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Glaucoma. Cause, sintomi e interventi

A cura di
Paolo
Montanari

Il glaucoma è una malattia dell’occhio di tipo progressivo. Può compromettere la vista del paziente fino a determinarne cecità.

Cos’è il glaucoma?

Il glaucoma è una patologia cronica e di tipo progressivo a carico del nervo ottico. Nello specifico, si caratterizza per una perdita progressiva delle cellule ganglionari retiniche, associata a un caratteristico deficit funzionale e ad altrettanto tipiche alterazioni della testa del nervo ottico.

Se non diagnosticata e curata per tempo, può essere causa di cecità o di una grave compromissione visiva, se il paziente non avverte sintomi. 

A tutti gli effetti, il glaucoma è la prima causa di cecità irreversibile al mondo.

Quali sono i tipi di glaucoma?

Ci sono due principali tipi:

  • ad angolo aperto, dalla progressione lenta e con sintomi rilevabili a stadio già avanzato. Riguarda i soggetti con miopia importante, lieve o nei casi di dispersione di pigmento. Possono essere interessati anche soggetti con familiarità
  • ad angolo chiuso, con esordio dei sintomi più precoce. Interessa per lo più anziani e soggetti ipermetropi. Questa forma può anche presentare un angolo chiuso acuto, con rischio di rapida perdita di vista.

Il termine angolo indica la porzione oculare compresa tra iride e cornea. L’uscita dell’umore acqueo dall’angolo può essere complessa e, nei casi di angolo chiuso, è sostanzialmente compromessa. Le alterazioni caratteristiche di questa patologia sono due. La prima consiste nella pressione intraoculare elevata, cioè tono oculare uguale o maggiore di 22 millimetri di mercurio (mmHg).

L’escavazione atrofica della papilla ottica è la seconda alterazione tipica del glaucoma e consiste nella perdita delle cellule gangliari retiniche che costituiscono il nervo ottico. Da ciò deriva una riduzione della capacità di vedere oggetti o persone che si trovano al di fuori del punto di fissazione, localizzati cioè in quella porzione di spazio che il nostro occhio percepisce intorno al punto di fissazione.

Si ha glaucoma congenito, come rara malattia ereditaria, conseguenza di uno sviluppo incompleto, oppure anomalo, del drenaggio dell’umore acqueo. Questa ostruzione causa un aumento pressorio all’interno dell’occhio, con conseguenti sintomi e danno del nervo ottico.

Quali sono i primi sintomi del glaucoma?

L’aumento pressorio non determina alcun sintomo, inizialmente. Quando il nervo ottico inizia a subire danni, le porzioni laterali del campo visivo iniziano a perdersi. I primi danni si hanno alla visione laterale, a quella superiore e inferiore.

In questa fase il paziente può urtare oggetti, percepire difficoltà nella lettura o nella guida. La visione centrale viene quindi persa in modo relativamente rapido. L’importanza di controlli oculistici svolti con periodicità si rileva proprio in questa fase.

Come si svolge la diagnosi?

La visita prende avvio con esame refrattivo, del segmento anteriore dell’occhio, oltre che del fundus. Gli esami specifici sono:

  • tonometria, per la misurazione della pressione intraoculare
  • pachimetria, per lo spessore corneale
  • gonioscopia, per identificare il tipo specifico di glaucoma.

Cosa provoca il glaucoma?

Tra i fattori che possono determinare l’esordio di questa condizione, si possono indicare:

  • pressione intraoculare elevata
  • flusso sanguigno insufficiente verso il nervo ottico
  • malattie oculari o sistemiche, come il diabete
  • infezioni e infiammazioni oculari, come ad esempio l’oftalmia
  • fattori genetici e anatomici.

Come si cura il glaucoma nell’occhio?

Se diagnosticato precocemente è possibile controllare la progressione della malattia, ma è impossibile recuperare la parte di funzione visiva già persa, e l’efficacia del trattamento medico o chirurgico varia a seconda dello stadio evolutivo del glaucoma.    

Il primo approccio consiste in una terapia farmacologica che abbassa la pressione intraoculare e la mantiene bassa nel tempo. I colliri hanno una buona efficacia e sono sostanzialmente ben tollerati. Per avere buoni risultati è necessario seguire scrupolosamente le indicazioni, quali l’instillazione continuativa e il rispetto degli orari, e informare il proprio medico oculista di eventuali effetti collaterali per cambiare farmaco.

Il trattamento laser, poco invasivo, è eseguito in ambulatorio e permette di abbassare ulteriormente la pressione intraoculare. Purtroppo l’efficacia non è costante nel tempo e, a distanza di 5 anni, il trattamento diviene insufficiente all’incirca nel 50% dei casi.    

Quando si opera il glaucoma?

L’intervento chirurgico, come la trabeculectomia, permette di ottenere un maggiore abbassamento della pressione intraoculare e per un tempo più lungo. Tuttavia l’intervento espone il paziente a infrequenti, ma possibili, complicanze postoperatorie che impongono un attento controllo specialistico.

In linea generale va sottolineato che, grazie all’efficacia ipotonizzante dei nuovi farmaci, si è notevolmente ridotto il numero dei pazienti che necessitano del trattamento chirurgico.