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Le piastrine sono il prodotto della frammentazione dei megacariociti, cellule di più grandi dimensioni situate nel midollo osseo. Le piastrine sono chiamate anche trombociti e, pur essendo frammenti di cellule, sono privi di nucleo. Hanno la forma di un disco e il loro diametro può avere una lunghezza compresa tra i due e i tre micrometri.
Un individuo adulto sano, che non abbia particolari patologie, presenta generalmente una conta piastrinica compresa tra le 150 mila e le 400 mila unità. Questi frammenti cellulari hanno una vita piuttosto breve ed entro circa dieci giorni vengono eliminate da cellule che agiscono da “spazzini” dell’organismo: i cosiddetti macrofagi, che si trovano nella milza e nel fegato. L’organismo rimpiazza quotidianamente le piastrine morte, con una produzione giornaliera che va dalle 30 alle 40 mila unità e, in caso di necessità, il midollo osseo può ulteriormente aumentarne la produzione.
Le piastrine svolgono un ruolo fondamentale nei processi di coagulazione del sangue. Esse vengono rilasciate nel flusso sanguigno in presenza di un danno ai tessuti. La loro azione si compone di tre fasi:
Queste tre fasi rappresentano i passaggi di quella che è definita emostasi primaria durante la quale si forma un tappo piastrinico che chiude la ferita. Successivamente, vengono attivati i fattori della coagulazione nell’ambito della cascata coagulativa. Si tratta del processo di emostasi secondaria, durante il quale filamenti di fibrina si intrecciano tra le piastrine per costituire un coagulo, in sostanza una rete di fibrina che ripara e stabilizza il danno finché la ferita non guarisce.
La conta delle piastrine può essere prescritta nell’ambito delle analisi emocromocitometriche per valutare lo stato di salute generale del paziente. Il test serve a determinare il numero di piastrine presenti in un campione di sangue. Il medico può richiederlo in caso di sospetto di patologie che comportano un’alterazione della quantità di piastrine quali, in particolare, malattie che coinvolgono il midollo osseo o disordini dell’emostasi.
La conta delle piastrine, inoltre, può essere richiesta in presenza di una sintomatologia associabile ad una bassa concentrazione piastrinica o a disordini della coagulazione come ad esempio:
La conta piastrinica può essere prescritta anche nel caso si sospetti un incremento della produzione di piastrine, noto come trombocitosi. Questa condizione può determinare sia ipercoagulabilità, ma anche, in alcuni casi, sanguinamenti, qualora le piastrine non funzionino correttamente. Generalmente, tuttavia, la trombocitosi si presenta senza sintomi per cui la formulazione della diagnosi è possibile solo dopo aver fatto la conta piastrinica nell’ambito di un emocromo completo.
Per effettuare la conta piastrinica è sufficiente il prelievo di un campione di sangue venoso.
La conta delle piastrine non richiede alcuna preparazione specifica e osservare il digiuno non è necessario.
Le piastrine possono avere difetti qualitativi (funzionalità alterate) o quantitativi (alterazioni numeriche). I difetti quantitativi possono essere legati ad un aumento superiore ai valori normali delle piastrine (trombocitosi) o ad una loro diminuzione al di sotto del valore minimo di riferimento (piastrinopenia o trombocitopenia).
Le piastrine alte possono essere dovute a diverse condizioni cliniche o patologie quali, ad esempio:
La trombocitosi può essere primaria (trombocitemia essenziale), in caso di disfunzioni alle cellule che producono le piastrine o secondaria, determinata da una stimolazione eccessiva delle cellule che producono piastrine. Per la trombocitosi primaria si può intervenire inibendo direttamente la produzione di piastrine a livello del midollo osseo, mentre per la secondaria ci si concentra in particolare sulla causa che ha determinato la stimolazione ad un aumento della produzione di trombociti.
Nel caso in cui il numero di piastrine nel sangue sia molto alto, si interviene solitamente con terapia antiaggregante.
La trombocitopenia, ossia la diminuzione del numero di piastrine circolanti nel sangue, può essere determinata da una serie di condizioni cliniche o patologie quali malattie del midollo osseo o malattie che comportano una degradazione più rapida del normale delle piastrine.
Tra gli esempi possibili di malattie che tra le loro conseguenze hanno una diminuzione della conta piastrinica ci sono:
Tra le altre cause che possono comportare una piastrinopenia ci sono anche i trattamenti chemio e radioterapici, esposizioni ad agenti chimici come pesticidi o arsenico che possono danneggiare il midollo osseo o l’abuso di alcol, in particolare nei pazienti che già presentano carenza di folati, ferro o vitamina B12.
Una conta piastrinica inferiore alle 50 mila unità può comportare gravi emorragie in caso di contusioni o tagli. Al di sotto di un range compreso tra 10 e 20 mila piastrine per microlitro, il soggetto può andare incontro ad una emorragia spontanea potenzialmente mortale. In questi casi si rende necessaria una trasfusione piastrinica.
I valori di riferimento degli esami di laboratorio possono variare a seconda della metodologia di analisi dei campioni, quelli indicati in questa scheda hanno uno scopo puramente informativo. Fai sempre riferimento alle indicazioni riportate sul tuo referto.