I farmaci antidiabetici possono essere orali o essere somministrati per via sottocutanea. Servono a gestire il diabete di tipo 1 e di tipo 2.
Cosa sono i farmaci antidiabetici?
I farmaci antidiabetici sono medicinali usati per controllare i livelli di zucchero nel sangue nelle persone con diabete.
Il diabete è una malattia in cui l’organismo non produce abbastanza insulina o non la utilizza correttamente. Grazie alla gestione di livelli di iperglicemia, questi farmaci sono in grado di determinare una diminuzione dei sintomi tipici del diabete. Ad esempio la sete e la conseguente necessità di urinare spesso.
Tipi di farmaci antidiabetici
Ci sono due principali categorie di farmaci antidiabetici:
- insulina: viene utilizzata principalmente nel diabete di tipo 1, quando cioè il corpo non produce insulina. L’insulina può essere somministrata anche in alcune fasi del diabete di tipo 2, soprattutto quando altri farmaci non riescono a controllare adeguatamente la glicemia
- farmaci ipoglicemizzanti orali: vengono somministrati nel diabete di tipo 2. Agiscono attraverso differenti meccanismi, come l’aumento della secrezione di insulina, la riduzione della produzione di glucosio da parte del fegato o il miglioramento della sensibilità all’insulina nei tessuti periferici.
Principali classi di farmaci ipoglicemizzanti
Alcuni esempi di farmaci ipoglicemizzanti orali sono:
- biguanidi: la metformina, appartenente a questa classe, riduce la produzione epatica di glucosio e migliora la sensibilità all’insulina nei tessuti periferici. È considerata la terapia di prima linea nel diabete di tipo 2
- sulfoniluree: stimolano la secrezione di insulina dalle cellule β pancreatiche. Esempi includono glibenclamide e glimepiride
- glinidi: come ad esempio la repaglinide, incrementano la secrezione insulinica in risposta ai pasti, con un’azione rapida e di breve durata
- tiazolidinedioni: migliorano la sensibilità all’insulina nei tessuti periferici. Il pioglitazone è un rappresentante di questa classe
- inibitori della alfa-glucosidasi: Rallentano l'assorbimento intestinale dei carboidrati, riducendo i picchi glicemici postprandiali. L’acarbosio ne è un esempio
- inibitori della dipeptidil-peptidasi-4 (DPP-4): prolungano l’azione delle incretine, ormoni che stimolano la secrezione di insulina e inibiscono quella di glucagone. sitagliptin e vildagliptin appartengono a questa classe.
Farmaci antidiabetici di nuova generazione
Esistono, poi, alcuni farmaci di nuova generazione che hanno come obiettivo il miglioramento del controllo glicemico nei pazienti con diabete di tipo 2.
Per fare un primo esempio, si possono indicare gli inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2), come il dapagliflozin: riducono la glicemia facilitando l'eliminazione del glucosio attraverso le urine. Un’altra classe innovativa è rappresentata dagli agonisti del recettore del GLP-1, tra cui si può indicare la semaglutide. Questi farmaci imitano l’azione delle incretine, ormoni che stimolano la secrezione di insulina e riducono quella di glucagone, contribuendo al controllo della glicemia.
La semaglutide, in particolare, ha dimostrato ulteriori azioni come la riduzione del peso corporeo e la protezione cardiovascolare. Viene impropriamente utilizzata da pazienti in sovrappeso, o conclamata obesità, per dimagrire.
Come vengono somministrati?
I farmaci antidiabetici vengono somministrati attraverso diverse modalità, in base al tipo di farmaco e alle esigenze del paziente. Le somministrazioni sono:
- per iniezioni sottocutanee: l’insulina è somministrata tramite iniezioni sottocutanee. Vengono utilizzate siringhe, penne pre-riempite o microinfusori. Anche gli agonisti del recettore del GLP-1 vengono somministrati per via sottocutanea
- per via orale: molti farmaci antidiabetici, come la metformina, le sulfaniluree, le glinidi e gli inibitori della dipeptidil-peptidasi-4, sono assunti per bocca sotto forma di compresse o capsule.
