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Il raffreddore da fieno: sintomi e rimedi

A cura di
Michele
Centrone

Il raffreddore da fieno, in termini medici rinite allergica, è una reazione allergica scatenata da pollini e interessa la mucosa nasale. Può essere trattata con corticosteroidi, antistaminici o immunoterapia specifica.

Cos’è il raffreddore da fieno?

L’espressione d’uso comune raffreddore da fieno, così come l’espressione febbre da fieno, sono il corrispettivo del termine medico rinite allergica stagionale. La rinite allergica, per essere più precisi, è una infiammazione IgE-mediata e che presenta sintomi a carico della mucosa nasale.

La rinite allergica è certamente il disturbo immuno-mediato più frequente in assoluto, rappresentando un problema sanitario globale. È infatti una patologia diffusa in tutto il mondo, che colpisce dal 5% al 35% della popolazione, e la cui prevalenza sta aumentando.

I sintomi e i segni di una rinite allergica possono essere fraintesi ed essere erroneamente ricondotti a quelli causati dal comune raffreddore, tuttavia la rinite allergica, si distingue anche per altri tratti distintivi, come ad esempio il prurito oculare.

La differenza tra il raffreddore propriamente detto e il raffreddore da fieno risiede nella causa scatenante: nel primo caso l’origine è generalmente virale, mentre nella rinite allergica la causa è la risposta del sistema immunitario ad allergeni inalati, ed è pertanto una delle possibili reazioni allergiche.

Le pollinosi, altro termine medico che può indicare il raffreddore da fieno, non devono essere sottovalutate. Se non vengono intraprese le dovute terapie farmacologiche, in alcuni casi il paziente può sviluppare asma allergica.

Quali allergeni causano il raffreddore da fieno?

Le persone che soffrono di rinite allergica vedono il loro sistema immunitario reagire a pollini di:

  • graminacee: tra gli allergeni più comuni, spesso responsabili delle allergie stagionali primaverili; tra le più comuni si possono indicare loglio, erba mazzolina e fleo o coda di topo
  • parietaria: appartiene alla famiglia delle urticacee e cresce soprattutto sui muri e sui ruderi, nonché lungo le strade e i fossi ed ha un periodo di impollinazione primaverile ed autunnale.
  • alberi: come betulla, ontano, pioppo e cipresso, che rilasciano polline soprattutto nel periodo pre-primaverile.
  • erbe: come l’ambrosia, che fiorisce e rilascia polline principalmente in autunno. Va inclusa anche l’artemisia.

Le particelle di polline, quando inalate da persone con predisposizione allergica, possono scatenare una serie di reazioni del sistema immunitario che determinano i sintomi caratteristici del raffreddore da fieno.

Come si manifesta il raffreddore da fieno?

Quando gli allergeni respiratori entrano in contatto con gli anticorpi IgE, si ha come conseguenza una infiammazione della mucosa nasale, insieme ai sintomi principali, che possono essere:

  • starnuti: serie ripetute di starnuti, spesso scatenate dall’esposizione diretta agli allergeni
  • naso che cola o congestionato: aumento della produzione di muco o congestione nasale che rende difficile la respirazione
  • prurito: prurito nel naso, nella gola o negli occhi, che può essere particolarmente fastidioso.
  • occhi gonfi e arrossati: reazione comune agli allergeni, che può accompagnarsi a lacrimazione e prurito. Quando questi quattro sintomi oculari sono presenti, si può parlare di oculorinite
  • mal di gola o tosse: causati dal gocciolamento post-nasale, ovvero dal muco che scorre lungo la parte posteriore della gola.
  • dolore ai seni paranasali e mal di testa: conseguenze dell’infiammazione e la congestione nelle vie nasali.

Come si fa a capire se è raffreddore o allergia?

Una diagnosi differenziale tra raffreddore e rinite allergica stagionale si ha esclusivamente in un contesto di visita allergologica. Durante la visita lo specialista svolge inizialmente una anamnesi del paziente, interrogandolo sui sintomi e la loro eventuali correlazione con specifici fattori ambientali, i luoghi in cui si vive o lavora, la possibile stagionalità dei sintomi stessi. Viene poi svolto un esame obiettivo.

Per confermare la diagnosi sono richiesti dei test che possono includere:

  • prick test cutanei: effettuati applicando sulla superficie volare dell’avambraccio della persona piccole quantità di sostanze allergeniche per verificare la comparsa di una reazione cutanea, come rossore o gonfiore. Il test è sicuro, indolore e fornisce risultati relativamente rapidi per l’identificazione dell’allergene
  • test del sangue: misurano la quantità di anticorpi IgE specifici. Questo dosaggio è indicato ad integrazione dei test cutanei o nel caso questi non abbiano dato esiti chiari.

Possono essere utilizzati anche test di provocazione nasale, che prevedono l’esposizione diretta della mucosa nasale a l’allergene. Si tratta di test condotti sotto controllo medico, il cui svolgimento è previsto in caso di dubbi diagnostici o, al contrario, per conferma dei risultati di altri test.

Come si cura la febbre da fieno?

Per alleviare i sintomi della rinite allergica, ed eventualmente facilitarne il decorso e la risoluzione, sono disponibili diversi trattamenti farmacologici, che devono essere necessariamente prescritti dallo specialista:

  • sintomi nasali: possono essere gestiti con spray nasali che contengono corticosteroidi. In sostituzione, o con funzione coadiuvante, può essere somministrato un antistaminico sempre come spray nasale o per via orale, con funzione decongestionante. I sintomi nasali possono essere alleviati da una irrigazione dei seni paranasali, termine che indica il lavaggio nasale, da svolgere con regolarità
  • sintomi oculari: possono essere trattati con un semplice collirio, in grado di mitigare l’irritazione. Anche i colliri a base di antistaminico, che sono farmaci da banco, possono contribuire alla riduzione dei sintomi. Colliri con obbligo di prescrizione medica possono contenere, per esempio, cromoglicato, e hanno anche una funzione preventiva. Colliri con corticosteroidi, infine, sono prescritti in caso di sintomi significativi.

Con l’immunoterapia specifica si può tentare la strada della desensibilizzazione del sistema immunitario del paziente nei confronti dell’allergene. È un trattamento che viene scelto quando il paziente manifesta sintomi gravi o nei casi in cui i farmaci solitamente somministrati non sono in grado di gestire i sintomi. L’immunoterapia può essere intrapresa quando è finita la stagione dei pollini ed ha una durata dai tre ai cinque anni.