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Blefarite: sintomi, cause e rimedi


La blefarite è una infiammazione del margine della palpebra, può essere idiopatica o conseguente ad una infezione. Viene gestita, se necessario, con colliri antibiotici o antinfiammatori.

Cos’è la blefarite?

La blefarite è una infiammazione, di tipo acuto oppure cronico, a carico del margine palpebrale, chiamato anche margine libero delle palpebre. Questa infiammazione della palpebra può essere accompagnata da gonfiore e arrossamento.

Si danno due tipi di blefarite:

  • acuta ulcerativa che origina da infezioni batteriche, o di origine virale, che interessa il margine libero palpebrale, ghiandole di Meibomio e follicoli delle ciglia. Si ha anche una forma non ulcerativa, conseguenza di una reazione allergica
  • cronica, di natura idiopatica, nella quale le ghiandole di Meibomio creano un film di lipidi alterato.

Si parla a volte anche di blefarite da stress, perché questo fattore interviene su alcune patologie che risultano in associazione con l’infiammazione delle palpebre, come ad esempio l'acne rosacea e la dermatite seborroica.

I sintomi della blefarite

Il quadro clinico della forma acuta prevede:

  • dolore marcato delle palpebre
  • rossore e gonfiore significativi
  • presenza di pus o altre secrezioni che possono far aderire le palpebre durante la notte
  • sensazione di bruciore e irritazione marcati.

Nella forma cronica, il paziente può lamentare:

  • moderato rossore e irritazione delle palpebre
  • formazione di squame o piccole croste simili alla forfora lungo i bordi delle palpebre
  • sensazione costante di prurito o bruciore
  • periodi di miglioramento seguiti da riacutizzazioni dei sintomi.

Sintomi comuni possono essere la sensazione di corpo estraneo, fotofobia, caduta e ricrescita anormale delle ciglia e, in alcuni casi, mal di testa.

Quanto dura?

Solitamente la blefarite si risolve tra le 2 e le 4 settimane, superate le quali può essere definita cronica.

Perché si prende la blefarite?

Nella forma acuta, le cause possono essere:

  • infezioni batteriche: sono tra le cause più comuni della blefarite acuta. Il batterio Staphylococcus è la causa maggiormente riscontrata
  • Herpes Simplex: può causare una forma di blefarite acuta chiamata blefarite erpetica. È caratterizzata da vescicole dolorose che possono scoppiare, causando piccole ulcere sulle palpebre
  • reazione allergica: allergie a prodotti per la cura degli occhi, cosmetici o ad altri agenti esterni.

Le forme croniche possono essere dovute a:

  • dermatite seborroica: determina la formazione di squame oleose o secche sulla pelle, inclusi i margini delle palpebre
  • rosacea: una patologia cronica che causa arrossamento e pustole sulla pelle del viso
  • disfunzione delle ghiandole di Meibomio: la disfunzione di queste ghiandole può portare a blefarite cronica a causa dell’irritazione e dell’infiammazione delle palpebre
  • acari: gli acari come Demodex possono infestare le palpebre e le ciglia provocando irritazione, rossore e infiammazione cronica
  • allergie: reazioni allergiche a sostanze come pollini, peli di animali o cosmetici possono contribuire all’insorgenza di blefarite.

Come avviene la diagnosi?

La diagnosi è essenzialmente clinica e si basa sull’osservazione dei sintomi, oltre alla raccolta dei dati sulla storia clinica del paziente. L’osservazione dei sintomi avviene attraverso l’uso di una lampada a fessura, che permette di studiare le palpebre, le ciglia, e i margini palpebrali per identificare segni di infiammazione, arrossamento, forfora sulle ciglia, gonfiore delle ghiandole di Meibomio ed eventuali ulteriori anomalie.

L’oculista può inoltre valutare se la disfunzione delle ghiandole di Meibomio ha influenzato la qualità delle lacrime o ha causato secchezza oculare un problema, questo, spesso associato alla blefarite.

Test aggiuntivi sono la coltura batterica, in caso di sospetto di origine batterica, e test allergici.

Come si fa per guarire da una blefarite?

Una corretta gestione della blefarite prevede innanzitutto una buona gestione dell’igiene degli occhi, essenziale anche ai fini della prevenzione e della riduzione delle recidive. Applicare un panno umido, e caldo, sulle palpebre per alcuni minuti aiuta a sciogliere secrezioni ed eventuali croste; risulta importante usare un panno diverso per ogni occhio.

Quindi, le palpebre vanno pulite con un detergente specifico per blefarite e, in ogni caso, delicato. Croste e secrezioni possono essere delicatamente rimosse utilizzando un cotton fioc imbevuto di detergente. Se la blefarite determina secchezza oculare, è opportuno utilizzare delle lacrime artificiali.

Dal punto di vista farmacologico, è possibile che sia prevista la somministrazione di colliri antibiotici o antinfiammatori, a seconda della causa specifica diagnosticata.