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L'embolia polmonare: cause, sintomi e cure

A cura di
Andrea
Casini

L'embolia polmonare rappresenta una condizione medica potenzialmente letale che si verifica quando un'arteria polmonare viene improvvisamente ostruita da un embolo.

Cos'è l’embolia polmonare?

L'embolia polmonare è una condizione medica che si verifica quando uno o più rami dell'arteria polmonare vengono ostruiti da un embolo

L’embolo è un corpo estraneo, una massa mobile e insolubile che può essere costituita da diversi materiali, tra cui un coagulo di sangue (trombo),il  liquido amniotico durante il parto, il midollo osseo a seguito di una frattura ossea o addirittura una bolla di gas che si genera dopo un’attività subacquea.

Nel 95% dei casi gli emboli polmonari hanno però origine da una trombosi venosa profonda degli arti inferiori, ovvero quando un coagulo di sangue presente nelle vene profonde della gamba o del bacino, si stacca e viene trasportato attraverso il flusso sanguigno fino alle sezioni destre del cuore e, infine, all'arteria polmonare.

Cosa può provocare un'embolia polmonare?

La causa più comune dell’embolia polmonare è, come indicato, la formazione di un coagulo di sangue che si stacca da una vena profonda e raggiunge i polmoni. 

Diversi fattori di rischio, congeniti o acquisiti, possono però aumentare significativamente la probabilità di sviluppare questa grave condizione. Tra questi:

  • ipercoagulabilità, ovvero una maggior tendenza alla formazione di coaguli sanguigni
  • inattività fisica prolungata, che determina stasi venosa
  • lesioni della parete dei vasi sanguigni (lesione endoteliale)
  • età avanzata (maggior incidenza oltre i 60 anni)
  • fattori genetici
  • fumo
  • Obesità
  • Neoplasie attive
  • Terapia ormonale anticoncezionale o sostitutiva
  • Gravidanza
  • Traumi
  • Interventi chirurgici
  • Uso di estrogeni, soprattutto nelle donne di età superiore ai 35 anni

Oltre ai fattori di rischio già menzionati, diverse condizioni mediche possono aumentare la predisposizione all'embolia polmonare. Tra queste troviamo:

Quali sono i sintomi di un’embolia polmonare?

I sintomi di un'embolia polmonare dipendono dall'entità dell'ostruzione e dallo stato di salute generale della persona. Tuttavia, ci sono alcuni sintomi comuni a cui prestare attenzione:

  • dispnea: respiro affannoso, spesso rapido, che può comparire improvvisamente anche a riposo
  • bassa saturazione di ossigeno nel sangue
  • dolore toracico: di tipo oppressivo costrittivo o trafittivo, che può aumentare con gli atti respiratori o con i colpi di tosse
  • cardiopalmo: battito cardiaco accelerato, che può diventare irregolare
  • tosse ed emottisi: presenza di sangue nell'espettorato dopo aver tossito
  • sincope, soprattutto in caso di emboli di grosse dimensioni

È inoltre importante tenere sott'occhio i segni di trombosi agli arti inferiori, come gonfiore, calore, arrossamento e dolore, poiché possono indicare la possibile presenza dell'embolia.

Esistono anche embolie polmonari asintomatiche: in caso di ostruzione delle ramificazioni secondarie dell'arteria polmonare, la malattia può infatti progredire senza sintomi evidenti.

Quanto è grave l'embolia polmonare?

La gravità dell'embolia polmonare può variare notevolmente da caso a caso, con un ampio spettro che va da forme lievi a potenzialmente letali.

Nelle forme più severe, definite embolia polmonare massiva o ad alto rischio, l'ostruzione del flusso sanguigno è talmente estesa da compromettere seriamente la funzione cardiaca, creando una situazione di emergenza medica immediata. I sintomi includono dolore toracico acuto, difficoltà respiratorie severe, tosse con sangue e perdita di coscienza.

In contrapposizione, i casi meno gravi possono manifestarsi con sintomi più moderati, come respiro affannoso, tosse secca o con lieve fastidio al petto. Tuttavia, anche in queste situazioni apparentemente meno preoccupanti, è fondamentale non sottovalutare i segnali e richiedere assistenza medica.

La diagnosi e il trattamento precoci risultano infatti cruciali per il buon esito della prognosi. Un'embolia polmonare non trattata, anche se inizialmente lieve, può progredire rapidamente, determinando gravi complicazioni a lungo termine. In alcuni casi estremi, un'ostruzione massiva delle arterie polmonari può persino portare a morte improvvisa.

Come si effettua la diagnosi?

La diagnosi di embolia polmonare richiede una serie di esami per poter essere confermata. In genere, la valutazione inizia con un esame fisico completo, durante il quale il medico ascolta i polmoni del paziente alla ricerca di suoni anomali e controlla la presenza di eventuali segni di trombosi venosa profonda agli arti inferiori.

Successivamente vengono eseguiti test di laboratorio, come il dosaggio del D-Dimero, un prodotto di degradazione della fibrina che può essere elevato in presenza di trombosi. Gli esami di imaging, come la tomografia computerizzata del torace (TC) con mezzo di contrasto o la scintigrafia polmonare ventilo-perfusoria, possono essere utilizzati per confermare la presenza dell’embolia e determinare l'estensione del danno.

Possono essere eseguiti anche un elettrocardiogramma (ECG) o un ecocardiogramma per valutare la funzione cardiaca e individuare eventuali segni di sofferenza del ventricolo destro del cuore, disturbo comune nelle persone con embolia polmonare.

Come si guarisce da un'embolia polmonare?

La cura dell'embolia polmonare viene adattata a ciascun caso, considerando la gravità e le caratteristiche individuali. L'obiettivo principale è contrastare i sintomi acuti, prevenire recidive e minimizzare le potenziali complicazioni nel tempo.

Per quanto riguarda la terapia farmacologica, spesso vengono prescritti anticoagulanti, noti anche come fluidificanti del sangue, per prevenire la formazione di nuovi coaguli e permettere al corpo di assorbire quelli già presenti. Questi farmaci possono essere somministrati per via endovenosa o orale, a seconda delle necessità del paziente.

Nei casi più gravi può essere necessario ricorrere a trattamenti più aggressivi, come la trombolisi, che consiste nell'iniezione di farmaci trombolitici per "frantumare" il coagulo e ripristinare il flusso sanguigno. 

Infine, in determinate circostanze, può essere necessario ricorrere all'embolectomia polmonare chirurgica o alla trombectomia percutanea.