La difficoltà a deglutire è chiamata disfagia ed è un disturbo che può verificarsi in diverse condizioni. Le difficoltà a deglutire possono essere infatti legate a molteplici cause. Più frequenti in età avanzata, soprattutto in concomitanza con l’assunzione di alcuni farmaci, i disturbi della deglutizione si possono presentare anche in altre età. Per risolverli occorre rivolgersi al proprio medico ed eseguire gli esami necessari a individuare la causa sottostante.
La difficoltà a deglutire
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Quando non si riesce a deglutire, cosa vuol dire?
La difficoltà nella deglutizione può manifestarsi in presenza di numerose patologie, che ora andremo a elencare ricordando che non è detto che tale condizione sia necessariamente sintomo di una malattia, ma può anche essere legata a disturbi occasionali o a una semplice masticazione scorretta. Premesso ciò, cause della disfagia possono essere:
- disturbi neurologici quali ictus, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica (SLA), sclerosi multipla, morbo di Alzheimer e altre forme di demenza
- distrofie muscolari
- traumi alla testa o al midollo spinale
- tumore allo stomaco, all’esofago, della laringe, della tiroide, delle ghiandole salivari
- reflusso gastroesofageo
- infezioni e infiammazioni come poliomielite, faringite o tonsillite
- anafilassi: reazioni allergiche gravi e potenzialmente letali
- farmaci: molti farmaci di uso comune tra i quali antipertensivi, ansiolitici, antidepressivi, antinfiammatori e analgesici possono provocare tra gli effetti collaterali, secchezza delle fauci, inibizione della muscolatura liscia coinvolta nella deglutizione, depressione del sistema nervoso centrale o direttamente disfagia.
Cosa fare se non riesci bene a ingoiare?
Nei casi più lievi di disfagia aiuta aumentare la frequenza dei pasti diminuendo le quantità, assumendo alimenti facili da deglutire ed evitando alcolici, caffeina e fumo. Anche una dieta volta ad attenuare gastrite e reflusso è indicata in caso di difficoltà a deglutire.
Inoltre, può essere utile rivolgersi a un logopedista per una rieducazione della deglutizione.
Come inizia la disfagia?
La disfagia può iniziare gradualmente o improvvisamente, a seconda della causa sottostante, e i sintomi possono variare da lievi a più gravi.
La deglutizione è un’attività che diamo normalmente per scontata, ma che in realtà è complessa e implica una serie di azioni a livello di varie strutture anatomiche come la cavità orale, la faringe e l’esofago controllate dal sistema nervoso che coordina i muscoli di tutti questi organi nello svolgere i movimenti necessari a permettere il transito del cibo o di liquidi. In caso di disfagia questo complesso meccanismo non si svolge nel modo corretto e la persona percepisce un blocco che può presentarsi
- come nodo o presenza di un corpo estraneo nella gola (disfagia orofaringea)
- oppure all’altezza dell’esofago (disfagia esofagea).
La disfagia orofaringea è spesso correlata a disturbi neurologici che interessano i nervi e i muscoli responsabili del processo di deglutizione. La disfagia esofagea invece si verifica quando il cibo incontra difficoltà a muoversi dall’esofago allo stomaco per una ostruzione fisica o un restringimento dell’esofago.
Oltre a tosse e rigurgiti, nei casi più gravi possono manifestarsi vomito e graduale perdita di peso causata dall’impossibilità di alimentarsi. In presenza di questi sintomi, e quando la deglutizione diventa del tutto impossibile, occorre rivolgersi subito al proprio medico.
Un’ulteriore conseguenza della difficoltà a deglutire può essere la polmonite da aspirazione (ab ingestis), una infezione polmonare provocata dall’inalazione involontaria di materiale alimentare, proveniente dall’apparato digerente.
Come si può guarire dalla disfagia?
Il trattamento della disfagia varia in base alla causa sottostante. Per identificarla, il medico esegue un esame obiettivo accompagnato da un colloquio approfondito con il paziente. In seguito, potrà prescrivere degli esami strumentali, tra i quali spesso una fibroendoscopia, associata eventualmente a delle prove di deglutizione oppure un test radiografico con bolo baritato.
Ulteriori approfondimenti poi potranno essere richiesti in base al sospetto della patologia sottostante (TC o RMN encefalo o del collo/torace).
Per pazienti affetti da disfagia grave, con impossibilità ad alimentarsi, oltre ad alimentazioni speciali con sondino naso gastrico oppure PEG (gastrostomia endoscopica percutanea, cioè l'introduzione diretta del sondino a livello gastrico) il medico può anche prevedere interventi chirurgici nei casi possibili.