Con il termine ipossia cerebrale si indica la condizione in cui al cervello giunge una quantità di ossigeno inferiore al normale
Ipossia cerebrale, cos'è
L'ipossia è una condizione caratterizzata da una riduzione dell'apporto di ossigeno ai tessuti del corpo. Si differenzia dall'anossia, che è la mancanza totale di ossigeno. Entrambe le condizioni possono manifestarsi in diverse parti del corpo e necessitano di attenzione medica.
L’ipossia cerebrale è quindi una condizione di ossigenazione ridotta delle cellule cerebrali.
Può può essere causata da diversi fattori e presenta una sintomatologia varia. La gravità dei sintomi dipende dalle aree del cervello colpite e può portare a conseguenze irreversibili.
Ipossia neonatale
Intorno alla nascita di un bambino si può verificare ipossia. Si parla nello specifico di ipossia perinatale durante il parto, e di ipossia neonatale appena dopo la nascita. Le cause possono essere molteplici, come ad esempio complicazioni durante il parto, anomalie del cordone ombelicale, o problemi respiratori del neonato.
In simili circostanze, benché il neonato disponga di un sovrappiù di ossigeno, è necessario intervenire nel miro tempo possibile. Sia per evitare danni, anche permanenti, sia per evitare asfissia.
Cosa provoca l’ipossia?
Le cause dell’ipossia possono essere ambientali, dovute a patologie o traumatiche.
Tra le cause ambientali ci sono l’alta quota, il cosiddetto male di montagna, e la risalita troppo rapida dopo un’immersione.
Le cause patologiche invece possono essere:
- malattie cardiovascolari a causa delle quali l’apporto ematico al cervello sia ridotto
- ostruzioni vascolari o rotture dei vasi sanguigni
- malattie o condizioni dell’apparato respiratorio che ne compromettano la funzionalità
In particolare sono associate all’ipossia:
Anche alcuni traumi possono causare ipossia, come per esempio l’ostruzione meccanica delle vie respiratorie, tipo lo strangolamento, che riduce l’apporto di sangue e quindi ossigeno al cervello. Anche le ustioni possono causare ipossia.
Ipossia cerebrale, sintomi e segni
La sintomatologia di uno stato di ipossia cambia a seconda della gravità della condizione e dalla causa che l’ha provocata; può interessare una parte o tutto il cervello.
Alcuni sintomi infatti necessitano di tempo per essere evidenti, mentre altri possono insorgere immediatamente.
In generale tra i sintomi dell’ipossia di grado moderato che interessa globalmente il cervello, in seguito ad una riduzione della quantità di ossigeno generalizzata nel sangue (es. mal di montagna), troviamo:
Un’ipossia grave può portare a conseguenze anche piuttosto serie. Le cellule cerebrali sono molto sensibili alla mancanza di ossigeno. Questo significa che un’ipossia generalizzata può danneggiare i tessuti coinvolti, ma ancora di più il cervello.
Le conseguenze dipendono dal prolungarsi della condizione e dall’area del cervello maggiormente colpita.
Cosa succede quando il cervello rimane senza ossigeno?
L’ipossia cerebrale è causa di diversi tipi di danni, in base alla gravità e alla durata della carenza di ossigeno. Tra i potenziali danni si possono indicare alterazioni delle funzioni cognitive come difficoltà di concentrazione, problemi di memoria e riduzione delle capacità decisionali. Come conseguenza, il paziente può ritrovarsi ad avere disturbi del comportamento e della personalità.
Nei casi più gravi, l’ipossia può causare danni permanenti alle cellule cerebrali, danni che determinano disabilità motorie e sensoriali, come paralisi o perdita della vista. Possono verificarsi convulsioni o, nei casi estremi, il paziente può andare in coma. Tutte queste eventualità possono determinare effetti a lungo termine sulla salute complessiva e sulla funzionalità cerebrale.
Diagnosi di ipossia
In caso di ipossia è essenziale intervenire in tempi rapidi. Più il cervello rimane con apporto ridotto di ossigeno, più le conseguenze tendono ad essere irreversibili. La sintomatologia è, come si è visto, non particolarmente specifica e sovrapponibile con altre patologie.
In caso si presentassero dei sintomi simili a quelli descritti, sono consigliati controlli regolari e frequenti dal proprio medico di famiglia. In caso di aggravamento della sintomatologia, il paziente dovrà essere immediatamente trasportato in pronto soccorso perché possano essere effettuati tutti gli interventi necessari a risolvere la situazione immediatamente.
Terapia e recupero dopo un episodio di ipossia
Il trattamento di un episodio di ipossia ha come principale obiettivo il ripristino di adeguati livelli di ossigeno nel corpo del paziente, allo scopo di prevenire ulteriori danni ai tessuti, in particolare al tessuto cerebrale, particolarmente sensibile alla carenza di ossigeno. È prevista quindi l’ossigenoterapia, con quantità di litri di ossigeno al minuto che vanno dai 3 fino ai 12 litri, in base alla gravità dell’episodio. Nei casi di ipercapnia, con eccesso di anidride carbonica nel sangue, si può ricorrere alla ventilazione meccanica.
Il tipo di recupero che un paziente deve affrontare, dopo avere subito un episodio di ipossia, dipende dalla gravità e dalla durata della carenza stessa di ossigeno, oltre che dalla presenza di eventuali danni cerebrali o ad altri organi. È possibile infatti che si abbia una completa guarigione senza effetti a lungo termine, o che emergano condizioni croniche che richiedono terapie di mantenimento e riabilitazione.
La riabilitazione può includere fisioterapia, terapia occupazionale, e supporto psicologico per aiutare il paziente a recuperare le funzionalità perdute e a gestire eventuali disabilità permanenti