Che cos’è un tampone cervicale?
Il tampone cervicale è un esame diagnostico che consiste nel prelievo di cellule e secrezioni della cervice uterina. Più precisamente, questo esame serve per verificare l'eventuale presenza di microrganismi responsabili di infezioni al livello del collo dell'utero (cervice uterina).
L’esame è eseguito dal ginecologo o dall’ostetrica e si avvale dell'uso di:
- uno speculum un dispositivo medico per la dilatazione delle pareti vaginali
- un sottile bastoncino con l'estremità in cotone sterile, che serve a prelevare le cellule della cervice.
Tampone cervicale colturale e molecolare
È possibile fare una distinzione tra tampone cervicale colturale e molecolare, che operano in modi differenti.
Il tampone colturale consiste nel collocare il campione prelevato in un ambiente che favorisce la crescita di batteri o funghi, al fine di identificare l'agente patogeno e testarne la sensibilità agli antibiotici. Questo metodo richiede più tempo dal momento che è necessario attendere la crescita dei microrganismi.
Il tampone molecolare usa tecniche di biologia molecolare per rilevare direttamente il DNA o RNA degli agenti patogeni nel campione. Offre risultati più rapidi e ha un’alta specificità, anche per i virus, ma non fornisce informazioni sull'antibiotico-resistenza.
Perché fare il tampone cervicale?
Il tampone cervicale ha diverse finalità diagnostico-preventive. Come accennato, è principalmente utilizzato per rilevare la presenza di infezioni o condizioni patologiche a livello della cervice uterina. Tra le principali indicazioni e utilizzi, troviamo:
Questo esame è parte integrante della routine ginecologica, soprattutto perché permette rilevazioni precoci che permettono un trattamento più tempestivo e mirato.
Quando fare il tampone cervicale?
Il momento più opportuno per fare un tampone cervicale dipende da vari fattori come:
- età
- storia clinica
- presenza di fattori di rischio
- raccomandazione del medico.
Vediamo alcune linee guida generali.
Screening per il cancro cervicale e papilloma virus (HPV)
Il tampone mirato allo screening per il cancro cervicale è raccomandato nelle donne:
- di età compresa tra 21 e 29 anni. Si consiglia di fare un Pap test ogni 3 anni per rilevare cambiamenti nelle cellule della cervice che potrebbero indicare un rischio di sviluppo del cancro cervicale
- di età compresa tra 30 e 65 anni. Si raccomanda di effettuare lo screening attraverso uno dei seguenti metodi: Pap test ogni 3 anni, un test HPV ogni 5 anni, o la combinazione di Pap test e test HPV ogni 5 anni.
- oltre i 65 anni: non è generalmente necessario fare lo screening se i risultati precedenti sono stati normali. Tuttavia, il medico può consigliare di continuare lo screening, in caso di storia di cancro cervicale o test anormali.
Età |
Raccomandazioni di Screening |
21-29 anni |
Ogni 3 anni per rilevare cambiamenti nelle cellule della cervice. |
30-65 anni |
Si raccomanda lo screening attraverso uno dei seguenti metodi:
- Pap test ogni 3 anni
- Test HPV ogni 5 anni
- Combinazione di Pap test e test HPV ogni 5 anni
|
Oltre 65 anni |
In presenza di storia di cancro cervicale o test anormali |
Altre condizioni
Il tampone cervicale è consigliato, inoltre:
- se si manifestano sintomi come perdite vaginali anomale, sanguinamento fuori dal ciclo mestruale o dopo i rapporti sessuali, dolore pelvico. Il tampone serve per diagnosticare l'eventuale causa di questi disturbi
- storia di cancro cervicale o risultati anormali di test pregressi: in questo caso il test potrebbe dover essere seguito, secondo le indicazioni del proprio specialista.
Le linee guida per lo screening possono variare a seconda delle raccomandazioni nazionali e delle organizzazioni sanitarie. È importante dialogare con il proprio medico per decidere il programma di screening più adatto in base alla storia clinica individuale e ai fattori di rischio.
Come viene eseguito? Fa male?
L'esecuzione di un tampone cervicale è generalmente rapida e comporta un disagio minimo. L'esame viene effettuato in un ambiente clinico da un ginecologo o un’ostetrica. Durante l'esame, il medico utilizza uno strumento chiamato speculum per dilatare delicatamente le pareti della vagina, permettendo una buona visibilità della cervice uterina. L'inserimento e la regolazione dello speculum possono causare una sensazione di pressione, ma non dovrebbero risultare dolorosi.
Una volta ottenuto un buon accesso alla cervice, il medico procede con la raccolta delle cellule e delle secrezioni utilizzando un apposito bastoncino sottile con l’estremità in cotone sterile (tampone). Questo passaggio può causare una leggera sensazione di irritazione o un lieve crampo. A volte, può essere raccolto anche un campione di liquido cervicale per testare la presenza di infezioni come l'HPV.
Al termine della raccolta, il campione viene inviato a un laboratorio per l'analisi e i risultati richiedono generalmente alcuni giorni o settimane per essere disponibili, a seconda delle pratiche del laboratorio e del tipo di analisi richiesto.
Cosa NON fare prima dell’esame?
Prima del tampone cervicale, per garantire la purezza del campione, si raccomanda nelle 24 ore precedenti di evitare:
- rapporti sessuali,
- l'uso di tamponi e prodotti vaginali, come creme o detersivi.
Inoltre, il prelievo cervicale deve essere eseguito almeno 3/4 giorni dopo la fine delle mestruazioni. La paziente deve aver sospeso ogni eventuale terapia antibiotica da almeno una settimana.
Cosa fare in caso di esito positivo?
Un tampone cervicale positivo per batteri, lieviti e microrganismi sessualmente trasmessi potrebbe indicare la presenza di eventuali patagoni. Pertanto, necessita del confronto con il clinico che procederà a indicare la terapia più opportuna da intraprendere.