L’odinofagia è un sintomo caratterizzato da dolore o bruciore durante la deglutizione. Tale sintomatologia si localizza a livello della regione collo o nella parte alta dello sterno. Per curarla, è necessario trovare e risolvere la patologia sottostante.
Cos’è l’odinofagia?
L'odinofagia, il cui significato deriva dal greco, è una condizione medica caratterizzata dalla presenza di dolore durante la deglutizione. Il termine combina le parole greche "odino," che significa "dolore," e "phagein," che significa "mangiare."
Questa deglutizione dolorosa si manifesta perché la regione faringea ed esofagea risulta essere infiammata, e il passaggio dei cibi può innescare la sintomatologia. Può manifestarsi come un disagio acuto o bruciante, localizzato principalmente nel collo o dietro lo sterno, e può estendersi alla parte alta del petto.
Il dolore può essere associato anche a una sensazione di pesantezza o di blocco in gola, come se qualcosa impedisse il normale passaggio del cibo.
Sebbene l'odinofagia sia spesso confusa con il mal di gola (faringite) o con il comune bruciore di stomaco (gastrite), in realtà si distingue per la sua specifica insorgenza durante il processo di deglutizione. I cibi che maggiormente determinano questo dolore sono quelli irritanti: speziati, quelli molto caldi oppure gli alcolici.
Come viene l’odinofagia?
Una delle cause più comuni è l'infezione della gola, che può essere virale o batterica. Un esempio di infezione virale è l'herpes simplex, mentre quella batterica più diffusa è l'infezione da streptococco, che può causare mal di gola acuto.
Oltre alle infezioni, ci sono altre patologie che possono scatenare questa condizione, come:
- l’esofagite: un'infiammazione dell'esofago, spesso legata al reflusso gastroesofageo.
- l’acalasia, un disturbo dell'esofago che impedisce il corretto passaggio del cibo
- le ulcere, che possono svilupparsi sia nella gola che nell’esofago a causa di infezioni o irritazioni croniche.
Anche condizioni come le tonsilliti, la candida orale e ascessi dentali possono provocare dolore durante la deglutizione. Più raramente l'odinofagia può essere legata a tumori della laringe o dell'esofago, o all'HIV.
Negli ultimi anni la ricerca ha infine evidenziato un legame sempre più stretto tra l’odinofagia e disturbi psicologici, in particolare ansia e stress. L'ansia può infatti intensificare la percezione delle sensazioni corporee, rendendo l'esofago più sensibile al passaggio del cibo. Anche periodi di forte stress o improvvisi attacchi di panico possono provocare tensioni muscolari nella gola e nell'esofago, interferendo con la deglutizione.
Quali sono i sintomi?
Il dolore durante la deglutizione è il sintomo principale e può presentarsi come un dolore retrosternale o, ancora, dolore o bruciore a livello del collo.
L’odinofagia può manifestarsi con diversi altri di sintomi correlati e può essere accompagnata dalla sensazione di avere:
- del cibo bloccato in gola
- difficoltà nella deglutizione (disfagia).
Inizialmente, il paziente avverte un disagio o un fastidio nella gola durante il tentativo di inghiottire cibo, liquidi o saliva. Il dolore può essere localizzato nella faringe e nell’esofago prossimale. Nei casi più gravi, le difficoltà significative a deglutire possono avere conseguenti ripercussioni nell’alimentazione, portando a malnutrizione o disidratazione.
A seguito di infezioni batteriche o virali, il dolore durante la deglutizione può essere accompagnato da febbre e linfonodi gonfi. Un segno di infezione da streptococco o candida è dato, invece, da macchie bianche sulle tonsille o sulla lingua.
Se il dolore è associato a reflusso gastroesofageo, si può avvertire anche un forte bruciore al petto (pirosi), una voce roca e una tosse persistente. Infine, la presenza di ulcere in gola o nell’esofago può portare a sanguinamenti o secrezioni visibili.
