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Il morbillo. Quali sono i sintomi e la cura


Il morbillo è una malattia infettiva virale esantematica estremamente contagiosa. È diffusa soprattutto tra i bambini ma può colpire anche gli adulti. Il vaccino è la misura più efficace di prevenzione.

Che cosa è il morbillo?

Il morbillo è una patologia di tipo infettivo particolarmente contagiosa ed è dovuta al virus appartenente al genere morbillovirus, ricompreso nella famiglia dei Paramixovidae. Colpisce principalmente i bambini, insieme ad altre patologie tipiche dell’età pediatrica, come parotite, rosolia, pertosse o varicella e ha il tasso più alto di trasmissibilità verso persone che non risultano immunizzate.

Come si trasmette il morbillo?

La trasmissione avviene principalmente per via aerea, quando una persona infetta tossisce o starnutisce e libera minuscole goccioline contenenti il virus nel suo ambiente circostante. Una persona può ammalarsi di morbillo semplicemente inalando queste goccioline o entrando in contatto diretto con le secrezioni nasali o faringee di una persona infetta.

Anche il tocco di superfici contaminate seguito dal contatto delle mani con la bocca o il naso può essere un mezzo di trasmissione, dato che il virus può sopravvivere su superfici per diverse ore. Il periodo di incubazione del virus varia da 7 a 18 giorni dall’esposizione e la persona affetta diventa contagiosa circa quattro giorni prima dell'apparizione dell'eruzione cutanea fino a quattro giorni dopo.

Quali sono i sintomi del morbillo?

I sintomi del morbillo si manifestano come indcato nella tabella.

 

Descrizione dei Sintomi Sintomi
I sintomi iniziali si manifestano tra i 7 e i 14 giorni in seguito all’infezione
Dopo la comparsa dei primi sintomi, si manifestano ulteriori segni clinici

Come sono le macchie del morbillo?

Dopo 3, al massimo 5 giorni si sviluppano delle macchie rosse prive di pus, definibili in termini tecnici come una eruzione maculo papulosa pruriginosa. I primi luoghi interessati sono le orecchie, il collo e, dopo altri 2 giorni, braccia, tronco, palmi delle mani e infine dei piedi. Questa distribuzione è detta a mantellina.

Dopo questa manifestazione, l’eruzione inizia a scomparire dal volto. Quando la malattia raggiunge l’acuzie, il bambino manifesta congiuntivite e febbre fino anche ai 40°C. Si ha regressione complessiva dell’eruzione, e un abbassamento della temperatura, dopo 5 giorni al massimo.

Possibili complicanze del morbillo

Nel morbillo, determinate tipologie di pazienti, come i bambini al di sotto dei 5 anni, gli adulti sopra i 20 anni, le donne incinte e gli individui con deficit del sistema immunitario, sono maggiormente suscettibili a sviluppare complicanze.

Tra le conseguenze più serie si possono indicare la polmonite, presente in una percentuale che varia dall’1 al 6% dei casi, e l’encefalite acuta, che si verifica nello 0,1% dei pazienti. Si riscontrano anche altre complicazioni, tra cui infezioni dell’orecchio medio, diarrea, disidratazione, infiammazioni corneali, abbassamento del conteggio piastrinico, e convulsioni legate a febbre alta.

Qual è la differenza tra morbillo e varicella?

Una prima differenza sta nel virus che determina le due patologie. Nel caso del morbillo si parla di un virus appartenente alla famiglia delle Paramixoviridae, mentre la varicella è determinata dal Varicella Zoster, un Herpesvirus.

Il secondo elemento di distinzione è il tempo di incubazione: il morbillo  tra i 7 giorni e i 14. Nel caso della varicella si varia tra i 14 e i 21 giorni.

Morbillo in gravidanza

Se viene contratto durante la gravidanza, il morbillo non determina alcuna malformazione del feto, ma può comunque determinare nella madre l’insorgenza di una polmonite.

Questa eventualità, se accade in prossimità del parto, può a sua volta determinare un rischio di malattia ai danni del nascituro. Si precisa inoltre che il vaccino contro il morbillo, unico strumento valido di prevenzione, non deve essere somministrato alle donne in gravidanza.

Prevenzione del morbillo

Il vaccino contro il morbillo è, si ripete, l’unico valido strumento di prevenzione. Non è obbligatorio in Italia, ma la sua inoculazione è fortemente consigliata. La vaccinazione è solitamente associata a quella per parotite e rosolia.

Secondo il calendario vaccinale, le dosi di vaccino MPR (morbillo, parotite, rosolia) sono due:

  • la prima tra i 12 e i 15 mesi di età
  • la seconda tra i 5 e i 6 anni.

La seconda dose non è considerabile un richiamo. Piuttosto, ha lo scopo di recuperare i bambini che non hanno risposto alla prima dose. La vaccinazione può essere effettuata ad ogni età, ma viene preferita l’infanzia per via della possibilità di incorrere in complicanze anche, a volte, molto severe.

Eventuali effetti collaterali del vaccino contro il morbillo

Il vaccino MPR contiene al proprio interno ceppi di virus vivi ma attenuati, quindi incapaci di suscitare la malattia. Virus, bisogna integrare, estremamente immunogeni perché in grado di suscitare una risposta immunitaria particolarmente potente.

Gli eventuali effetti collaterali sono in generale molto lievi, e solo raramente possono essere più intensi. E sono effetti comuni ai vaccini: una febbre non molto alta, sonnolenza, irritabilità e un piccolo gonfiore.

È possibile segnalare un unico effetto avverso degno di nota: un deficit temporaneo della coagulazione con presenza di petecchie, delle macchie della pelle di tipo puntiforme causate da piccole emorragie dei capillari. La ragione è da ritrovarsi in una risposta immunitaria più aggressiva.

Il virus, che circola costantemente nella popolazione, consente dei richiami naturali, nei soggetti che sono stati vaccinati, e agisce come booster, ovvero come rinforzo dell’immunità conferita dal vaccino. Ogni possibile legame tra autismo, patologie immunitarie e vaccinazione contro il morbillo è da escludere.