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La sindrome del tunnel carpale


La sindrome del tunnel carpale è un disturbo, dovuto a compressione nervosa, molto comune. Tende a risolversi spontaneamente, ma in casi di persistenza nel tempo può essere necessario il ricorso a un intervento chirurgico.

Cos’è la sindrome del tunnel carpale?

La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia che colpisce il polso e la mano. È causata dalla compressione del nervo mediano, che si trova all’interno del tunnel carpale. Questo tunnel è situato all’interno del polso, attraverso cui passano sia il nervo mediano che i tendini flessori delle dita.

Il nervo mediano è responsabile della sensibilità e del movimento di parte della mano. Quando viene compresso, per via della infiammazione e dell’ispessimento del canale carpale può provocare sintomi come formicolio, intorpidimento e dolore, soprattutto nelle prime tre dita e nella metà dell'anulare. I sintomi tendono a manifestarsi più intensamente durante la notte o al risveglio.

Questa neuropatia può svilupparsi indifferentemente nella mano destra o in quella sinistra, interessa maggiormente le donne, rispetto agli uomini, e dimostra una maggiore frequenza nella popolazione caucasica, insorgendo di media tra i 45 anni e i 65.  Non è una condizione irreversibile ed esistono diversi rimedi per porvi fine.

Quali sono i sintomi di questa sindrome?

La sindrome del tunnel carpale si manifesta con sintomi che coinvolgono principalmente la mano e il polso, a causa della compressione del nervo mediano. I segnali iniziali includono formicolio e intorpidimento al pollice, indice, medio e metà dell'anulare, spesso più evidenti durante la notte o al risveglio.

Con il progredire della condizione, possono comparire dolore e una sensazione di bruciore che si estendono dal polso all'avambraccio. Alcuni pazienti riferiscono anche debolezza nella presa e difficoltà a manipolare oggetti di piccole dimensioni.

Nei casi più avanzati, si può osservare una riduzione della massa muscolare alla base del pollice, condizione conosciuta come atrofia dell'eminenza tenar. Questa atrofia può compromettere ulteriormente la funzionalità della mano, rendendo difficoltose attività quotidiane come scrivere o afferrare oggetti.

Con la progressione della malattia i sintomi possono non solo raggiungere l’avambraccio, ma arrivare al braccio e fino alla spalla.

Quali cause provocano il tunnel carpale?

Non è semplice risalire univocamente alle cause che scatenano la sindrome del tunnel carpale. La sua comparsa può essere legata a diversi fattori di rischio.

 

Fattore Descrizione dei sintomi
Movimenti ripetitivi e posture scorrette Attività lavorative o hobby che comportano movimenti ripetitivi del polso o l'uso prolungato di strumenti vibranti possono aumentare il rischio.
Ritenzione idrica Comune durante la gravidanza o la menopausa, può causare gonfiore che comprime il nervo mediano.
Patologie sistemiche Condizioni come diabete, artrite reumatoide e ipotiroidismo possono contribuire all'insorgenza della sindrome.
Traumi al polso Fratture o lussazioni possono alterare la struttura del tunnel carpale, aumentando la pressione sul nervo.
Predisposizione anatomica Alcune persone hanno un tunnel carpale naturalmente più stretto, rendendole più suscettibili.
Fattori ormonali Squilibri ormonali, come quelli presenti durante la gravidanza o la menopausa, possono influenzare la comparsa dei sintomi.
Familiarità Una storia familiare di sindrome del tunnel carpale può indicare una predisposizione genetica.
Carenze vitaminiche La carenza di vitamina B6 è stata associata a disturbi nervosi che possono aggravare i sintomi.

Che differenza c’è tra tunnel carpale e dito a scatto?

La sindrome del tunnel carpale comporta l’interessamento di un nervo, che genera sintomi neurologici quali dolore e intorpidimento, oltre a un peggioramento della funzionalità. Man mano che la condizione avanza, si manifestano una perdita di sensibilità in determinate dita e debolezza muscolare.

Al contrario, il cosiddetto dito a scatto, o più propriamente tenosinovite stenosante dei flessori delle dita, vede coinvolti solo dei tendini. Questo disturbo si verifica quando i tendini flessori restano bloccati all'interno delle guaine che li rivestono e impediscono il normale movimento delle dita. Il dito interessato è colpito da un dolore sordo e, quando supera la resistenza, si "libera" con un movimento secco e brusco, simile a uno scatto.

Come si fa a capire se si ha il tunnel carpale?

La diagnosi di sindrome del tunnel carpale avviene durante una visita ortopedica o una visita neurologica. In entrambi i casi viene svolta un’attenta anamnesi, seguita da un esame obiettivo.

Per mezzo dell’anamnesi lo specialista può raccogliere informazioni su traumi, fratture, l’attività lavorativa del paziente ed eventuali interventi chirurgici. Lo scopo è intercettare dei possibili fattori di rischio.

