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Il tracoma


Particolarmente diffusa in regioni con un clima secco e caldo, se non viene curato in modo corretto, il tracoma può portare alla cecità. Ecco come si manifesta e come si diffonde

Che cos’è un tracoma?

Il tracoma è un’infezione batterica causata dalla Chlamydia trachomatis e interessa la parte interna dell’occhio. È di fatto una congiuntivite cronica che si palesa con esacerbazioni progressive e remissioni. Nelle prime fasi si manifesta con:

  • arrossamenti
  • bruciori
  • lacrimazioni
  • intolleranza alla luce (fotofobia)
  • gonfiore delle palpebre

Il progredire della malattia comporta:

  • un’infiammazione a livello follicolare, per cui dei rigonfiamenti di colore biancastro appaiono sulla mucosa congiuntivale o nei follicoli
  • la comparsa di cicatrici palpebrali, nella parte interna della palpebra 
  • la trichiasi, con il deformarsi del rivestimento interno della palpebra. È una fase particolarmente dolorosa perché le ciglia entrano in contatto con la superficie oculare, determinando l’irritazione della cornea
  • l’opacità corneale, come conseguenza della cornea infiammata e che può portare ad ulcere corneali e alla cecità parziale o totale

Il tracoma è un’infezione endemica in alcune regioni mondiali e coinvolge milioni di persone tra: 

  • Nord Africa
  • Medio Oriente
  • il subcontinente indiano
  • il Sud Est asiatico
  • Australia 

Per l’Organizzazione mondiale della sanità è dunque la principale fonte di cecità, tenendo conto della vasta area interessata. Tra le fasce della popolazione più esposte rientrano i bambini tra i 3 e i 6 anni. 

Come si prende il tracoma?

Come sottolineato in precedenza, l’infezione da tracoma è dovuta alla Chlamydia trachomatis. È un batterio gram negativo all’interno della congiuntiva che è la sottile membrana che ricopre la superficie anteriore del bulbo oculare. 

Quando il microrganismo entra in contatto diretto con la persona, si determina l’insorgenza della patologia. Il batterio è trasmesso da alcuni insetti come le mosche e i moscerini

Alla sua diffusione contribuiscono:

  • la scarsa igiene
  • la mancanza di acqua potabile
  • la sovrappopolazione
  • la vicinanza al bestiame 

Trova terreno fertile nei contesti familiari e si propaga con il contatto con gli occhi, le palpebre e le secrezioni di gola e naso di una persona infetta. Anche la condivisione di elementi contaminati contribuisce all’infezione, tra cui alcuni oggetti di uso comune come gli asciugamani o i fazzoletti.

Come si cura la clamidia agli occhi?

Il tracoma è conosciuto anche come clamidia oculare, dal nome del batterio da cui ha origine. Esistono dei test microbiologici per identificarlo, ma allo stesso tempo basta un’analisi clinica per diagnosticarla. Con un’attenta e scrupolosa ispezione della palpebra e della congiuntiva, si possono identificare i sintomi patologici.

La stessa Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha stilato un protocollo per la prevenzione, denominato SAFE, in mancanza di una vaccinazione apposita, nelle aree endemiche.

Il programma prevede:

  • surgery (chirurgia), perché con gli interventi chirurgici possono essere corretti i danni a ciglia e palpebre
  • atibiotics (antibiotici), dal momento che l’impiego degli antibiotici è utile per trattare l’infezione e, nello specifico, l’azitromicina
  • facial cleanliness (pulizia del viso), considerando il ruolo determinante dell’igiene come barriera preventiva
  • environmental improvement (miglioramento ambientale), che si lega direttamente al punto precedente con il miglioramento delle condizioni ambientali e lo smaltimento corretto dei rifiuti. 

Quali sono i sintomi della clamidia?

La Chlamydia trachomatis è causa nell’adulto anche della congiuntivite da inclusi, che può essere trasmessa tramite rapporti sessuali con un soggetto che ha un’infezione genitale. 

Si contraddistingue per una secrezione mucopurulenta monolaterale. Si denota anche da una congiuntiva tarsale più iperemica di quella bulbare, quindi con una presenza maggiore di sangue in quella parte dell’occhio. Possono materializzarsi opacità corneali superiori e vascolarizzazione, con un ingrossamento dei linfonodi preauricolari sul lato dell’occhio interessato. 

Il trattamento include la somministrazione di azitromicina o di doxiciclina, sia per il paziente che per il partner con il quale si è entrati con tatto. 

Sono a rischio anche i neonati perché la congiuntivite da inclusi può essere trasmessa durante il parto.