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Allergia (o orticaria) da farmaci: come si manifesta, cosa fare

A cura di
Michele
Centrone

I farmaci possono causare reazioni allergiche come orticaria o angioedema, così come altri sintomi. Richiedono un trattamento a base di antistaminici o corticosteroidi.

Come si definisce un’allergia da farmaci?

Con il termine più generale di reazione avversa ad un farmaco (ADR: adverse drug reaction) si intende qualunque effetto dannoso, inaspettato ed indesiderato provocato da un farmaco alle dosi comunemente usate nell’uomo a scopo di diagnosi, profilassi e terapia.

Si definisce invece un’allergia ai farmaci quando si ha un coinvolgimento del sistema immunitario. Questa reazione risulta essere particolarmente intensa e presentarsi quando il corpo considera erroneamente il farmaco come una sostanza nociva, un agente patogeno o una tossina.

La classificazione più recente delle reazioni avverse a farmaci considera le reazioni di tipo A (Augmented) o tossiche (costituiscono circa l’80%, 90% di tutte le ADR) e tra queste ci sono ad esempio:

  • effetti collaterali, come sonnolenza in caso di assunzione di antistaminico
  • effetti secondari, come dolore o acidità di stomaco quando si è assunto un antinfiammatorio
  • effetti tossici, ad esempio una riduzione delle cellule ematiche in caso di chemioterapia
  • effetti dovuti a interazione con farmaci, al sovradosaggio o ad alterata eliminazione del farmaco stesso.

Ci sono poi reazioni di tipo B (Bizzarre), imprevedibili ed anormali dal punto di vista quantitativo e qualitativo e includono le reazioni da ipersensibilità. Secondo l’attuale nomenclatura vengono distinte in reazioni di tipo allergico, con produzione e rilascio di anticorpi di tipo IgE oppure non IgE mediate, e di tipo non allergico.

Le reazioni da ipersensibilità costituiscono circa il 15%, 20% di tutte le reazioni avverse a farmaci e la loro prevalenza nella popolazione generale si attesta tra il 6% e l’8%.

Reazioni rare a farmaci

Esistono inoltre ulteriori categorie di reazioni avverse a farmaci: di tipo C (Chronic), di tipo D (Delayed), di tipo E (End of Use) e di tipo F (Failure). Sono nel complesso rare e di minore rilevanza.  

Con quali sintomi cutanei si manifesta? 

L’allergia ad un farmaco può avere numerose e diverse manifestazioni, inclusa ad esempio l’anafilassi, o shock anafilattico, che richiede un trattamento tempestivo.

Le manifestazioni cutanee sono le più frequenti e possono manifestarsi in forma estremamente diversa, sia dal punto di vista morfologico che in termini di gravità.

Si possono distinguere:

  • orticaria: può essere presente subito dopo o a distanza di alcune ore rispetto alla somministrazione del farmaco. Questa reazione si distingue per prurito, gonfiore e la presenza di pomfi. Nel caso in cui il paziente assume nuovamente il farmaco, i pomfi possono ricomparire nel giro di minuti. Il paziente, in alcuni casi, può sperimentare anche sintomi quali dolori all’addome, diarrea e problematiche respiratorie
  • angioedema (edema di Quincke): questa condizione, che interessa il derma profondo e i tessuti sottocutanei, può colpire le labbra, le vie aeree superiori o la regione intorno agli occhi ed è spesso associata all’orticaria
  • esantema maculopapulare: si manifesta a partire da macchie rosse dalle dimensioni ridotte, e in rilievo, che tendono ad unirsi. Sono generalmente reazioni ritardate, associate o meno a prurito e febbre.

Vanno infine ricordati alcuni quadri clinici particolari ad interessamento prevalentemente cutaneo, di gravità variabile, che possono associarsi anche a sintomi sistemici come:

  • la sindrome di Stevens-Johnson, mucosite pluriorifiziale
  • la necrolisi tossica epidermica, o TEN o sindrome di Lyell
  • la sindrome DRESS, rash cutaneo con eosinofilia e coinvolgimento sistemico.

Se non adeguatamente e prontamente trattati questi quadri clinici possono avere una prognosi severa.

Ulteriori sintomi dovuti ad allergia da farmaci

Si specifica che generalmente una reazione allergica a farmaci prevede una prima fase di sensibilizzazione e quindi tende a manifestarsi, non alla prima assunzione di un farmaco ma alle successive.

