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La miosite: sintomi, cause e trattamenti


La miosite è un’infiammazione del tessuto muscolare, che si manifesta con sintomi quali debolezza muscolare e astenia: come si riconosce e quali sono i trattamenti

Cos’è la miosite?

Con il termine miosite s’intende una condizione patologica caratterizzate da un’infiammazione del tessuto muscolare.

Nello specifico, la miosite consiste in un deterioramento delle fibre che compongono i muscoli e si manifesta principalmente con astenia e dolore muscolare. Il disturbo colpisce principalmente i muscoli volontari prossimali - vale a dire quelli più vicini al tronco - e si manifesta quindi a livello di:

  • Spalle
  • Collo
  • Braccia
  • Anche
  • Cosce

Meno di frequente, l’infiammazione può coinvolgere anche i muscoli volontari distali, come quelli della mano, del polpaccio e dell'avambraccio, e più raramente la muscolatura liscia. Anche se nella maggior parte dei casi la miosite può essere trattata con successo, un mancato o inadeguato trattamento può avere conseguenze gravi per la salute.

Quali sono i sintomi della miosite?

I sintomi della miosite si manifestano spesso improvvisamente e comprendono:

  • Astenia
  • Dolore muscolare
  • Crampi
  • Atrofia muscolare (riduzione della massa dei muscoli). 

A questo quadro sintomatologico possono associarsi altri sintomi, anche gravi a seconda della sua tipologia, tra cui:

Quali sono le cause?

La miosite può avere diverse origini. A seconda di queste, si può classificare in:

  • infettiva, se provocata da virus, batteri o parassiti
  • Autoimmune
  • Iatrogena, se causata da farmaci
  • Idiopatica, quando non si riesce a individuare una causa certa.
Miosite infettiva Miosite autoimmune Miosite iatrogena Miosite ossificante

Questa forma è causata da:

- Virus: dell’influenza, Coxsackie e HIV

- Batteri: soprattutto stafilococchi e streptococchi

- Parassiti come la trichinellosi.

Le forme infettive, oltre a debolezza e dolori muscolari, si distinguono per febbre, brividi, mal di gola e tosse, arrossamento cutaneo e rinorrea (naso che cola)
Si sviluppa in presenza di alcune connettiviti, malattie reumatiche dovute a un processo autoimmune, in cui il sistema immunitario attacca il tessuto muscolare per cause ancora sconosciute.

La forma autoimmune può coinvolgere, a sua volta, diversi gruppi muscolari in diversi distretti corporei (polimiosite), o dare esito a manifestazioni cutanee (dermatomiosite).

La miosite da corpi inclusi è una forma autoimmune che causa debolezza nei muscoli delle gambe e può colpire anche quelli delle mani e dei piedi, provocando atrofia. Ha una progressione lenta e non risponde alla terapia immunosoppressiva.

È un effetto collaterale di alcuni farmaci, principalmente quelli utilizzati per abbassare il colesterolo, come statine e fibrati.

Anche la zidovudina, un antivirale impiegato nel trattamento dell'AIDS, può causare la malattia.

Nella forma iatrogena, oltre alla stanchezza e al dolore muscolare, sono frequenti anche i crampi.

Questa infiammazione è causata dalla formazione di massa ossea nel muscolo, solitamente dovuta a un trauma grave con un ematoma profondo.

I sintomi, come il dolore alla palpazione, compaiono settimane dopo, accompagnati da un ematoma post-traumatico caratteristico.

Patologie associate a miosite

La miosite, infine, può essere a sua volta associata a diverse patologie come:

Complicazioni

Le possibili complicazioni variano in base alla gravità del disturbo.
Le forme meno gravi di miosite interessano un numero limitato di muscoli, mentre le forme più severe, come quelle autoimmuni o legate ad altre patologie, possono comportare rischi significativi per il paziente.

Ad esempio, la sclerodermia causa problemi cardio-respiratori che possono degenerare in blocco cardiaco, infarto del miocardio e pericardite. 

Tra le altre complicazioni delle miositi di grado più severo figurano:

Come si fa la diagnosi di miosite?

