico, dopo un’adeguata visita.
Diagnosi dei dolori lombari
La diagnosi procede secondo due fasi più una. La prima è la raccolta anamnestica da parte del medico. L’ortopedico ascolta in altre parole il paziente e ne registra la sintomatologia.
Si procede poi a quello che viene chiamato l’esame obiettivo. Il medico esamina personalmente il paziente tramite alcuni test tattili e di mobilità della parte coinvolta e delle zone limitrofe. In particolare la mobilità delle gambe va valutata per stabilire se la lombalgia sia legata all’ileopsoas.
In casi di sospetta ernia discale o altro, il medico prescriverà un esame specifico come per esempio:
- la risonanza magnetica,
- le radiografie della colonna in ortostasi, per una valutazione dell'eventuale presenza di scoliosi o eterometrie d'arto inferiore
- le radiografie morfodinamiche, importanti soprattutto nei giovani o nei post-traumatizzati, per valutare eventuale instabilità fonte di dolore.