Cosa fare in caso di odinofagia?
Una delle strategie più idonee è il riposo vocale: ridurre l’uso della voce ed evitare di sforzare la gola aiuta a minimizzare l’irritazione e favorisce il recupero.
Si consiglia di evitare cibi e bevande troppo caldi o troppo freddi, che possono aggravare il malessere. È consigliabile, inoltre, mangiare lentamente e masticare con attenzione per ridurre la fatica durante la deglutizione.
Per alleviare il disagio, si sconsigliano rimedi casalinghi come gargarismi con acqua salata, che possono peggiorare l’infiammazione, e si consigliano invece tisane lenitive a base di camomilla, che hanno proprietà antinfiammatorie. L'uso di rimedi naturali può offrire un sollievo temporaneo, ma non sostituisce un trattamento medico specifico, soprattutto quando l'odinofagia è causata da patologie più serie.
Quanto dura la sensazione di dolore?
La durata del dolore associato all’odinofagia dipende in gran parte dalla causa sottostante e dall'efficacia del trattamento intrapreso. Nei casi più semplici, come una lieve faringite virale, il dolore può risolversi spontaneamente in pochi giorni.
In situazioni più complesse, come le infezioni fungine o il reflusso gastroesofageo non trattato, il fastidio può persistere per settimane e richiedere terapie mirate per una risoluzione completa, prevenendo così il rischio di recidive.
Quando bisogna rivolgersi al medico?
Indipendentemente dalla durata, è essenziale monitorare l'evoluzione dei sintomi e comunicare eventuali cambiamenti al proprio medico. Si può affermare come sia particolarmente indicato richiedere un parere medico nei casi in cui fossero presenti specifici sintomi quali:
Diagnosi e cura
Il processo diagnostico inizia con una valutazione clinica dettagliata, durante la quale il medico raccoglie informazioni sui sintomi, sulla loro durata e su eventuali condizioni mediche preesistenti.
Successivamente, possono essere prescritti esami specifici, come la laringoscopia, che consente di esaminare direttamente la gola e l’esofago, o test più approfonditi, come la gastroscopia, per rilevare eventuali lesioni o infiammazioni. Se si sospettano infezioni, potrebbero essere necessari tamponi faringei o esami del sangue per identificare il patogeno responsabile.
Una volta individuata la causa scatenante, il trattamento sarà specifico e mirato.
In caso di infezioni batteriche o virali, come la faringite streptococcica o quelle da Herpes simplex, il medico potrà prescrivere antibiotici o antivirali appropriati.
Se invece l'odinofagia dipende dal reflusso gastroesofageo, la terapia si concentra sulla riduzione dell'acidità gastrica attraverso farmaci come inibitori della pompa protonica (IPP) o antiacidi.
Nei casi più complessi, come l’acalasia o i tumori dell’esofago, il trattamento potrebbe includere un intervento endoscopico per migliorare il movimento e la funzione dell’esofago o terapie oncologiche.
Cosa mangiare con odinofagia?
Adottare un'alimentazione adeguata può rappresentare un valido supporto nella gestione dell'odinofagia, in quanto alcuni cibi possono aggravare il dolore, mentre altri aiutano a ridurre l'irritazione e favorire una deglutizione più facile.
Come indicato, può essere utile scegliere alimenti che siano facili da deglutire e che non peggiorano il sintomo. È consigliabile quindi optare per alimenti morbidi, ben cotti ma non a calde temperature, e facili da masticare. Per fare alcuni esempi:
- zuppe a base di verdure e legumi ben frullate o passate al setaccio
- purè di verdure, di zucca o carote, o di patate
- pappe di riso o di farina d’avena ben cotte e dalla consistenza cremosa
- frutta ben cotta come mele cotte al forno
- banane mature.
Preferire alimenti a bassa acidità, che non stimolano eccessivamente la produzione di acido gastrico, può aiutare a ridurre il rischio di reflusso.