Il Pap Test è un esame mirato alla prevenzione del tumore cervicale. Può rilevare, infatti, cambiamenti cellulari nel collo dell'utero prima che si trasformino in cancro. Vediamo come.
Quali malattie vede il Pap test?
Il Pap test, o test di Papanicolau, è un esame di screening utilizzato per la diagnosi precoce del tumore al collo dell’utero. Prende il nome dal medico che lo ha ideato negli anni '20 del Novecento, George Papanicolaou.
Più precisamente, il Pap test è in grado di rilevare alterazioni cellulari, che possono precedere di molti anni lo sviluppo del cancro cervicale vero e proprio. L'esame permette, così, un trattamento precoce delle lesioni precancerose, riducendo il rischio di sviluppare la malattia. Attraverso il test è anche possibile identificare condizioni non neoplastiche, come infezioni o flogosi a carico della cervice uterina.
Negli ultimi anni, il Pap test è spesso condotto in combinazione con il test per l'HPV, ovvero l'esame che serve a rilevare la presenza del Papilloma virus (HPV). Questa è un’infezione sessualmente trasmissibile, che rappresenta il fattore di rischio più significativo per l'insorgenza di lesioni precancerose o cancerose al collo dell’utero.
Come si fa il Pap test?
Il Pap test consiste in un prelievo, tramite un'apposita spatolina, di alcune cellule dal collo dell'utero. Queste vengono poi “strisciate” su un vetrino, ed esaminate al microscopio (esame citologico).
L’esame può essere eseguito in modo sicuro anche in qualsiasi momento della gravidanza, e non rappresenta un rischio significativo per la madre, il feto o l’espletamento fisiologico del parto. È importante sottolineare che l’esame non sostituisce la visita ostetrica o ginecologica e non fa diagnosi precoce di altre malattie.
Fa male?
Il Pap test non dovrebbe causare dolore significativo, anche se alcune persone possono provare una leggera sensazione di disagio o pressione durante l'esame. La sensazione dipende anche dalla sensibilità individuale.
Cosa bisogna fare prima del Pap test?
Per avere risultati ottimali dal Pap test, è necessario:
- attendere almeno 10 giorni dal giorno d'inizio dell'ultima mestruazione
- evitare per almeno 3 giorni prima dell'esame i rapporti sessuali ed eventuali terapie farmacologiche locali (con ovuli, candelette, lavande ecc).
Ogni quanto si deve fare l'esame?
È consigliato eseguire il Pap test almeno ogni 3 anni, tra i 25 e i 30 anni di età. Dopo i 30 anni, l'esame di riferimento è l'HPV test, da eseguire ogni 5 anni in caso di negatività.
Qual è la differenza tra Pap test tradizionale e in fase liquida?
Il Pap test tradizionale e il quello in fase liquida sono entrambi test di screening utilizzati per individuare anomalie cellulari che potrebbero indicare la presenza di lesioni precancerose o cancerose del collo dell'utero. Nel Pap test su vetrino e quello in fase liquida (thin prep) le modalità di prelievo sono le stesse. A differire è il processo di conservazione e di analisi del campione e, di conseguenza, il grado di precisione e sensibilità dei risultati.
La differenza principale tra i due test è, più precisamente, la modalità di raccolta e di analisi delle cellule cervicali.
Quale procedura è preferibile?
Nel Pap test tradizionale, le cellule cervicali vengono raccolte utilizzando uno strumento simile a uno scovolino e vengono stese direttamente su un vetrino. Al contrario, nel Pap test in fase liquida, le cellule sono prelevate con il Cervex brush, uno strumento con setole centrali più lunghe e setole laterali più corte. Questo strumento consente di raccogliere contemporaneamente cellule endo ed esocervicali. Le cellule vengono poi immerse in un mezzo di contrasto liquido per preservarne l’integrità. In questa procedura, è richiesto meno materiale per il prelievo rispetto al metodo tradizionale.
Nel Pap test in fase liquida, infatti, tutto il materiale raccolto è utilizzato. Nel metodo tradizionale, invece, il materiale rimane attaccato alle spatole e viene gettato via con gli strumenti dopo lo strisciamento sul vetrino.
