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Tiroidite, che cos’è e come si manifesta


La tiroidite è una infiammazione della tiroide, ossia la ghiandola situata alla base del collo. La forma più comune è la tiroidite di Hashimoto, patologia di origine autoimmune

Che cos'è la tiroidite?

Si parla di tiroidite per descrivere un'infiammazione a carico della ghiandola che si trova alla base del collo, la quale svolge un ruolo chiave nello svolgimento di diverse funzionalità dell'organismo, attraverso la produzione di ormoni tiroidei.
La tiroidite può, quindi, portare ad una produzione ormonale anomala che si manifesta con valori ematici alti o bassi.
La tiroidite di Hashimoto - di cui parleremo più avanti in questo articolo - è una delle forme più comuni e ha origine autoimmune. Oltre a questa, esistono anche:

  • tiroidite acuta: è dovuta, nella maggior parte dei casi, ad una infezione di tipo batterico
  • tiroidite di De Quervain: nota anche come tiroidite subacuta, è scatenata da un'infezione virale
  • tiroidite silente: come la tiroidite di Hashimoto, anche questa forma ha natura autoimmune
  • tiroidite di Riedel: una patologia molto rara di cui si conosce ancora poco. In particolare, non è chiaro se sia una forma avanzata di tiroidite di Hashimoto o una patologia diversa
  • tiroidite dovuta a farmaci o esposizione a radiazioni
  • tiroidite post-partum: insorge in media a distanza da un anno dal parto e colpisce circa cinque donne su dieci.

Che cos’è la tiroidite di Hashimoto?

La tiroidite di Hashimoto, anche conosciuta come tiroidite cronica autoimmune, è una patologia che provoca un’infiammazione cronica della ghiandola tiroidea a causa di una reazione autoimmune del sistema immunitario. 

La principale conseguenza di questa malattia è l’ipotiroidismo, ossia una condizione a causa della quale si riduce la produzione di ormoni della tiroide, responsabili di diverse funzionalità nel nostro organismo, dalla gestione della pressione sanguigna alla temperatura corporea.

Nonostante possa colpire chiunque, questa malattia è più frequente nella popolazione femminile di età compresa tra i 30 e i 50 anni.

Ad oggi, non si conoscono ancora le cause esatte di questa malattia, ma l’ipotesi è che alla sua insorgenza contribuiscano fattori genetici e la presenza di altre patologie autoimmuni come il diabete di tipo 1 o l’artrite reumatoide.

Perché viene la tiroidite di Hashimoto?

Abbiamo visto come la familiarità sia un fattore che può aumentare il rischio di sviluppare la tiroidite di Hashimoto. 

Anche la carenza di iodio può favorire questa patologia, in quanto questo è un elemento molto importante per il funzionamento della ghiandola tiroidea. A dimostrazione di ciò c’è il fatto che nelle aree geografiche dove lo iodio risulta carente, le tiroiditi di Hashimoto sono più frequenti.

Anche un eccesso di iodio, tuttavia, può aumentare le probabilità di sviluppare questa forma di tiroidite, che è comune nelle persone affette da sindrome di Down e nelle giovani, in cui si manifesta tipicamente con un calo del tono dell’umore, sensazione generale di stanchezza e stipsi.

Che differenza c’è tra ipotiroidismo e tiroidite di Hashimoto?

La tiroidite di Hashimoto è una delle possibili cause di ipotiroidismo, ma non necessariamente tutte le persone che soffrono di questa condizione hanno la tiroidite. 

Per diagosticarla è necessario riscontrare la presenza di autoanticorpi TPO nel circolo ematico. In caso di positività, l’ipotiroidismo può essere dovuto a tiroidite di Hashimoto, in caso contrario sono altri i fattori a determinare questa condizione.

Che problemi dà?

Nelle forme meno severe, la tiroidite di Hashimoto può anche non comportare alcun tipo di manifestazione sintomatologica 

In altri casi, può rimanere silente per diversi anni per poi manifestarsi con i sintomi tipici dell’ipotiroidismo con il progredire della patologia.

Tra i disturbi più comuni causati da questa forma di tiroidite possiamo includere il gozzo, ossia l’ingrossamento della ghiandola tiroidea, la comparsa di noduli sul collo, una sensazione generale di stanchezza e forme depressive.

Il o la paziente con tiroidite di Hashimoto può accusare anche problemi di secchezza della pelle, di memoria, aumento ponderale e irregolarità delle mestruazioni.

Nelle donne in gravidanza, la tiroidite di Hashimoto può essere causa di aborto spontaneo, parto prematuro o alterazioni nello sviluppo del sistema nervoso del feto.

Come viene diagnosticata la tiroidite di Hashimoto?

Per diagnosticare la tiroidite di Hashimoto, il medico può prescrivere una serie di esami del sangue quali:

  • dosaggio degli ormoni TSH, T4 e T3 per valutare la funzionalità della tiroide in caso di sospetto ipotiroidismo
  • ricerca degli anticorpi contro la tiroide

Oltre agli esami ematici, possono essere prescritti anche esami strumentali per immagini come l’ecografia della tiroide per verificare l’eventuale presenza di noduli.

Come si cura la tiroidite di Hashimoto?

La strategia terapeutica per il trattamento della tiroidite di Hashimoto si basa principalmente sulla cura dei sintomi causati dall’ipotiroidismo. 

Al paziente, quindi, può essere prescritta una terapia ormonale sostitutiva che va proseguita per tutta la vita. L’assunzione degli ormoni è anche utile ad alleviare il gozzo e ridurre, quindi, le dimensioni della ghiandola tiroidea.

Nelle fasi iniziali della terapia, il dosaggio degli ormoni deve essere basso, dal momento che quantità elevate possono comportare effetti collaterali anche severi. 

La velocità con cui aumentare il dosaggio della terapia ormonale deve essere bassa, in particolare, nella popolazione anziana, che è quella più a rischio di sviluppare effetti collaterali.

Il dosaggio va poi aumentato gradualmente fino a quando i livelli ematici di TSH non rientrano nuovamente nella norma. Servono dosaggi più elevati, invece, per le donne in gravidanza.