Tuttavia poiché alcune reazioni da ipersensibilità ai farmaci si verificano anche alla prima somministrazione, cioè in assenza di una precedente sensibilizzazione, sono stati ipotizzati dei meccanismi di interazione tra farmaci e sistema immunitario per spiegare tale fenomeno.

Accanto alle manifestazioni cutanee, altri sintomi possono essere:

Quanto dura una reazione allergica cutanea da farmaco?

Stabilire a priori la durata di una reazione allergica della cute ad un farmaco non è possibile. Solitamente è la gravità dei sintomi a determinare la prognosi. Alcune reazioni di tipo orticaria-angioedema, per fare un esempio, possono scomparire pochi giorni dopo la sospensione del farmaco.

L’esantema maculopapulare può richiedere anche settimane prima che si abbia guarigione.

Quali farmaci possono causare allergia?

Potenzialmente qualunque farmaco può indurre una reazione allergica, tuttavia tra i più comuni si possono indicare:

  • antibiotici: In particolare, quelli della classe delle penicilline e delle cefalosporine sono noti per causare reazioni allergiche
  • farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): farmaci quali aspirina, ibuprofene, ketoprofene e naproxene
  • farmaci chemioterapici: il trattamento per la cura del cancro può a volte scatenare reazioni allergiche
  • agenti di contrasto iodati: utilizzati negli esami diagnostici come le tomografie computerizzate, possono scatenare reazioni allergiche in alcuni pazienti, compresa l’anafilassi.
  • anestetici generali: generalmente tali reazioni avvengono in sala operatoria in occasione di interventi chirurgici.

In alcune occasioni, seppur rare, può non essere direttamente coinvolto il principio attivo del farmaco ma è possibile che il paziente manifesti reazioni allergiche ai cosiddetti eccipienti. Questo termine indica le sostanze inattive che possono ritrovarsi nella composizione del farmaco stesso.

Diagnosi di allergia ai farmaci

Viene svolta nel contesto di una visita allergologica, studiando una possibile relazione tra i farmaci che il paziente sta assumendo e i sintomi che riferisce al professionista. All’anamnesi segue l’esame obiettivo, che è particolarmente utile in fase acuta, soprattutto in caso di reazioni cutanee e respiratorie.

Infine, in centri specializzati, può essere eseguito l’esame allergologico che prevede:

In particolare nei test di provocazione o tolleranza, il paziente assume in modo controllato, e per via orale, il farmaco da indagare o eventuali alternative, rimanendo alcune ore in osservazione al fine di valutare l’eventuale insorgenza di reazioni avverse. Nei casi in cui un farmaco coinvolto in una reazione allergica sia indispensabile e insostituibile per il paziente, è possibile l’induzione di uno stato temporaneo di tolleranza nei confronti della molecola farmacologica attraverso dei percorsi di desensibilizzazione

Viene effettuata mediante somministrazione, orale e o parenterale, di dosi scalari progressivamente crescenti, al fine di raggiungere la tolleranza della dose terapeuticamente efficace; deve essere eseguita in ambiente idoneo e da personale altamente qualificato.

Cosa prevede il trattamento di una allergia da farmaci?

Se sono stati identificati i farmaci all’origine della reazione allergica, anche attraverso i test indicati, devono essere sospesi immediatamente. La malattia per la quale sono stati assunti può essere trattata, se possibile, con farmaci sostitutivi.

È quindi possibile intervenire con una terapia farmacologica, per contrastare e risolvere i sintomi.

Che farmaco prendere per reazione allergica?

Il trattamento farmacologico può variare al tipo di reazione allergica e alla gravità dei sintomi. Le possibili terapie farmacologiche prevedono:

  • antistaminici: sono usati per trattare reazioni allergiche lievi e possono aiutare a ridurre sintomi come prurito, orticaria e gonfiore
  • corticosteroidi: possono essere somministrati oralmente o per iniezione, per ridurre l’infiammazione e trattare reazioni allergiche più severe
  • trattamento di sostegno: nei casi di reazioni gravi possono essere necessarie misure di sostegno, come fluidi per via endovenosa e, nei casi di difficoltà respiratoria, ossigenoterapia.

Si ricorre all’adrenalina (epinefrina) negli episodi di anafilassi per contrastare in tempi rapidi gli effetti gravi della reazione allergica, tra cui shock e difficoltà respiratoria.