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La stranguria

A cura di
Fabio
Leva

La stranguria è una condizione per cui si ha una minzione anomala, tipicamente a gocce, con difficoltà a svuotare completamente la vescica

Che cos’è la stranguria? 

Con il termine stranguria si indica una minzione dolorosa e difficoltosa, spesso accompagnata da bruciore (sia durante che dopo aver urinato), da getto molto rallentato fino a giungere alla minzione “goccia a goccia” e da tenesmo, ossia spasmi vescicali.

Le cause possibili sono diverse e vanno da infezioni a livello dell’apparato urinario a problemi più gravi, come i tumori.

Stranguria, cause possibili

Le cause possono essere di natura infettivo-infiammatoria, ostruttiva, traumatica o neoplastica, cioè derivanti da un tumore. 

Le aree dell’apparato urinario che possono essere coinvolte sono: 

  • prostata
  • vescica
  • uretra
  • più raramente le altre vie urinarie (ureteri, reni)

Le infiammazioni che principalmente portano come sintomo la stranguria comprendono:

Queste infiammazioni possono a loro volta essere causate da infezioni, calcoli, stenosi (restringimenti) dell’uretra, iperplasia prostatica, tumori di vescica, prostata e uretra. 

Infezioni che possono interessare l’uretra ed essere causa di stranguria includono: 

Esistono inoltre alcune patologie o condizioni che in casi rari possono causare questo sintomo, fra cui

Quali altri sintomi accompagnano la stranguria? 

I sintomi associati alla stranguria sono in larga parte dipendenti dalla causa sottostante. In caso di neoplasie, per esempio, la sintomatologia può risultare apparentemente scollegata dall’area. Tipicamente i tumori sono asintomatici o hanno infatti sintomi generici, oltre a quelli specifici della zona interessata al tumore, quali astenia o stanchezza anomale, inappetenza, calo ponderale, difficoltà di concentrazione o cognitive, malessere generalizzato, nausea con vomito

La stranguria è frequentemente accompagnata da:

  • bruciore all’atto della minzione
  • tenesmo vescicale, cioè una contrazione spasmodica della vescica
  • pollachiuria, cioè la necessità di mingere con frequenza data la difficoltà riscontrata a svuotare la vescica in modo adeguato
  • urgenza minzionale
  • perdite di liquido purulento dall’uretra
  • ematuria (presenza di sangue nelle urine) e uretrorragia (perdita di sangue dal meato uretrale indipendentemente dalla minzione)
  • dolore sovrapubico, inguinale, perineale, scrotale e/o penieno.

Diagnosi ed eventuali terapie 

Il processo diagnostico è definito diagnosi differenziale e consiste nella progressiva esclusione delle varie possibili eziologie, fino a rimanere con una sola. 

Si seguono le tre classiche fasi diagnostiche, ossia raccolta dati anamnestici, esame obiettivo, richiesta di esami specifici.

Nella prima fase il medico a colloquio con il paziente si informa con dovizia di particolari in merito alla sintomatologia, alle circostanze in cui questa è insorta e ad eventuali fattori di rischio generici per varie malattie. 

Successivamente procede alla visita vera e propria, detta appunto esame obiettivo, con ispezione e palpazione degli organi genitali e dell’addome, oltre alla digito-esplorazione rettale. 

Infine il medico prescrive alcuni esami specifici, che servono per dare la diagnosi definitiva, tra cui esami del sangue, esami delle urine e del liquido seminale, ecografie, uroflussometria e tamponi come esami di primo livello, TC addome pelvi, RMN addome inferiore, uretrocistoscopia, cistografia retrograda ed esame urodinamico come esami di secondo livello.

Una volta individuata la causa, si può procedere con la terapia. 

Per le infezioni è previsto l’approccio farmacologico con utilizzo di antibiotici

Le problematiche ostruttive possono richiedere farmaci specifici (in particolare gli alfa-litici) o il ricorso a interventi chirurgici nei casi non risolvibili con il solo approccio farmacologico.

I traumi vanno valutati attentamente per decidere l’approccio più adeguato per conseguire il miglior risultato a lungo termine.

Nel caso di tumori invece le terapie a cui si può ricorrere sono intervento chirurgico per la rimozione del tumore, chemioterapia, radioterapia. Queste terapie dipendono dal tipo di neoplasia, dalla sede, dall’estensione, dalla presenza di comorbilità, dalla presenza di metastasi a distanza e dalle scelte del paziente.