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La creatinofosfochinasi (CPK), detta anche creatinchinasi (CK) è un enzima presente principalmente nei muscoli, nel cuore e nel cervello. Si tratta di un indicatore di attività muscolare: quando i muscoli lavorano o subiscono danni, i livelli di questo enzima possono aumentare nel sangue. Questo rende la CPK uno strumento utile per monitorare la salute muscolare e cardiaca.
La creatinchinasi ha sia la capacità di catalizzare la conversione della creatina in fosfocreatina (immagazzinando in questo modo energia) che la reazione inversa (rilasciando energia).
È in questo momento, che durante un breve e intenso allenamento, la fosfocreatina (accumulata nel periodo di riposo) andrà a cedere il suo gruppo fosfato all’ADP, sintetizzando nuova ATP e rendendo disponibile nuova energia.
Per entrambe le reazione è necessario che sia presente magnesio.
E così, un valore elevato di questo enzima, può provocare sia un danno muscolare che andare a interferire con la produzione di energia muscolare.
La creatinofosfochinasi aiuta le cellule a produrre energia, un po' come una batteria che si ricarica continuamente. Esistono tre tipi principali di CPK, ognuno con una "specializzazione":
Quando i livelli di CPK aumentano, può significare che c'è stato un danno in una di queste aree.
Nel caso in cui si abbia la creatinfosfochinasi alta, si può ricondurre tale valore elevato a delle lesioni o a uno stato di stress in zone quali il cuore, il muscolo cardiaco o il cervello o a motivi quali:
Come anticipato, le forme (isoforme) di CK sono tre, ed è grazie a queste che i medici sono in grado di identificare esattamente il sito del danno. Tra queste è presente la CK-MB che è presente in maniera prevalente nel cuore e solo in minima parte nel muscolo scheletrico. Le cause che portano a un aumento dei valori di CK-MB sono:
La seconda isoforma di CK è la CK-MM che è presente soprattutto nel cuore e nel muscolo scheletrico:
La terza isoforma di CK è la CK-BB che è presente soprattutto a livello cerebrale e nella muscolatura liscia (intestino, utero, placenta):
Un esame del sangue per misurare la CPK può essere utile in diverse situazioni. Ad esempio, il test della creatinchinasi è spesso richiesto per diagnosticare:
Valori normali di CPK variano a seconda dell’età, del sesso e dell’attività fisica. Livelli alti non sempre indicano un problema grave: dopo un allenamento intenso, è normale che i muscoli rilascino più CPK nel sangue. Tuttavia, valori persistentemente elevati possono segnalare condizioni più serie, come lesioni muscolari croniche o malattie autoimmuni come la polimiosite.
È necessario effettuare il test in presenza di:
Questo test è utile anche nel monitoraggio di eventuali danni progressivi a livello del tessuto cardiaco e muscolare.
Viene prelevato un campione di sangue venoso.
No, questo esame non necessita di alcuna preparazione, è però consigliabile evitare di fare intensi esercizi fisici prima del test.
Sì, è consigliabile che il paziente si presenti a digiuno per effettuare l’esame.
Sì, è consigliabile fare l’esame della creatinfosfochinasi di prima mattina.
La creatinfosfochinasi fa parte di un gruppo di enzimi, detti isoenzimi, e andando a misurare quelli specifici è possibile individuare gli organi danneggiati.
Per prevenire aumenti indesiderati di CPK, è importante prendersi cura della propria salute muscolare. Evitare sforzi fisici estremi senza preparazione, mantenere una dieta equilibrata e idratarsi adeguatamente sono passi fondamentali. In caso di sospette lesioni o dolori persistenti, è sempre bene consultare un medico.
Uno studio pubblicato su Journal of Neurology nel 2023 ha esplorato il ruolo della CPK come biomarcatore per la diagnosi precoce di malattie muscolari genetiche. I ricercatori hanno evidenziato che livelli elevati di CPK possono precedere i sintomi clinici, permettendo un intervento tempestivo.
Un altro studio del 2022 su Circulation ha confermato l’importanza del CPK-MB come indicatore prognostico nei pazienti colpiti da infarto, sottolineando come il monitoraggio regolare possa migliorare la gestione del rischio cardiovascolare.