La diagnosi inizia con l'esame obiettivo, supportato da esami strumentali e di laboratorio.
Durante l'esame, si raccolgono informazioni come la posizione e la durata del dolore, oltre a indagare la storia clinica e l'eventuale uso di farmaci da parte del paziente.

Esami strumentali e di laboratorio

Gli esami strumentali o di laboratorio comprendono:

Attraverso il prelievo del sangue, è possibile analizzare le quantità di determinati enzimi e molecole, che in presenza di miosite raggiungono determinati livelli. Ad esempio, il valore della creatinchinasi, nei pazienti affetti da miosite, può essere anche 50 volte superiore alla norma. 

Se alla base dell’infiammazione c’è un agente infettivo, vengono ricercati anche gli specifici anticorpi. In caso di sospetto di miosite autoimmune, viene sondata anche la presenza di autoanticorpi. 

La biopsia muscolare, invece, consiste nel prelievo e nell’analisi di un piccolo campione di tessuto muscolare. La visione delle fibre muscolari al microscopio consente di individuare la presenza dell’infiammazione all’interno delle cellule. Per la sua elevata attendibilità, la biopsia muscolare è l'esame dirimente.

Altri possibili esami utili comprendono:

  • Elettromiografia, per misurare l’attività elettrica dei muscoli
  • Risonanza magnetica nucleare, per individuare il punto migliore dove eseguire la biopsia
  • Radiografia a raggi X, nel caso si sospetti una miosite ossificante
  • Tac, quando si sospetta una miosite infettiva. 

Si guarisce dalla miosite?

Il trattamento della miosite dipende dalla causa all’origine della patologia: per una cura efficace, l'individuazione della causa, infatti, è di fondamentale importanza. L'approccio terapeutico si basa generalmente sul ricorso ai farmaci, associati a semplici accorgimenti comportamentali.

Per le forme autoimmuni, il trattamento prevede il ricorso principalmente a corticosteroidi, come il prednisone. In caso, il trattamento non dovesse avere effetto, i farmaci impiegati sono i farmaci immunosoppressori, come il metotrexato e l'azatioprina, o all'iniezione per via endovenosa di immunoglobuline

Per quanto riguarda la miosite infettiva, il trattamento mira a eliminare l’agente infettivo che ha scatenato l’infiammazione. Vengono utilizzati anche analgesici, per controllare il dolore, e antinfiammatori. 

Per esempio, in caso di infezione da trichinella, il trattamento mira a eliminare il parassita e si avvale, generalmente, di mebendazolo o albendazolo. Nei casi di infezione batterica, è essenziale la somministrazione di antibiotici. In caso di miosite associata ad altre patologie, la terapia mira al trattamento della patologia che ha originato il disturbo, e alla cura dell'infiammazione muscolare. 

La miosite ossificante, invece, tende a risolversi spontaneamente senza il ricorso a farmaci. Nel caso questo non dovesse avvenire, si ricorre alla rimozione chirurgica della massa ossea. Le miositi indotte da farmaci si risolvono con la sospensione del trattamento farmacologico che le hanno provocate.

Quali sono le aspettative di vita?

La prognosi per un paziente affetto da miosite dipende in prima istanza dalla causa che l’ha provocata, e secondariamente, dalla tempestività e qualità delle cure. 

Le forme meno gravi, come quella iatrogena e ossificante, hanno una prognosi sempre positiva. Per quanto riguarda la forma infettiva, una diagnosi precoce e una cura tempestiva sono essenziali. 

Nelle forme più severe, tra cui quella autoimmune e le miositi associate ad altre patologie, si può incorrere in complicazioni anche gravi, e non sempre la terapia si rivela efficace. Nella miosite autoimmune le remissioni a lungo termine si verificano nel 50% dei pazienti entro i 5 anni. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è del 75%, ed è più elevato nei bambini. 

Sono da considerarsi gravi anche le miositi infettive che non hanno ricevuto un trattamento adeguato e che sono state generate da virus come l’HIV.

Prevenzione

Per prevenire alcune forme di miosite è possibile ricorrere ad alcune semplici precauzioni:

  • fare il vaccino antinfluenzale ogni anno
  • Cucinare bene la carne per evitare infezioni da parassiti
  • Mantenere la cute pulita
  • Assumere farmaci in modo controllato.