Cos’è la bradicardia?
La bradicardia è la condizione in cui la frequenza cardiaca, ovvero il numero di battiti cardiaci al minuto, in condizioni di riposo, è più lenta del normale. In particolare, nelle persone adulte, si parla di bradicardia quando la frequenza cardiaca è inferiore a 60 battiti al minuto (bpm).
Viene considerata:
- lieve (frequenza cardiaca 50-59bpm)
- moderata (frequenza cardiaca 40-49bpm)
- grave (frequenza cardiaca inferiore a 40bpm)
Si definisce bradicardia fetale quando il battito del feto scende sotto i 100 bpm.
Forme non patologiche
La forma più frequente di bradicardia è la bradicardia sinusale, cioè un rallentamento nella normale formazione, nel “nodo del seno” (ovvero la centralina elettrica principale del cuore), dell’impulso elettrico che porta alla contrazione del muscolo cardiaco.
Di regola non è considerata patologica e può essere dovuta a una caratteristica personale (ogni persona ha una sua frequenza cardiaca). E’ comunque normale che nel sonno il battito cardiaco scenda rispetto allo stato di veglia.
È frequente negli sportivi, in particolare negli sport di resistenza, come la corsa, il ciclismo, il nuoto.
Nel caso degli atleti, l’esercizio prolungato porta ad una dilatazione del cuore, che pompa quindi più sangue ogni volta che si contrae. In tal modo, per mantenere il normale flusso sanguigno, il cuore necessita di contrarsi meno volte (un cuore che pompa 50 ml di sangue alla volta, per pompare i “regolari” 5 litri al minuto deve contrarsi 100 volte al minuto; se ne pompa 100 ml a volta, si dovrà contrarre solo 50 volte al minuto).
Negli atleti professionisti è frequente trovare una frequenza cardiaca tra 40 e 50 battiti al minuto (Fausto Coppi, un famoso ciclista del secolo scorso, si dice avesse a riposo una frequenza di 35 battiti al minuto).
Un'altra possibile causa di bradicardia sinusale è l'uso di specifici farmaci: alcuni farmaci come i beta-bloccanti e alcuni calcio-antagonisti rallentano il battito cardiaco, rallentando di conseguenza la formazione dell'impulso elettrico nel cuore.
Diversi farmaci possono anche provocare una interruzione della trasmissione dell’ impulso elettrico attraverso il cuore (“blocco cardiaco”).
Forme patologiche della bradicardia
Vi sono poi le bradicardie dovute ad anomalie della formazione e propagazione del battito all’ interno del cuore:
- malattia seno-atriale
- blocco atrio-ventricolare.
Il cuore ha una centralina principale che produce lo stimolo elettrico, ma è provvisto di una serie di centraline accessorie, che entrano in azione quando la centralina principale rallenta in maniera importante o addirittura non funziona.
Il battito cardiaco è governato dalla centralina che va più veloce (quindi di regola dal “nodo del seno”). Le altre centraline (“nodo atrio-ventricolare” e “tessuto di conduzione ventricolare”) formano l’impulso a frequenza progressivamente ridotta. Se tutte le centraline fallissero, ogni cellula cardiaca è in grado di attivarsi, ma in tal caso a frequenza molto bassa (e talora incompatibile con la sopravvivenza).
Alcune di tali condizioni sono “parafisiologiche”, cioè sono anomalie benigne, che non vanno considerate come vere e proprie malattie:
- Nei giovani è relativamente frequente un “ritmo ectopico” dovuto all’ intervento di una centralina accessoria. In tal caso, basta far fare un lieve esercizio, per far ri-intervenire il “nodo del seno”).
- Di notte può esserci un rallentamento della distribuzione dell’impulso elettrico, cioè un blocco atrio-ventricolare minore (definito di “I grado” e “II grado tipo1”).
Vi sono poi le condizioni patologiche vere e proprie:
- malattia seno-atriale, in cui la centralina principale può non funzionare, magari a fasi alterne
- blocco atrioventricolare maggiore:
- blocco di II grado tipo 2, in cui passano agli atri e ai ventricoli solo una frazione dei battiti (1 ogni 2 o 1 ogni 3, più frequentemente)
- blocco di III grado (o “completo”) in cui vi è il blocco completo del passaggio degli impulsi elettrici e la stimolazione dei ventricoli avviene per merito di una centralina secondaria, quindi a frequenza cardiaca particolarmente bassa.
