Che cos’è la cecità?
Per cecità s’intende l’assenza della capacità visiva. Può essere temporanea o permanente, assoluta (se manca ogni traccia di percezione visiva) o relativa (se manca solo uno degli elementi che compongono l’atto visivo, ad esempio: senso cromatico o luminoso, percezione spaziale etc.)
Più precisamente, la cecità, secondo la definizione fornita dall’Organizzazione mondiale della sanità, è un’acuità visiva - nell’occhio meno compromesso e con la correzione delle lenti - che risulta inferiore a 1/20.
L’acuità visiva, a sua volta, è la capacità di vedere e percepire in modo accurato i dettagli di un oggetto. Viene misurata, nel corso della visita oculistica, avvalendosi della tabella ottometrica di Snellen, una tavola che riporta una serie di lettere che si rimpiccioliscono progressivamente. Il test valuta la capacità del paziente di distinguere le lettere e un risultato nella norma è considerato di 10/10 (o 20/20, a seconda del tipo di scala che viene utilizzata).
In caso di soggetto ipovedente, l’acuità - corretta e nell’occhio meno compromesso - è compresa tra i 3/10 e 1/20.
A partire dal 2001 e con le novità introdotte dalla legge 138, in Italia la cecità, per essere definita tale a livello legale, deve tenere conto non solo di una compromissione dell’acuità visiva, ma anche della visione periferica. Quest’ultima viene valutata misurando il campo visivo del soggetto, ossia l’area percepita dall’occhio nel momento in cui la persona fissa un determinato punto.
In sintesi, per la legge italiana, è definita cecità totale:
- La completa compromissione della vista in entrambi gli occhi
- La sola percezione di luce e ombra o del movimento di una mano in entrambi gli occhi
- Un’ampiezza del campo visivo minore del 3%
Quanti tipi di cecità ci sono? Classificazione
Come accennato nel paragrafo precedente, è possibile classificare la mancanza della vista in:
- Cecità totale: è la totale mancanza della vista da entrambi gli occhi. Si ha una mera percezione della luce e dell’ombra, o del movimento della mano davanti all’occhio migliore.
- Cecità parziale: è presente un residuo visivo in entrambi gli occhi non superiore a 1/20, con correzione delle lenti o un campo visivo che non supera il 10%
- Cecità da un occhio o vista monoculare: la mancanza del potere visivo riguarda solo un occhio
- Ipovisione grave: il residuo visivo è inferiore a 1/10 in tutte e due gli occhi o in quello migliore, anche con correzione
- Ipovisione medio-grave: il residuo visivo è inferiore ai 2/10 in entrambi gli occhi
- Ipovisione lieve: il residuo visivo è inferiore ai 3/10 in entrambi gli occhi.
Esiste infine un tipo di cecità improvvisa e di solito transitoria, che è detta amaurosi: si tratta di una repentina perdita della vista dovuta a una diminuzione del flusso sanguigno al bulbo oculare, e provocata da cause neurovascolari.
Cosa provoca la cecità? Cause
Nei Paesi in via di sviluppo, secondo i dati pubblicati dall’Istituto superiore di sanità, 1 caso di cecità su 2 è causato dalla cataratta. Quest’ultima è un patologia dell’occhio che provoca l’opacizzazione del cristallino e, di conseguenza, un’alterazione visiva: vista annebbiata e distorsione nella percezione dei colori. In generale, la cataratta è la prima causa di cecità a livello mondiale.
Le altre cause che, insieme alla cataratta, determinano l’80% del totale dei casi di cecità sono:
- Glaucoma
- Opacità della cornea
- Patologie infettive (tracoma)
- Oncocerchiasi: una patologia cronica causata da un verme parassita che si diffonde con la puntura di un insetto.
Nei Paesi industrializzati, invece, la cecità è dovuta, nella maggior parte dei casi a:
Un fattore determinante che influenza la prevalenza della cecità dovuta a una causa piuttosto che un’altra è l’età. La degenerazione maculare senile, ad esempio, è la causa più frequente di perdita della vista nelle persone anziane.
Tra le altre cause di cecità, anche se meno frequenti rispetto a quelle già citate, ci sono:
Come inizia la cecità? Sintomi iniziali
Come abbiamo detto, esistono molte patologie che possono determinare cecità, che sono caratterizzate da sintomi diversi.
La maggior parte delle malattie oculari gravi non presenta sintomi negli stadi iniziali. Pertanto, la visita oculistica rimane l’unico modo per una diagnosi tempestiva di cecità. I controlli oculistici devono essere eseguiti 1 volta all’anno dopo i 60 anni, e 1 volta ogni due anni dopo i 40 anni di età.
Alcuni sintomi e segni, tuttavia, possono essere un campanello d’allarme, e indurre a rivolgersi immediatamente all’oculista. Tra questi figurano:
- Calo improvviso della vista
- Deformazione di oggetti
- Aumento improvviso di miodesopsie (le cosiddette mosche volanti): corpi mobili filiformi o puntiformi che proiettano sulla retina la loro ombra, diventando visibili nel campo visivo e generando di conseguenza macchie sulla visuale
- Fosfeni (lampi di luce)
- Comparsa di macchie nell’occhio.
Cecità e invalidità: come funziona
I ciechi assoluti, in Italia, hanno diritto a un’indennità di accompagnamento, ossia un’erogazione economica fornita a domanda dall’Inps. I requisiti per averne diritto e indicati sul portale dell’Istituto sono:
- L’accertamento dell’impossibilità di deambulare senza l’assistenza di un accompagnatore
- L’accertamento dell’incapacità di compiere tutte le azioni della quotidianità
- Riconoscimento della cecità civile assoluta
- Residenza (stabile e abituale) sul territorio nazionale
- Cittadinanza italiana o, per i cittadini stranieri, iscrizione all’anagrafe del loro comune di residenza
- Permesso di soggiorno di almeno un anno (per i cittadini stranieri extracomunitari)
L’indennità viene erogata a prescindere dalla condizione reddituale e dall’età del soggetto e consiste nella corresponsione di dodici mensilità a partire dal primo giorno del mese che segue la presentazione della domanda o, in via eccezionale, dalla data nel verbale di riconoscimento dell’invalidità civile della commissione sanitaria competente.
Prevenzione
La prevenzione della cecità è possibile nell’85% dei casi, secondo L'Organizzazione mondiale della sanità. Quest'ultima, insieme all'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB), è impegnata in programmi mirati alla riduzione della perdita della vista nel mondo, in particolare nei paesi in via di sviluppo. Questi interventi consistono per esempio, nella distribuzione di vitamina A, nelle operazioni chirurgiche di cataratta, nella costruzione di pozzi d'acqua pulita (per ridurre l’incidenza del tracoma).
Comportamenti utili a prevenire la perdita della vista, inoltre, comprendono:
- Proteggere gli occhi dalle radiazioni UV, con l’uso di occhiali con lenti scure filtrate: un’esposizione eccessiva alla luce solare danneggia gli occhi
- Proteggere gli occhi in situazioni di pericolo (lavori di falegnameria, saldatura, o dove sono impiegati prodotti chimici per esempio)
- Avere uno stile di vita sano, con un’alimentazione equilibrata (ricca di vitamine e antiossidanti) per prevenire le patologie che provocano cecità (come degenerazione maculare, ipertensione, diabete)
- Correggere i difetti visivi
- Mantenere un’adeguata illuminazione negli ambienti dove si svolgono le attività quotidiane
- Non fumare e limitare il consumo di alcol.