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Tachicardia ventricolare: cos’è, sintomi, cause e cosa fare


La tachicardia ventricolare è un’aritmia potenzialmente grave che richiede diagnosi tempestiva. Ecco come riconoscerla, gestirla e prevenirla con esami e terapie mirate

Che cos’è la tachicardia ventricolare

La tachicardia ventricolare è un’aritmia cardiaca potenzialmente grave, che si manifesta con un’accelerazione anomala del ritmo del cuore originata dai ventricoli, le camere inferiori del cuore.

Quando il cuore batte troppo velocemente, può compromettere la sua capacità di pompare il sangue in modo efficace verso il resto del corpo. In alcuni casi, questa condizione può degenerare in fibrillazione ventricolare e causare un arresto cardiaco.

Come riconoscerla

La tachicardia ventricolare (TV) è definita da un ritmo cardiaco regolare, ma molto rapido, che origina nei ventricoli, con una frequenza superiore ai 100 battiti al minuto (bpm), spesso tra i 120 e i 250 bpm. A differenza delle tachicardie sopraventricolari, che partono dagli atri, la tachicardia ventricolare è di origine ventricolare e ha implicazioni cliniche spesso più gravi.

La diagnosi si effettua solitamente tramite elettrocardiogramma (ECG), che evidenzia complessi QRS larghi e frequenti, tipici di questo tipo di aritmia.

Che cosa sono i complessi QRS?

Il QRS è una delle componenti dell’elettrocardiogramma (ECG) e rappresenta l’attivazione elettrica dei ventricoli, cioè la depolarizzazione ventricolare che precede la loro contrazione.

In un ECG normale:

  • Q: piccola deflessione negativa iniziale
  • R: picco positivo successivo
  • S: deflessione negativa che segue

Insieme, formano il complesso QRS, che di solito dura meno di 120 millisecondi.

Quando il QRS è largo, cioè supera i 120 ms, indica che la conduzione elettrica è alterata: questo accade nella tachicardia ventricolare, dove l’impulso nasce nei ventricoli e non segue il normale percorso.

Classificazione: monomorfa, polimorfa e sostenuta

La tachicardia ventricolare può essere distinta in diverse forme:

  • Monomorfa: i complessi QRS hanno una forma uniforme. È spesso associata a una cicatrice miocardica (come dopo un infarto).
  • Polimorfa: i complessi QRS variano nella forma. Questa forma è più instabile e può evolvere in fibrillazione ventricolare.
  • Sostenuta: dura più di 30 secondi o richiede intervento medico per essere interrotta.
  • Non sostenuta: si risolve spontaneamente entro 30 secondi.

Tachicardia ventricolare senza polso: un’emergenza

La tachicardia ventricolare senza polso è una forma particolarmente pericolosa. In questo caso, nonostante il ritmo cardiaco veloce, il cuore non è in grado di generare una gittata sufficiente a mantenere la perfusione degli organi vitali. Si tratta di una emergenza medica che richiede l’intervento immediato con:

  • Rianimazione cardiopolmonare (RCP)
  • Defibrillazione precoce
  • Somministrazione di farmaci antiaritmici in ambiente ospedaliero

Questa condizione può evolvere rapidamente in arresto cardiaco e morte se non trattata tempestivamente.

Sintomi della tachicardia ventricolare

I sintomi della TV possono variare a seconda della durata, della frequenza cardiaca e della presenza di patologie cardiache sottostanti. Alcuni pazienti possono essere asintomatici, soprattutto in caso di tachicardia ventricolare benigna o non sostenuta. Tuttavia, i sintomi più comuni includono:

Le cause: perché si verifica la tachicardia ventricolare

Le cause della tachicardia ventricolare sono molteplici. La condizione è spesso secondaria a una patologia strutturale del cuore, ma può manifestarsi anche in cuori apparentemente sani. Tra le cause principali:

La tachicardia ventricolare benigna, invece, è una forma rara che si verifica in assenza di malattie cardiache, spesso indotta da stress o sforzi fisici intensi, ed è in genere autolimitante.

