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Idrofobia: comprendere e affrontare la paura dell'acqua


L'idrofobia è un'avversione patologica all'acqua e ai liquidi. Al solo contatto o alla vista dell'acqua, chi ne soffre può manifestare spasmi muscolari, difficoltà respiratorie e persino attacchi di panico.

Cosa significa il termine idrofobia?

Il termine "idrofobia" si riferisce a una condizione caratterizzata da una paura intensa e irrazionale dell'acqua e dei liquidi. 

Questo termine è utilizzato in due contesti principali: uno medico e uno psicologico. 
Dal punto di vista medico, l'idrofobia è un sintomo specifico della rabbia, una malattia virale grave. In questo contesto, l'idrofobia si manifesta con spasmi dolorosi dei muscoli respiratori e della glottide, scatenati dal tentativo di ingerire liquidi.
L'avversione per l'acqua può essere così intensa che anche solo la vista o il rumore dell'acqua può provocare una reazione estremamente violenta.

In campo psicologico, invece, l'idrofobia è classificata come una fobia specifica, simile a altre fobie legate agli elementi naturali. Le persone affette da questa fobia provano una paura irrazionale dell'acqua in qualsiasi forma, che può impedire loro di svolgere attività quotidiane come fare il bagno, nuotare o anche solo avvicinarsi a mari, laghi e piscine. 

Il collegamento con la rabbia come causa principale

La rabbia è una malattia virale grave, appartenente al genere Lyssavirus, che viene trasmessa principalmente attraverso il morso di animali infetti, ma può anche essere trasmessa tramite il contatto della saliva infetta con mucose aperte o ferite.
Colpisce i mammiferi, inclusi cani, gatti, bovini, cavalli, pipistrelli, volpi e altri animali selvatici e domestici.

L’idrofobia è uno dei suoi sintomi più distintivi nelle fasi avanzate dell'infezione
Una volta contratto, il virus della rabbia inizia a moltiplicarsi nelle terminazioni nervose vicino al punto di infezione, viaggiando poi verso il midollo spinale e il cervello. 

Durante l'incubazione, che può variare da 2 a 12 settimane, i sintomi possono essere inizialmente lievi e non specifici, come malessere generale, febbre e mal di testa. Tuttavia, con l'avanzare dell'infezione, il virus provoca sintomi più gravi come crampi muscolari, alterazioni comportamentali e ipersalivazione.

L'idrofobia si manifesta durante questa fase della malattia e porta a:

  • panico alla vista o al pensiero di inghiottire liquidi
  • spasmi dolorosi della glottide e dei muscoli respiratori, che rendono la deglutizione estremamente difficile

Questo sintomo è un campanello d’allarme significativo perché indica un avanzamento critico dell'infezione, che può rapidamente diventare fatale se non trattata. 

Quali sono i sintomi dell’idrofobia?

Nei casi legati alla rabbia, l'idrofobia si manifesta con spasmi violenti e dolorosi dei muscoli respiratori, che si verificano quando il soggetto cerca di bere liquidi. Questi spasmi possono essere così intensi da essere scatenati anche dalla sola vista dell'acqua o dal suono di un rubinetto aperto. 

Altri sintomi associati alla rabbia includono mal di testa, febbre, confusione, crampi muscolari, allucinazioni, ipersalivazione e alterazioni comportamentali come aggressività e agitazione.

Quando l'idrofobia è invece legata ad una fobia specifica, i sintomi sono principalmente legati all'ansia e possono includere tachicardia, sudorazione eccessiva, attacchi di panico, vertigini, cefalee e una sensazione di distacco dalla realtà. 

Le persone affette da questa fobia possono evitare in modo ossessivo qualsiasi situazione che coinvolga l'acqua, sviluppando comportamenti che possono influenzare gravemente la loro qualità di vita.

Le cause dell'idrofobia come fobia specifica possono includere esperienze traumatiche legate all'acqua, come annegamenti o incidenti durante il nuoto, e possono essere associate a disturbi d'ansia come il disturbo da stress post-traumatico (PTSD)

Come si cura l'idrofobia?

Il trattamento dell'idrofobia dipende fortemente dalla causa sottostante. 
Se l'idrofobia è legata alla rabbia, la cura principale consiste nella gestione dei sintomi della malattia virale stessa. 

Non esiste infatti una terapia specifica per l'idrofobia in sé e non esiste neanche una cura per la rabbia. Una volta che la rabbia è stata contratta, il trattamento si concentra sul mantenimento delle funzioni vitali dell’individuo, ma purtroppo, in molti casi, la malattia è fatale se non trattata tempestivamente. 

Quando l'idrofobia assume la forma di una fobia, la cura richiede un approccio terapeutico specifico basato sul supporto psicologico.. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è spesso molto efficace, aiutando i pazienti a modificare i loro schemi di pensiero disfunzionali. Questa tecnica mira a desensibilizzare il paziente all'acqua, insegnandogli a gestire l'ansia che l’acqua gli produce. 

In alcuni casi, possono essere utilizzati farmaci ansiolitici o antidepressivi per aiutare a gestire i sintomi più gravi. Altre terapie complementari, come la terapia di esposizione, possono essere utili nel trattamento dell'idrofobia. Questi approcci coinvolgono l'esposizione graduale e controllata al pensiero o alla vista dell'acqua, aiutando il paziente a sviluppare una nuova risposta emotiva più adattiva. 

L'idrofobia si può prevenire?

La prevenzione dell'idrofobia, soprattutto quando è associata alla rabbia, si basa sulla prevenzione del contagio del virus. La vaccinazione preventiva e immediata dopo l'esposizione al virus sono le uniche speranze di prevenire lo sviluppo della rabbia e, conseguentemente, dell'idrofobia.

È essenziale evitare i contatti con animali sospetti di essere infetti e, in caso di morso, intervenire tempestivamente con le misure di profilassi adeguate. Dopo un morso da parte di un animale a rischio di rabbia, è fondamentale pulire accuratamente la ferita con sapone e acqua corrente e recarsi in pronto soccorso per ricevere la vaccinazione antirabbica.

Da un punto di vista psicologico, la prevenzione si concentra sull'educazione e la consapevolezza. Se si ha una predisposizione all'ansia o a fobie in generale, è importante esporsi gradualmente all'acqua in un ambiente sicuro e controllato, con il supporto di un terapista o di una persona di fiducia.

Anche tecniche di rilassamento come la meditazione o lo yoga possono aiutare a ridurre l'ansia e a gestire meglio la paura dell'acqua.