Cosa può provocare la bradicardia patologica?
Varie malattie cardiache possono danneggiare l’impianto elettrico del cuore:
- cardiopatia ischemica, come ischemia e infarto del miocardio
- cardiopatie congenite
- miocardiopatie e miocarditi
- alterazioni dell’equilibrio idro-elettrolitico (alterazioni di potassio, magnesio, ecc)
- sindrome delle apnee notturne
- condizioni infettive o infiammatorie
- una vera e propria degenerazione di tale impianto elettrico, a volte dovuta all’invecchiamento (che provoca la “fibrosi”, cioè la sostituzione del tessuto attivo con tessuto inerte).
La causa della bradicardia neonatale è invece generalmente l’ipossia, carenza di ossigeno conseguente a problematiche respiratorie del bambino.
Quali sono i sintomi principali?
Molto spesso non vi sono sintomi specifici associati alla bradicardia. Il riscontro è occasionale durante una valutazione clinica o dopo avere eseguito un elettrocardiogramma (ECG). In tal caso la bradicardia è generalmente fisiologica o comunque benigna.
Nelle forme legate a una condizione patologica, possono manifestarsi sintomi dovuti a un insufficiente apporto di ossigeno a vari organi e apparati.
In particolare possono comparire:
Come si diagnostica la bradicardia?
La diagnosi della condizione è relativamente semplice. Il medico, in sede di valutazione clinica, ascolta il cuore e rileva un battito lento. A volte, questo battito lento può essere rilevato da dispositivi elettronici per la misurazione della pressione, saturimetri o smartwatch e altri apparecchi da polso per il monitoraggio del battito cardiaco, generalmente usati durante l'attività sportiva.
La bradicardia va però sempre confermata con un elettrocardiogramma, che evidenzia specificamente l'attività elettrica del cuore (la misurazione della frequenza cardiaca al polso o tramite i dispositivi citati in precedenza può talvolta risultare imprecisa, poiché potrebbe non rilevare eventuali extrasistoli, che generano un battito più debole).
L’elettrocardiogramma può quindi evidenziare una bradicardia benigna (ad esempio una bradicardia sinusale) o evidenziare un problema di “bradi-aritmia”, cioè una forma patologica di battito lento.
In genere (ma non sempre) una bradicardia asintomatica è benigna, mentre una bradicardia sintomatica è più spesso patologica.
Come si cura la bradicardia?
La terapia della bradicardia dipende fondamentalmente dalla sua causa.
Nei casi in cui la bradicardia sia stata provocata da una dose eccessiva di farmaci, il medico provvederà alla riduzione o sospensione degli stessi ed alla eventuale sostituzione con delle alternative.
Se la condizione è invece provocata da patologie cardiache, polmonari, infettive/infiammatorie, endocrinologiche o dall’alterazione dell’equilibrio idroelettrolitico, si procede trattando la causa specifica. A volte, in attesa della risoluzione della causa sottostante, può essere necessario il posizionamento di una stimolatore cardiaco temporaneo.
Se però la causa della bradicardia patologica fosse irreversibile, si procederà ad impiantare uno stimolatore cardiaco permanente (pacemaker), un dispositivo che sostituisce il sistema di formazione/conduzione dell’impulso cardiaco. Il pacemaker è formato da fili elettrici posizionati all’interno delle cavità cardiache (ventricolo/atrio) connessi a un generatore posizionato sotto cute. L’operazione viene eseguita in anestesia locale e con guida radiologica.
Quando la bradicardia diventa pericolosa?
La bradicardia deve preoccupazione quando influisce significativamente sulle attività quotidiane e sulla qualità della vita, soprattutto se accompagnata da sintomi rilevanti, in genere stanchezza marcata, mancanza di fiato, capogiri e svenimenti.
È particolarmente importante prestare attenzione nei pazienti con patologie cardiache già diagnosticate o altre condizioni mediche che potrebbero aggravare il quadro clinico.