Nel test in fase liquida, inoltre, la preparazione del vetrino per l’analisi del materiale è standardizzata, garantendo uniformità e precisione. Questo riduce il numero di casi con materiale non adeguato e quindi la necessità di richiamare i pazienti per ripetere l’esame. Di conseguenza, effettuare il Pap test in fase liquida è preferibile al metodo tradizionale su vetrino dal momento che il primo è più accurato, meno soggetto a errori di interpretazione e consente una migliore conservazione delle cellule.
Che differenza c’è tra Pap test e HPV test?
Il Pap test e l'HPV test sono entrambi strumenti utilizzati per la prevenzione del cancro cervicale, ma si differenziano per i loro obiettivi e le metodologie adottate.
Il Pap test, come abbiamo visto, è un esame citologico che consiste nel prelievo di cellule dall'area del collo dell'utero, che vengono poi analizzate al microscopio. Se il Pap test mostra risultati anomali, possono essere necessari ulteriori esami diagnostici come la colposcopia o la biopsia per confermare la presenza di lesioni precancerose o cancerose.
L'HPV test, invece, è specificamente progettato per rilevare il virus del Papilloma umano (HPV). Questo esame consiste nel prelievo di campioni di cellule cervicali. Ma anziché analizzare le caratteristiche cellulari, ricerca la presenza del materiale genetico del virus. L'HPV test può individuare l'infezione da Papilloma virus anche prima che si sviluppino cambiamenti cellulari precancerosi.
Entrambi gli esami sono fondamentali per lo screening e la diagnosi precoce del cancro cervicale. Si consiglia di consultare il proprio medico o ginecologo per determinare la frequenza e il tipo di test di screening più adatti alla propria situazione.
Cosa si può scoprire con il Pap test? Risultati e interpretazione
I risultati del Pap test vengono solitamente comunicati utilizzando una classificazione nota come Sistema Bethesda. Questa fornisce una descrizione standardizzata delle cellule cervicali osservate durante l'esame. Ecco una panoramica delle categorie di risultati del Pap test secondo questo sistema:
- negativo per lesioni intraepiteliali o malignità. Indica che non sono state rilevate anomalie significative nelle cellule cervicali. È il risultato ottimale, che suggerisce una bassa probabilità di cancro cervicale
- anomalie cellulari di significato indeterminato (ASC-US o AGC). Indica la presenza di anomalie cellulari che non possono essere chiaramente classificate come normali o indicative di lesioni precancerose. Potrebbe essere necessario ulteriori test
- lesioni intraepiteliali di basso grado (LSIL). Evidenzia la presenza di anomalie lievi nelle cellule cervicali, che possono essere indicative di infezione da HPV o lesioni precancerose di basso grado
- lesioni intraepiteliali di alto grado (HSIL). Indica la presenza di anomalie più significative nelle cellule cervicali, che possono essere indicative di lesioni precancerose di alto grado o potenzialmente di cancro cervicale.
- carcinoma squamocellulare o adenocarcinoma: questo risultato indica la presenza di cellule cancerose nel campione.
Cosa succede se il Pap test è positivo?
Un Pap test positivo indica che sono state rilevate anomalie nelle cellule cervicali durante l'analisi. Tuttavia, è importante notare che una lettura positiva non indica necessariamente la presenza di cancro cervicale, ma può suggerire la presenza di cellule anomale che richiedono ulteriori valutazioni.
Le azioni successive dipendono dal tipo di anomalie riscontrate e solitamente includono:
- monitoraggio nel tempo, soprattutto se le anomalie sono lievi o moderate. Il monitoraggio serve a vedere se le cellule anomale si risolvono spontaneamente
- colposcopia, in presenza di anomalie più significative. Durante questo esame, viene utilizzato uno strumento chiamato colposcopio per esaminare il collo dell'utero da vicino
- biopsia. Se durante la colposcopia si riscontrano aree sospette, il medico può prelevare un campione di tessuto per ulteriori analisi in laboratorio. La biopsia può determinare se le cellule anomale sono precancerose o cancerose
- trattamento. Se la biopsia conferma la presenza di lesioni precancerose o cancerose, possono essere raccomandati trattamenti. Questi includono la rimozione chirurgica delle aree colpite o altri trattamenti specifici.
In ogni caso, è fondamentale seguire le indicazioni del medico e sottoporsi a tutti gli esami di follow-up raccomandati. Questo garantisce una gestione adeguata delle eventuali condizioni rilevate.