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Dermatophagoides pteronyssinus


Il Dermatophagoides pteronyssinus è un acaro della polvere che può causare allergie respiratorie. Scopri sintomi, diagnosi, trattamenti e strategie di prevenzione per ridurre l'esposizione agli allergeni

Che cos’è il Dermatophagoides pteronyssinus?

Si tratta di un microrganismo, appartenente all’ordine degli aracnidi, come scorpioni, ragni e zecche, che insieme a Dermatophagoides farinae e Euroglyphus maynei, è responsabile della maggior parte dei casi di reazioni allergiche alla polvere nel mondo.

Tutti e tre vengono comunemente denominati acari della polvere, ma D. pteronyssinus e D. farinae presentano tali similarità dal punto di vista allergenico, che non è quasi possibile distinguerli in base alle reazioni di un paziente.  

Nei soggetti ipersensibili alle determinate molecole, specialmente nei bambini, possono determinare reazioni allergiche solitamente blande che colpiscono naso e occhi, anche se talvolta possono causare qualche problema più serio a livello respiratorio.

Dove si trova?

Poiché si nutrono essenzialmente di forfora umana, si trovano prevalentemente nelle lenzuola e sulle federe dei cuscini. Tuttavia la loro proliferazione è agevolata da ambienti in cui si può raccogliere la polvere, per questo la denominazione acari della polvere, e in cui ci siano temperature miti e un grado di umidità alto

Quali sono i sintomi di un’allergia a D. pteronyssinus

Il meccanismo che provoca le allergie è una reazione anomala del nostro sistema immunitario che comincia a considerare come dannose o pericolose delle molecole che in realtà sono innocue

L’attivazione del sistema immunitario in condizioni in cui essa non sarebbe necessaria porta ad ad alcune reazioni, la cui gravità varia a seconda del tipo di allergia e della sensibilità dell’individuo. Nel caso dell’allergia agli acari della polvere i sintomi prevalenti sono:

  • fastidio al naso e agli occhi, con prurito frequente e talvolta intenso
  • starnuti come per un raffreddore 
  • tosse e irritazione in gola 
  • possibilità di congiuntivite 
  • in casi rari episodi simili all’asma per cui si ha respirazione affannosa e sensazione di peso al petto 

Quali alimenti non consumare con l’allergia agli acari?

Le allergie sono causate da molecole dette allergeni, che non necessariamente si trovano solo negli acari della polvere. Questo fenomeno è conosciuto con il nome di reazioni crociate e comporta che altri elementi che abbiano molecole simili a quelle che scatenano l’allergia possa portare a reazioni simili.

Nel caso degli acari della polvere si tratta in prevalenza di cibo di provenienza marina, come:

  • granchi
  • gamberi e gamberoni
  • astice e aragosta
  • cicala di mare
  • scampi
  • mazzancolle 
  • seppie
  • totani
  • calamari
  • moscardini 
  • cozze
  • arselle 
  • vongole
  • tartufi di mare 

Come si diagnostica l’allergia agli acari della polvere?

L’allergia si diagnostica con un processo che prevede la visita medica durante la quale si effettua la raccolta dei dati anamnestici, l’esame obiettivo e una serie di test. 

La raccolta dei dati anamnestici o anamnesi è il momento in cui il paziente o i suoi genitori se si tratta di un bambino (cosa piuttosto frequente nel caso di allergie) a colloquio con il medico riferiscono in merito ai sintomi e alle circostanze della loro insorgenza. 

Il medico annota ed esegue poi l’esame obiettivo sulla base dei dati raccolti. Questo è la visita medica vera e propria in cui, dato il tipo di patologia che si sta indagando, verranno analizzati cute, naso e occhi e verificata la respirazione del paziente.

L’allergia può però venire confermata solo tramite alcuni test specifici. In particolare sono tre quelli che servono per una diagnosi precisa di condizione allergica: il prick test, il dosaggio IgE specifiche e la diagnostica molecolare allergologica. 

Il primo è un test che il medico può eseguire sul momento quando visita il paziente. Consiste nell’esposizione del paziente ad una quantità minima di agente allergenico, che viene versato in forma liquida sulla pelle del paziente. Questo viene poi punto (to prick in inglese indica la puntura) per far sì che il liquido penetri. Se la zona si gonfia e arrossa leggermente il test è considerato positivo. 

Successivamente si procede con un esame del sangue, che è il dosaggio IgE specifiche, che serve a confermare il prick test.  Infine per una diagnosi più accurata si deve individuare la proteina allergenica esatta; a questo serve la diagnostica molecolare allergologica. 

Cosa fare in caso di allergia da acari della polvere?

Il trattamento può essere di due tipi, che non sono mutualmente esclusivi, anzi vengono solitamente somministrati in contemporanea.  Da una parte si procede al trattamento dei sintomi, con appunto il trattamento sintomatologico. Questo è solitamente effettuato con farmaci antistaminici e corticosteroidi, che leniscono gli effetti dell’allergia, riportando l'organismo ad uno stato di normalità, per quanto possibile. 

Nei casi in cui siano presenti difficoltà respiratorie, può venire prescritta una cura farmacologica per migliorare questa condizione.  La seconda parte della terapia è quella immunologica, che è una sorta di vaccino contro gli agenti allergenici. Questa, che si definisce immunoterapia preventiva, consiste nel dosare durante un periodo di almeno tre anni, una quantità specifica di allergene, in modo da insegnare all’organismo a riconoscerlo e renderlo immune. 

Prevenzione dell’allergia agli acari della polvere

La prevenzione delle allergie, o in caso di allergie conclamate, delle reazioni allergiche non è possibile al 100%. Il paziente prima o poi nella vita verrà a contatto con gli allergeni e questo non è del tutto evitabile. 

Si possono però ridurre le occasioni di contatto con alcuni accorgimenti che agiscano sull’ambiente in cui si passa la maggior parte del tempo. 

  • aerare bene tutti gli ambienti vitali in modo da permettere l’assorbimento dell’umidità o che l’aria fredda in parte uccida gli acari e ne ostacoli il proliferare 
  • mantenere un livello di pulizia elevato, curandosi di spolverare e lavare tutte le superfici in cui si può accumulare polvere, quindi pavimenti, ma anche tappeti, tende, materassi, cuscini 
  • cambiare frequentemente le lenzuola e le federe dei cuscini e optare per materiali sintetici anti acaro che siano facili da pulire (tessuti barriera)
  • i peluche dei bambini, se ce ne sono, vanno lavati ogni due settimane 
  • usare aspirapolveri dotate di filtri HEPA
  • non stendere i panni bagnati in casa, quantomeno non in camera da letto
  • non fumare in ambienti domestici 
  • prevedere una bonifica ambientale periodica

Va ricordato che l’allergia agli acari non è stagionale come quella ai pollini, ma può presentarsi tutto l’anno.