Recentemente è stata approvata una formulazione di insulina in polvere per inalazione, che in ogni caso non può sostituire l’insulina somministrata per via sottocutanea.
Quando è necessario ricorrere ai farmaci antidiabetici?
Nei casi di diabete di tipo 1 la terapia insulinica è indispensabile sin dalla diagnosi.
Per quanto riguarda il diabete di tipo 2, si interviene inizialmente con modifiche dello stile di vita, come dieta equilibrata ed esercizio fisico. Se queste misure non sono sufficienti a controllare la glicemia si ricorre alla terapia farmacologica. Il farmaco di prima scelta è la metformina.
Effetti collaterali dell’insulina
L’insulina può determinare alcuni effetti collaterali. Il più comune è l’ipoglicemia, ovvero una riduzione eccessiva del glucosio nel sangue, che si manifesta con sintomi come debolezza, fame, sudorazione, tremori, irritabilità. Questi effetti possono essere prevenuti seguendo attentamente le prescrizioni mediche, monitorando regolarmente la glicemia e, soprattutto, evitando di saltare i pasti.
Altri possibili effetti includono reazioni nel sito di iniezione, come arrossamento, gonfiore e prurito. In rari casi, possono verificarsi reazioni allergiche più gravi, con dolore e bruciore seguiti da arrossamento e tumefazione attorno al sito di iniezione.
Possibili effetti collaterali dei farmaci antidiabetici
I farmaci antidiabetici possono causare effetti collaterali che variano in base alla classe terapeutica e al meccanismo d'azione. Sotto questo punto di vista, è essenziale che i pazienti siano informati su questi potenziali effetti, e che consultino il proprio medico per una gestione ottimale della terapia, e per tutte le occasioni in cui lo ritengano necessario.
La metformina, per fare un esempio, appartenente alla classe delle biguanidi, è spesso associata a disturbi gastrointestinali come nausea, vomito, diarrea e dolore addominale. Possono verificarsi casi di acidosi lattica, sebbene siano rari. L’acidosi lattica è una condizione grave caratterizzata dall’accumulo di acido lattico nel sangue. Quando la metformina è assunta in associazione ad altri farmaci antidiabetici, vi è il rischio d’insorgenza di ipoglicemia.
Un secondo esempio è dato dalle sulfaniluree, come glibenclamide e glimepiride, che possono provocare ipoglicemia e aumento di peso. Questi farmaci stimolano la secrezione di insulina, il che può portare a una diminuzione eccessiva dei livelli di glucosio nel sangue.
Come gestire il diabete?
Il trattamento del diabete, che vede nella terapia farmacologica indicata dallo specialista un caposaldo, richiede un coinvolgimento attivo del paziente in vari aspetti del proprio stile di vita.
Un’alimentazione equilibrata è fondamentale per controllare la glicemia e migliorare i fattori di rischio cardiovascolare. Una dieta sana, infatti, non solo aiuta a mantenere i livelli di zucchero nel sangue sotto controllo, ma contribuisce anche a correggere altri fattori di rischio come l’ipertensione e l’obesità.
L’attività fisica regolare è un altro pilastro nella gestione del diabete. L’esercizio fisico contribuisce alla perdita di peso, riduce la glicemia, aumenta la sensibilità all’insulina e migliora diversi fattori di rischio associati alle complicanze croniche del diabete.
È importante che l’attività fisica sia regolare e adattata alle condizioni del paziente, e che tenga quindi conto di età, malattie concomitanti ed eventuali complicanze del diabete. Anche una semplice passeggiata quotidiana di 30, 45 minuti, meglio se a passo spedito, può portare notevoli benefici nella gestione della malattia.