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La cecità notturna. Sintomi, forme e trattamenti

A cura di
Mary
Romano

La cecità notturna (emeralopia) consiste nella difficoltà di vedere in condizioni di scarsa illuminazione. Può essere congenita, quindi non curabile o può essere sintomo di condizioni trattabili.

Cos’è la cecità notturna?

La cecità notturna, o emeralopia, è una condizione visiva che rende difficile l’adattamento e la visione in ambienti con poca luce. Chi ne è colpito può sperimentare difficoltà a orientarsi al buio, a muoversi in modo sicuro o a guidare durante la notte. In generale, questa condizione limita la capacità di adattamento della vista in condizioni di bassa luminosità.

Si distinguono due forme: la forma stazionaria congenita e la forma acquisita. Non è possibile che la visione notturna diminuisca da un occhio soltanto. Ad essere colpiti sono infatti entrambi gli occhi.

Tra gli altri possibili sintomi, si possono indicare mal di testa e secchezza degli occhi.

Perché si vede male al buio?

È necessario distinguere tra le due forme di emeralopia indicate. Nel caso della forma ereditaria congenita bisogna parlare di una alterazione dei bastoncelli, alterazione che riguarda la loro struttura e quindi la loro funzionalità.

I bastoncelli sono cellule retiniche specializzate nella percezione di bassi livelli di luce; sono particolarmente sensibili alla luce e contribuiscono a una visione chiara in condizioni di bassa luminosità. Quando non funzionano correttamente, l’adattamento visivo a condizioni di buio o scarsa illuminazione è impedito.

Questo fenomeno è generalmente causato da una riduzione nella produzione di rodopsina, il pigmento visivo che favorisce la visione al buio. Se tale pigmento è assente o non si rigenera correttamente, la visione notturna può risultare compromessa.

Quale carenza vitaminica può causare la cecità notturna?

Nei casi di cecità notturna acquisita, la principale cause è la carenza di vitamina A, fondamentale per la sintesi della rodopsina nei bastoncelli della retina.

Malattie degli occhi associate alla cecità notturna

La forma acquisita di emeralopia può essere segno di diverse condizioni a carico degli occhi:

  • retinite pigmentosa: malattia genetica che danneggia proprio i bastoncelli della retina, responsabili della visione al buio. La loro progressiva degenerazione porta a difficoltà nel vedere in condizioni di scarsa luminosità
  • cataratta: l’opacizzazione del cristallino riduce la quantità di luce che raggiunge la retina. La cataratta può anche rendere difficile vedere al buio
  • glaucoma: malattia che danneggia il nervo ottico a causa di un aumento della pressione intraoculare. La progressiva perdita del campo visivo che ne deriva rende difficoltoso l’adattamento alla scarsa luce
  • maculopatia: malattia legata all’età che danneggia la macula, la parte centrale della retina. Può interferire con la capacità di adattarsi alla luce debole
  • retinopatia diabetica: il diabete è in grado di danneggiare i vasi sanguigni della retina, portando alla retinopatia diabetica. La scarsa circolazione e i danni ai vasi sanguigni possono ridurre la capacità visiva al buio.

L’elenco fornito non copre tutte le patologie che possono determinare cecità notturna. Una visita oculistica permetterà di intercettare l’eventuale patologia associata.

Come si cura la cecità notturna?

Nei casi di cecità notturna ereditaria congenita non ci sono cure disponibili. Diverso il caso delle forme acquisite. È infatti possibile integrare la vitamina A e, nei casi di patologie associate, si agisce trattando la causa sottostante quando possibile.