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Ebola. Sintomi, come si trasmette, cura

A cura di
Alberto
Canciani

La malattia da virus Ebola è una patologia infettiva piuttosto grave, che può causare la morte di chi l’ha contratta. Richiede una terapia di supporto.

Cos’è l’ebola?

Il termine ebola, nel linguaggio scientifico, si riferisce alla malattia da virus Ebola, che nel passato era conosciuta come febbre emorragica da virus Ebola. La EVD, questo il suo acrostico, è una malattia infettiva particolarmente severa, che spesso determina la morte del paziente.

Da cosa è determinata?

A causare la malattia è appunto il virus Ebola, che appartiene alla famiglia dei Filoviridae, di cui sono state indentificate sei specie diverse, ovvero:

  • Bombali ebolavirus
  • Bundibugyo ebolavirus
  • Reston ebolavirus
  • Sudan ebolavirus
  • Taї Forest ebolavirus
  • Zaire ebolavirus.

La prima comparsa della malattia da virus Ebola si è avuta nella Repubblica Democratica del Congo, nel 1976, in due focolai accaduti nello stesso periodo. L’epidemia più importante si è avuta in avvio 2014 nell’Africa Occidentale, è durata fino al 2016 ed ha colpito in particolar modo Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone.

Quanti casi di Ebola ci sono in Italia?

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’unico caso registrato risale al 2015, in concomitanza con l’epidemia, di virus Ebola, nell’Africa Occidentale. La persona infetta, e poi guarita, era un operatore sanitario che aveva contratto il virus in Sierra Leone.

Quali sono i sintomi della malattia da virus Ebola?

Questa infezione ha un decorso di tipo acuto. Il periodo di incubazione varia da due giorni a 21 giorni, e i primi sintomi presenti, in modo comunque particolarmente grave, sono:

Sintomi della progressione di questa malattia sono forti mal di testa, una diarrea acquosa con possibile presenza di sangue e muco. Anche il vomito e la nausea possono essere presenti. Questo momento di sviluppo della malattia dura fino ad un massimo di 10 giorni.

Il quadro sintomatologico prevede anche funzioni alterate di organi quali reni e fegato, dell’apparato gastrointestinale o respiratorio oltre che del sistema nervoso centrale; il paziente si trova in uno stato confusionale. Più della metà dei pazienti con Ebola si ritrova a patire emorragie, dopo circa una settimana dai primi sintomi. I sanguinamenti possono essere:

  • ematemesi, quindi sangue presente nel vomito
  • melena, sangue nelle feci
  • epistassi, perdita di sangue dal naso
  • petecchie, macchie sulla pelle dovute alla rottura di capillari
  • ematuria, sangue nelle urine.

Può verificarsi anche una CID, una sindrome per la quale si verificano coaguli di sangue nei vasi di dimensioni ridotte. Quando la malattia entra nella fase terminale, il paziente può presentare insufficienza in più organi o shock ipovolemico, ovvero una drastica e pericolosa diminuzione del sangue circolante. Si ha letalità, infine, tra il 25% e il 90% dei pazienti.

Come si trasmette l’Ebola?

In origine si è avuta trasmissione del virus, documentata in Africa, per contatto diretto dell’uomo con secrezioni, sangue, fluidi corporei oppure organi di animali infetti. A trasmettere il virus sono stati animali quali gorilla e scimpanzé, scimmie, porcospini o antilopi.

La trasmissione da persona a persona si ha anche per contatto diretto con sangue, organi o fluidi biologici come urina, saliva, vomito. I soggetti infetti rimangono contagiosi anche quando sono morti. Si ha invece contatto indiretto quando una persona si trova in ambienti che risultano essere contaminati dai fluidi indicati, provenienti sempre da soggetti infetti.

In che modo si ha diagnosi?

Inizialmente una diagnosi può essere complessa, dal momento che i primi sintomi sono aspecifici. Può essere d’aiuto raccogliere informazioni sugli ultimi luoghi visitati dal paziente. L’isolamento è necessario qualora ci fosse dubbio.

Esami utili ad avere diagnosi di malattia da virus Ebola sono:

  • identificazione degli antigeni virali con metodo immunoenzimatico
  • identificazione del genoma virale con reazione a catena della polimerasi, oppure isolando il virus utilizzando colture cellulari, su cui è stato inoculato un campione di sangue o di secrezione.

Quando la malattia è in stato avanzato, può essere svolta una indagine sierologica per gli anticorpi IgG o IgM.

Come si cura l’Ebola?

Il principale approccio terapeutico consiste in una terapia di supporto, che ha come obiettivo l’attenuazione dei sintomi. Solitamente le scelte prevedono:

  • gestione dell’equilibrio elettrolitico, ovvero cercare di mantenere il paziente in un buono stato di idratazione, per via orale oppure endovenosa
  • supporto alla respirazione, attraverso l’ossigenoterapia
  • trasfusione di sangue e di piastrine, nei casi in cui il paziente è in forte rischio di emorragie o sanguina in modo consistente
  • farmaci antidolorifici oltre ad antipiretici
  • farmaci per la gestione della pressione sanguigna
  • farmaci antibiotici per evitare possibili infezioni secondarie.

Un recente studio ha rilevato come il vaccino rVSVΔG-ZEBOV-GP, attualmente raccomandato in contesto di epidemia, possa dimezzare la mortalità. Lo stesso vaccino, secondo studi clinici, ha dimostrato una buona protezione rispetto all’infezione. Va comunque sottolineato come questo vaccino non è disponibile per il viaggiatore, ma è utilizzato solo nei Paesi in cui la malattia è diffusa.