Il singhiozzo è una contrazione involontaria e ripetuta del diaframma, dovuta ad un’infiammazione del nervo frenico, a sua volta causata da sbalzi di temperatura, stress o eccessiva ingestione di cibo e bevande alcoliche
Che cos’è il singhiozzo?
Il singhiozzo è una contrazione ripetuta e involontaria del diaframma, ossia il muscolo che, contraendosi durante l’inspirazione e distendendosi con l’espirazione, ci consente di controllare la respirazione.
Questo fenomeno è causato dall’irritazione del nervo frenico, situato proprio nel diaframma. Anche il sistema nervoso, e in particolare i centri che regolano la respirazione (localizzati nel sistema nervoso centrale) e l'ipotalamo, una struttura cerebrale posta tra i due emisferi che mantiene l’equilibrio omeostatico del corpo, partecipano al meccanismo del singhiozzo.
Il suono che viene prodotto nel momento in cui ciascuno di noi ha il singhiozzo, invece, è dovuto alla repentina chiusura della glottide ad ogni contrazione diaframmatica. La glottide è una valvola fondamentale per il nostro organismo, in quanto separa l’apparato digerente da quello respiratorio e fa sì che il cibo non arrivi alla trachea e ai bronchi.
Qual è la causa che provoca il singhiozzo?
Le cause in grado di determinare la comparsa del singhiozzo sono molteplici e non è semplice individuare quella specifica che lo ha innescato. Tuttavia, ci sono una serie di condizioni che favoriscono questo fenomeno.
In primo luogo, lo stato emotivo della persona è sicuramente un fattore in grado di far comparire il singhiozzo. Quando un soggetto è sottoposto a forte stress, ad esempio, o vive emozioni particolarmente intense, può succedere che introduca un quantitativo di aria nell’organismo superiore alla norma. Ciò fa sì che il nervo frenico possa irritarsi innescando le ripetute contrazioni diaframmatiche.
Anche un’eccessiva ingestione di cibo o di bevande alcoliche può portare alle medesime conseguenze, In questo caso, però, a infiammarsi è la mucosa dello stomaco che, in maniera indiretta, comporta anche l'irritazione del diaframma, innescando a sua volta il meccanismo che abbiamo appena descritto.
Tra i fattori che possono favorire la comparsa del singhiozzo, infine, ci sono i forti sbalzi di temperatura. Questi includono sia il passaggio da ambienti caldi ad ambienti freddi, sia l’ingestione di bevande bollenti o ghiacciate.
Il singhiozzo nei neonati
Il singhiozzo è piuttosto frequente nei neonati e spesso desta preoccupazione nei neo-genitori, ma si tratta di un fenomeno del tutto innocuo, che si risolve spontaneamente dopo pochi minuti.
I neonati sono particolarmente soggetti al singhiozzo perché il loro sistema nervoso è ancora immaturo e può causare contrazioni muscolari involontarie, con maggior frequenza rispetto agli adulti.
Inoltre durante la poppata possono ingoiare aria insieme al latte. Questa aria, accumulandosi nello stomaco, può irritare il diaframma e scatenare il singhiozzo.
Quanto tempo dura il singhiozzo?
Generalmente la durata del singhiozzo è di qualche minuto e si tratta di un fenomeno piuttosto comune. Nei casi di singhiozzo persistente, invece, il disturbo può arrivare a durare anche da diverse ore ad alcuni giorni e potrebbe essere il sintomo di una condizione clinica più severa che va approfondita con il proprio medico curante.
Quando preoccuparsi per il singhiozzo?
Nella maggior parte dei casi il singhiozzo non rappresenta motivo di preoccupazione. Tuttavia, in alcune eventualità, quando il disturbo perdura per diverse ore, potrebbe essere la spia di condizioni più severe, che andrebbero approfondite.
Il singhiozzo, infatti, può essere una manifestazione associata alla pericardite, ossia uno stato infiammatorio che coinvolge la superficie esterna del cuore. In altri casi è la conseguenza di un disturbo noto come reflusso gastroesofageo, ossia la risalita di ciò che è presente nello stomaco lungo l’esofago.
Come già accennato, può essere anche sintomo di una gastrite, ossia l’infiammazione delle pareti interne dello stomaco. Infine, poiché nel singhiozzo sono coinvolti alcuni centri del sistema nervoso centrale, questo fenomeno potrebbe talvolta segnalare un’anomalia in questa area del cervello.
Come far passare il singhiozzo?
I rimedi per far passare il singhiozzo sono numerosi, ma non esistono prove scientifiche che confermino l’efficacia di un metodo rispetto a un altro.
Solitamente, la strategia più utilizzata per placare il disturbo è quella di trattenere il fiato per circa una ventina di secondi, dopo aver respirato profondamente. Con questa tecnica, si intende favorire il rilassamento del diaframma, la cui irritazione può causare il singhiozzo.
Un’altra soluzione, secondo quanto riporta anche l’Istituto superiore di sanità, è quella di ingerire un cucchiaino di zucchero, di limone o di aceto.
Se questi rimedi casalinghi non dovessero funzionare e il disturbo dovesse persistere, è altamente consigliato consultare un medico ed effettuare gli accertamenti necessari per identificare la causa del problema. In alcuni casi potrebbero essere prescritti farmaci cosiddetti anti-spasmo, che servono a favorire il rilassamento della muscolatura e, quindi, anche del diaframma.
Per far passare il singhiozzo, possono essere utilizzate anche alcune tecniche di fitoterapia, ossia la disciplina che cura diversi disturbi di carattere sia fisico sia psichico. In particolare, si possono assumere bevande a base di erbe naturali come la valeriana, la lavanda o anche le foglie di menta.
Si può anche prevenire il singhiozzo evitando di mangiare troppo velocemente, ingerire bevande o troppo calde o troppo fredde e, in generale, curando il proprio stile di vita, in particolare quello che riguarda l’alimentazione.