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Gruppo sanguigno, che cos’è e come scoprirlo


Il gruppo sanguigno è una componente ereditaria acquisita geneticamente e viene identificato in base a particolari molecole dette antigeni presenti sui globuli rossi

Che cos’è il gruppo sanguigno?

Il gruppo sanguigno è una componente determinata a livello genetico e, quindi, di carattere ereditario. La sua identificazione nelle persone avviene tramite delle molecole presenti sulla superficie dei globuli rossi. Si tratta degli antigeni, di cui ne sono stati classificati oltre 700 tipologie. I due sistemi di raggruppamento più noti sono il sistema Rh e quello AB0, che identificano rispettivamente il fattore Rh e gli antigeni A e B. La determinazione del gruppo sanguigno avviene in base alla presenza o assenza di A e B e del fattore Rh.

Quando e perché serve il test per determinarlo?

Determinare il gruppo sanguigno di una persona è fondamentale nel caso si debbano effettuare trasfusioni di sangue. Bisogna, infatti, assicurarsi che il sangue trasfuso sia compatibile con il gruppo sanguigno del soggetto che deve ricevere la trasfusione. 

Nel sangue sono presenti anche gli anticorpi che riconoscono solo gli antigeni presenti sui globuli rossi del proprio organismo e attaccano gli antigeni estranei distruggendoli. L’incompatibilità tra gruppi sanguigni, quindi, può comportare reazioni potenzialmente fatali. Allo stesso modo, reazioni analoghe avvengono in soggetti Rh negativi ai quali venga trasfuso Rh positivo.

La determinazione del gruppo sanguigno e della presenza o meno del fattore Rh è cruciale anche nelle donne in stato di gravidanza, in quanto il sangue materno potrebbe essere incompatibile con i globuli rossi del feto. Si parla in questo caso di malattia emolitica del neonato.

Nel caso in cui, ad esempio, la madre non abbia il fattore Rh, mentre il padre sì, anche il sangue del feto potrebbe essere Rh positivo e rischierebbe di essere riconosciuto come estraneo dagli anticorpi materni, che sono in grado di attraversare la placenta. Questa condizione è definita come malattia emolitica feto-neonatale Rh, ma è estremamente rara nella prima gravidanza e più frequente nella gravidanza successiva.

Qual è il campione richiesto?

Il campione di sangue necessario per determinare il gruppo sanguigno di una persona è quello venoso che, nei neonati può essere prelevato dal cordone ombelicale o attraverso la puntura del tallone. 

Come ci si prepara all'esame?

Non ci sono particolari prescrizioni per quanto riguarda la preparazione a queste analisi.

I test per l’identificazione del gruppo sanguigno si dividono in diretti e indiretti. I primi consistono nel verificare la reazione del campione di sangue a contatto con anticorpi anti A o B. Si tratta del cosiddetto test dell’agglutinazione:

  • In assenza di reazioni, il campione appartiene al gruppo 0
  • Se reagisce con gli anti-A, allora appartiene al gruppo A
  • In caso di reazione con gli anti-B, appartiene al gruppo B 

La reazione consiste nell’agglutinazione di piccole masse che precipitano. 

I test indiretti non sono alternativi a quelli diretti, ma aggiuntivi e ricercano gli anticorpi anti-A o anti-B eventualmente presenti nel sangue del soggetto. Anche la presenza o meno del fattore Rh può essere determinata con esami similari.

Tutti i gruppi sanguigni

I gruppi sanguigni sono complessivamente quattro in base al sistema di classificazione AB0:

  • Gruppo A (presenta antigeni A sui globuli rossi e anticorpi anti-B nel sangue)
  • Gruppo B (antigene B sui globuli rossi e anticorpi anti-A nel sangue)
  • Gruppo AB (antigeni A e B sui globuli rossi)
  • Gruppo 0 (assenza di antigeni sui globuli rossi e anticorpi anti-A e anti-B nel sangue)

A sua volta, ogni gruppo del sistema AB0 può essere caratterizzato dalla presenza o meno del fattore Rh, ovvero l’antigene Rh.

In base al fatto che il soggetto sia positivo o negativo al fattore Rh, abbiamo quindi la seguente classificazione:

  • Gruppo A Rh positivo
  • Gruppo A Rh negativo
  • Gruppo B Rh negativo
  • Gruppo B Rh positivo
  • Gruppo AB Rh positivo
  • Gruppo AB Rh negativo
  • Gruppo 0 Rh positivo
  • Gruppo 0 Rh negativo

Il gruppo 0 con Rh negativo è definito come donatore universale in quanto può essere utilizzato per le trasfusioni a persone appartenenti a qualunque gruppo sanguigno. 

Qual è il gruppo sanguigno più diffuso in Italia?

In Italia, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, l’85% della popolazione presenta un gruppo sanguigno con Rh positivo. Il gruppo sanguigno più diffuso (39%) è lo zero positivo. A seguire ci sono A positivo (36%), gruppo B positivo (7,5%), lo zero negativo (7%), il gruppo A negativo (6%), l’AB positivo (2,5%), il gruppo B negativo (1,5%), mentre il meno diffuso è l’AB negativo (0,5%).