Diagnosi: il ruolo dell’ECG e degli esami strumentali

La diagnosi di tachicardia ventricolare si basa principalmente sull’esecuzione di un elettrocardiogramma (ECG). Il tracciato evidenzia tipicamente:

  • QRS larghi (>120 ms)
  • Frequenza regolare e superiore a 100 bpm
  • Dissociazione atrioventricolare
  • Onde P spesso assenti o indipendenti
  • Morfologia tipica della TV monomorfa o polimorfa

In alcuni casi, si ricorre a esami aggiuntivi per confermare la diagnosi o escludere altre aritmie:

L’obiettivo è anche identificare eventuali cause strutturali o fattori predisponenti, soprattutto nei pazienti con cuore apparentemente sano.

Tachicardia ventricolare: è pericolosa?

Sì, la tachicardia ventricolare può essere pericolosa e potenzialmente fatale, soprattutto se:

  • Si verifica in presenza di malattia coronarica o cardiopatia strutturale
  • È sostenuta o si presenta senza polso
  • Degenera in fibrillazione ventricolare

In caso di episodi ricorrenti, la Tachicardia Ventricolare può comportare un rischio aumentato di morte improvvisa, soprattutto nei pazienti con frazione di eiezione del ventricolo sinistro ridotta.

Cosa fare in caso di tachicardia ventricolare

In caso di tachicardia ventricolare acuta, le azioni da intraprendere dipendono dallo stato clinico del paziente:

1. Se il paziente è cosciente e stabile

 

  • Somministrazione di farmaci antiaritmici (es. amiodarone, lidocaina)
  • Monitoraggio continuo
  • Trasferimento in unità di terapia intensiva cardiologica (UTIC)

2. Se il paziente è instabile o senza polso

 

  • Defibrillazione immediata
  • RCP (rianimazione cardiopolmonare)
  • Accesso a unità emergenziale (118, pronto soccorso)

Dopo la fase acuta, è fondamentale intraprendere un percorso diagnostico e terapeutico per prevenire recidive.

Trattamento e prevenzione a lungo termine

Il trattamento dipende dalla gravità, dalla frequenza e dalla causa dell’aritmia:

  • Farmaci antiaritmici (amiodarone, sotalolo)
  • Beta-bloccanti (soprattutto se post-infarto)
  • Ablazione transcatetere con radiofrequenza, indicata in TV monomorfa refrattaria
  • Impianto di defibrillatore (ICD), soprattutto nei pazienti ad alto rischio di morte improvvisa

L’ICD rappresenta una delle principali strategie preventive nei pazienti con TV sostenuta o cardiomiopatie a rischio.

Prognosi

La prognosi della tachicardia ventricolare varia ampiamente in base alla causa sottostante e alla tempestività del trattamento. Nei pazienti con cuore strutturalmente sano, la prognosi può essere favorevole. Tuttavia, nei soggetti con cardiopatia ischemica o dilatativa, il rischio di complicanze è più elevato.

Il monitoraggio regolare da parte del cardiologo e l’adozione di stili di vita cardioprotettivi (alimentazione equilibrata, attività fisica moderata, astensione da fumo e alcol) sono fondamentali.

FAQ – Domande frequenti

Cosa fare in caso di tachicardia ventricolare?

Se il paziente è incosciente o non ha polso, iniziare la RCP e usare un defibrillatore semiautomatico. In caso contrario, chiamare i soccorsi e mantenere il paziente calmo e monitorato.

Come riconoscere la tachicardia ventricolare?

Palpitazioni rapide, capogiri, svenimenti e dolore toracico sono i segnali più frequenti. L’ECG è fondamentale per una diagnosi certa.

Qual è la differenza tra tachicardia ventricolare e sopraventricolare?

La tachicardia ventricolare origina dai ventricoli ed è più pericolosa, con QRS larghi. La sopraventricolare parte invece dagli atri ed è generalmente meno grave.

Perché gli ECG sono fondamentali?

L’elettrocardiogramma permette di distinguere tra le diverse aritmie, guidando la scelta terapeutica e la valutazione prognostica.