Che cos’è l’anossia?
Quando le cellule dei tessuti che costituiscono l’organismo si ritrovano in una privazione di apporto di ossigeno, si ha anossia. Si tratta di una condizione patologica che può essere considerata come una evoluzione della ipossia, condizione che a sua volta indica una deficienza parziale di ossigeno nell’organismo.
Questa condizione richiede un trattamento tempestivo, dal momento l’assenza totale di ossigeno determina una sofferenza delle cellule, fino alla morte del tessuto: la necrosi.
Quali sono i tipi di anossia?
Possono essere distinte diverse forme di anossia:
- anossica, quando è in dipendenza da una anossiemia, ovvero una mancanza o debito di ossigeno nel sangue
- anemica, conseguenza di un diminuito numero di globuli rossi o del contenuto di emoglobina
- ischemica, dovuta a ischemia, ovvero un deficit parziale o totale dell’apporto di sangue verso un tessuto
- stagnante, che accade in seguito ad un arresto cardiaco, per via di una riduzione del flusso sanguigno
- citotossica, quando l’ossidoriduzione cellulare, passaggio del metabolismo delle cellule che permette la liberazione di energia, si trova in una condizione di inattivazione parziale o completa.
Con quali sintomi di manifesta?
Un soggetto che presenti sintomi dovuti ad una condizione di anossia può manifestare:
Cosa provoca l’anossia?
Questo debito di ossigeno a livello cellulare può avere diverse cause scatenanti. Tra le più diffuse si possono indicare:
Anche i soggetti che soffrono di apnee notturne possono andare incontro ad una condizione di anossia.
Mal di montagna
Ci sono poi circostanze in cui una condizione anossica non è determinata da nessun fattore di tipo fisiologico. Circostanze in cui la funzione respiratoria, ad esempio, non è compromessa, né il soggetto patisce alcuna insufficienza cardiaca.
È il caso del cosiddetto mal di montagna. Quando ci si trova in alta quota, infatti, è possibile che l’aria diventi particolarmente rarefatta, e il livello di saturazione dell’emoglobina tende a scendere in modo significativo. Il mal di montagna può determinare, inoltre, complicazione dal potenziale esito fatale per il soggetto, come edema polmonare o edema cerebrale da alta quota.
Quando inizia il danno anossico cerebrale?
Le cellule altamente specializzate, quali sono le cellule nervose, sono particolarmente sensibili alla mancanza di ossigeno. Vanno in necrosi entro i 4, 5 minuti. Ed entro i 10 minuti si ha un danno cerebrale irreversibile.
I tipi di danni sono comunque molteplici. Si possono verificare deficit di tipo motorio o sensoriale, delle alterazioni relative alla sfera emotiva o a carico delle facoltà cognitive del soggetto. In condizioni prolungate di totale mancanza di ossigeno, il soggetto entra in uno stato di coma e in uno stato vegetativo.
Anossia neonatale
Si verifica quando un neonato patisce una condizione di diminuito apporto di ossigeno al cervello, con conseguenti danni irreversibili e gravi. Una anossia temporanea, nel contesto di un parto, accade con lo scopo di attivazione della respirazione.
Quando lo stato di anossia si prolunga nel tempo, la vita del neonato è a rischio. Le cause di una simile condizione sono riconducibili a ostruzione delle vie aeree, malformazioni delle vie respiratorie, danni di tipo funzionale ai centri respiratori bulbari. Il parto prematuro è inoltre un fattore di rischio.
Nei bambini, invece, le cause più frequenti possono essere cadute in acqua, soffocamento dovuto al cibo, questioni cardiologiche derivanti da malformazioni cardiache oppure, ancora, complicanze durante un intervento chirurgico.
Anossia e Covid
Sono stati riscontrati casi di ipossia silente in diversi pazienti con diagnosi di Covid-19. Pazienti in cui non è stata trovata alcuna alterazione del respiro né tosse.
Si è potuta svolgere la diagnosi quando i pazienti sono andati incontro ad un rischio di dispnea acuta e di insufficienza d’organo.
In che modo intervenire?
Nei casi di condizione anossica il trattamento deve essere stabilito in base alla causa sottostante. Dal momento che può trascorrere del tempo per arrivare ad una diagnosi certa, è possibile inizialmente iniziare una ossigenoterapia.
Quando il quadro sintomatologico risulta particolarmente grave, si deve ricorrere a supporti quali la ventilazione meccanica, per scongiurare il precipitare del paziente verso il coma o lo stato vegetativo.