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​​​​La sindrome di Alport: cos’è e come si manifesta

A cura di
Angela
Volpi

La sindrome di Alport è una condizione ereditaria che provoca danni ai reni, all’udito e alla vista. Vediamo di cosa si tratta.

 Che cos’è la sindrome di Alport?

La sindrome di Alport è una malattia genetica ereditaria che si manifesta con un progressivo declino della funzionalità dei reni. È spesso accompagnata da sordità neurosensoriale e alterazioni oculari.

Questa condizione deriva da una mutazione ereditaria dei geni (COL4A3, COL4A4 o COL4A5) che presiedono alla sintesi di un’importante proteina strutturale, il collagene. Questa proteina si trova in numerosi organi e tessuti. Il Collagene IV in particolare è localizzato a livello di reni, orecchio (coclea), occhi. Una anomalia di questi geni comporta una nefropatia caratterizzata da progressiva perdita della funzione renale, spesso associata a compromissione dell’udito e ad anomalie oculari.

Nella sindrome di Alport l’alterazione genetica di COL4A5 è la più frequente. È trasmessa con il cromosoma X (X-linked) ed è maggiormente espressa nel sesso maschile. Le alterazioni di COL4A3 COL4A4, possono essere invece trasmesse con modalità dominanti o recessive.

 Come e quando si manifesta la sindrome di Alport?

La sindrome di Alport si presenta con un insieme di sintomi che, nella forma X-linked, tipicamente comprendono alcune manifestazioni renali. Un segno caratteristico è l’ematuria microscopica (rilevabile solo con l’esame urine), che è presente sino dall’infanzia. Sono meno frequenti episodi di ematuria macroscopica (urine rosso intenso, marrone), spesso in concomitanza con infezioni delle vie aeree. Nel tempo si manifestano, inoltre:

  • ipertensione arteriosa
  • proteinuria (presenza di proteine nelle urine)
  • generalmente dai 16 ai 35 anni, progressivo deterioramento della funzione renale (insufficienza renale cronica), sino allo stato uremico (insufficienza renale terminale)
  • perdita progressiva dell'udito di tipo neurosensoriale, che di solito si manifesta nell'adolescenza. La sordità è spesso graduale e bilaterale. 
  • anomalie oculari, più frequentemente il lenticono anteriore (una deformazione della lente dell'occhio). Vi possono essere anche maculopatia a macchie, opacità corneale, cataratta
  • megatrombocitopenia (di più raro riscontro), ovvero una condizione anomala in cui le piastrine sono significativamente più grandi del normale e il loro numero nel sangue è ridotto.

Come si diagnostica?

La diagnosi della sindrome di Alport si basa su diversi approcci che combinano l'analisi clinica e l'indagine genetica. Un esame obiettivo dettagliato, accompagnato da un'accurata anamnesi familiare, è spesso il primo passo. Sono essenziali per confermare la diagnosi:

  • esami del sangue ed esami delle urine, in grado di rivelare segni di disfunzione renale (riduzione del filtrato glomerulare), ematuria microscopica o presenza di proteine nelle urine
  • biopsia renale: che consiste nel prelievo ed esame al microscopio di un piccolo campione di tessuto renale. L’esame serve a individuare le modificazioni strutturali dei glomeruli, tipiche di questa sindrome
  • biopsia della cute nei sospetti di Alport X-linked (poiché nella cute è presente COL4A5)
  • test molecolare genetico: è considerato dirimente e può identificare le specifiche mutazioni nei geni COL4A3, COL4A4 o COL4A5, tutte responsabili della malattia. Può essere prenatale se vi è storia familiare di sindrome di Alport.

Come si cura la sindrome di Alport?

Attualmente non esiste una cura per la sindrome di Alport, ma è necessario usare tutti i presidi farmacologici atti a rallentare la progressione della malattia e prevenire le complicanze.

Il controllo della pressione arteriosa è fondamentale. Può includere l'uso di farmaci come gli ACE inibitori o gli antagonisti dei recettori dell'angiotensina II che oltre a ridurre i valori pressori, rallentano l’inevitabile danno da involuzione fibrotica dei reni. Dati incerti riguardano l’impiego di ciclosporina, inbitori SGL2.

La gestione delle complicanze renali segue gli standard per ridurre la progressione della insufficienza renale cronica, includendo:

  • modifiche nello stile di vita e nel regime alimentare (comprensivo di dieta ipoproteica)
  • l'uso di farmaci per controllare i livelli di potassio, calcio, paratormone e anemia presenti nella insufficienza renale cronica.

Nel caso in cui la malattia progredisca verso l'insufficienza renale terminale, si rendono necessari trattamenti come la dialisi e/o un trapianto renale.