Cos’è l’esame colturale delle feci?
L’esame colturale delle feci, comunemente chiamato coprocoltura, è un’indagine microbiologica eseguita su un campione di feci per la ricerca di tre specie batteriche - Salmonella, Shigella e Campylobacter - responsabili di infezioni gastrointestinali che provocano diarrea e dolori addominali.
In genere queste infezioni non richiedono antibiotici perché sono autolimitanti, tranne in casi gravi, in pazienti immunocompromessi, o in caso di rischio di disseminazione.
Perché si esegue la coprocoltura?
Come accennato, la coprocoltura viene richiesta principalmente per diagnosticare infezioni del tratto gastrointestinale, che possono derivare dall’ingestione di cibi o bevande contaminati.
Ad esempio, alimenti come uova crude o carne poco cotta sono tra le cause più comuni di contaminazione. Anche l’acqua non trattata, spesso presente in paesi in via di sviluppo, rappresenta una fonte di rischio.
I sintomi che portano a eseguire l’esame includono:
In alcuni casi questi disturbi possono essere accompagnati da febbre alta, disidratazione severa o estrema debolezza. L’esame è particolarmente indicato se i sintomi insorgono dopo un viaggio in aree dove le malattie gastrointestinali sono più frequenti, o se si sospetta un’intossicazione alimentare che ha colpito più persone.
Cosa si vede con la coprocoltura?
La coprocoltura permette di individuare la presenza di batteri comuni quali la Salmonella, il Campylobacter e la Shigella, batteri noti per causare malattie come la salmonellosi o la dissenteria.
Come si esegue l'esame colturale delle feci?
L’esame colturale delle feci si effettua prelevando un campione di feci del paziente e analizzandolo in laboratorio. Una volta consegnato, il campione viene trasferito su terreni di coltura specifici, progettati per favorire la crescita di eventuali batteri patogeni.
I terreni vengono incubati a temperatura controllata per circa 72 ore. Durante questo periodo, i microbiologi osservano lo sviluppo di eventuali colonie batteriche.
In caso di crescita, i microrganismi responsabili vengono identificati mediante specifiche tecniche di laboratorio. Una volta individuato il batterio patogeno, si procede con l’antibiogramma, nei casi in cui è prevista la terapia antibiotica.
Come ci si prepara all’esame?
La preparazione per l’esame colturale delle feci è semplice, ma richiede alcune accortezze per garantire risultati affidabili.
Prima della raccolta del campione, è importante evitare di assumere farmaci che potrebbero interferire con l’analisi, come antibiotici o probiotici, poiché questi possono modificare la composizione batterica delle feci. È consigliato non utilizzare lassativi o clisteri nei giorni precedenti la raccolta, poiché potrebbero alterare la qualità del campione.
Il campione deve essere raccolto al mattino e consegnato al laboratorio nel minor tempo possibile, per preservarne l’integrità e garantire la validità dell’analisi.
Come raccogliere le feci?
La raccolta deve essere effettuata rispettando precise regole di igiene per evitare contaminazioni esterne che potrebbero alterare i risultati. Le feci devono essere raccolte utilizzando un contenitore sterile fornito dal laboratorio o acquistabile in farmacia.
Questo contenitore, dotato di un tappo a chiusura ermetica e di una palettina, è progettato per garantire igiene e sicurezza durante il prelievo.
Per raccogliere il campione, è necessario evitare il contatto delle feci con l’acqua del WC.
Una piccola quantità di feci, equivalente a una noce, è sufficiente per l’analisi.
Durante il prelievo, è importante includere eventuali parti anomale, come muco o sangue, che potrebbero essere rilevanti per la diagnosi.
Dopo la raccolta, il campione deve essere conservato in un luogo fresco, come il frigorifero, e consegnato al laboratorio entro poche ore.
Risultati dell’esame. Come interpretarli?
Quando il test rileva la presenza di batteri, è fondamentale consultare il proprio medico che procederà nel modo corretto per trattare l’ infezione.
Infine, in assenza di risultati positivi, cioè quando il campione non rivela la presenza di batteri patogeni, è possibile che la causa dei sintomi abbia altri agenti eziologici per cui sono necessari ulteriori accertamenti.