Seguono quindi degli esami, per approfondire le informazioni raccolte:

  • raggi X, nella ipotesi di una frattura in presenza di disturbi degenerativi
  • elettromiografia, per vagliare l’attività elettrica muscolare
  • elettroneurografia, con la quale è possibile valutare la velocità di trasmissione dei segnali nervosi
  • esami del sangue, per l’accertamento o l’esclusione di patologie che potrebbero avere come esito la sindrome del tunnel carpale.

La diagnosi precoce, insieme ad un trattamento tempestivo, può arginare la degenerazione di questa patologia.

Come si cura il tunnel carpale?

Effettuata la diagnosi, i trattamenti vanno calibrati in base alla sintomatologia e alla gravità della compressione. Nei casi più lievi, quando i sintomi sono sostenibili e persistono da pochi mesi, la terapia è conservativa; si ricorre altrimenti alla chirurgia.

Cosa si cura il tunnel carpale senza operazione?

È possibile alleviare il dolore e l’infiammazione provocati dalla sindrome del tunnel carpale senza la necessità di un intervento chirurgico in diversi modi.

Possono essere adottati semplici rimedi come l’applicazione del ghiaccio sulla zona dolente, farmaci antinfiammatori insieme a terapie fisiche antinfiammatorie, come gli ultrasuoni o la ionoforesi.

Per mantenere il polso in posizione corretta, tale da ridurre la pressione sul nervo e limitare dunque il dolore e l’intorpidimento, si può ricorrere all’utilizzo di un tutore.

Ancor più efficace, per il recupero della funzionalità e della mobilità della mano, è intraprendere un percorso di fisioterapia. Tecniche come il taping neuromuscolare e la ripetizione di esercizi specifici di riabilitazione fisiochinesiterapica possono aiutare moltissimo. Inoltre, un fisioterapista è in grado di intervenire in prima persona, trattando la zona dolorante attraverso strumenti opportuni (su tutti la tecarterapia) oppure tecniche di manipolazione.

Quando è necessario l'intervento al tunnel carpale? Come si svolge?

Il ricorso all’intervento chirurgico si ha nei casi in cui la sindrome è particolarmente intensa e si protrae per un periodo che può raggiungere tra i 6 e i 10 mesi. Accanto alla chirurgia va comunque posta una terapia specifica e mirata, con il fine di eliminare o ridurre quanto più possibile i fattori che hanno determinato l’insorgenza della sindrome.

L'intervento chirurgico per il trattamento della sindrome comporta l’incisione del legamento che avvolge il nervo mediano al fine di decomprimerlo andando ad allargare il tunnel carpale all’interno del quale scorre. Le procedure che permettono di eseguire questo intervento sono due:

  • tradizionale o a cielo aperto, che prevede un taglio di diversi centimetri al livello del polso
  • artroscopica o a cielo chiuso, con cui si effettuano delle piccole incisioni che consentono di inserire una piccola telecamera e gli strumenti per operare

Si tratta di un’operazione che avviene in regime ambulatoriale, al termine della quale il paziente dovrà tenere fasciato il polso prima di indossare un tutore e iniziare l’iter di riabilitazione.

Quanto tempo ci vuole per guarire dal tunnel carpale?

I tempi di recupero dipendono dal tipo di intervento. Se la procedura è a cielo aperto, la ferita impiega alcune settimane prima di richiudersi; con la procedura a cielo chiuso occorrono meno settimane.

Il riposo in senso stretto, prima del completo ritorno alle attività lavorative, può richiedere da un minimo di due o tre giorni fino a due settimane. Questi tempi valgono per pazienti che svolgono attività non manuali o in cui la mano operata non sia quella dominante.

I tempi si dilatano fino a quattro, sei settimane nei casi in cui il lavoro svolto sia di tipo manuale e la mano operata sia la dominante. La guarigione completa avviene entro un tempo minimo di 3 mesi. A patto che il paziente segua con scrupolo le indicazioni del fisioterapista.

Cosa succede se non si cura il tunnel carpale?

Negli scenari peggiori, se non si interviene sulla sindrome del tunnel carpale si va inconto a un peggioramento progressivo della sintomatologia che può degenerare sino alla perdita di sensibilità nelle dita o in una sensazione di debolezza permanente nel pollice.

Del resto, è molto difficile che una situazione di compressione continuativa di un nervo possa migliorare spontaneamente: lo schiacciamento prolungato porta il nervo a perdere in maniera irreversibile delle fibre, causando quindi un danno permanente. Ovviamente, una diagnosi tempestiva e delle terapie mirate possono evitare il cattivo decorso della patologia.

Prevenzione 

La sindrome del tunnel carpale può essere prevenuta con alcune semplici ma efficaci azioni, in particolare durante attività ripetitive o prolungate al computer:

  • si consiglia di mantenere una postura corretta, assicurandosi che polsi e avambracci siano allineati, con tastiera e mouse disposti in modo ergonomico
  • è utile fare pause regolari, interrompendo l’attività ogni 30–60 minuti per rilassare mani e polsi con semplici esercizi di stretching.
  • è preferibile evitare movimenti ripetitivi prolungati, variando le attività e alternando le mani nell’uso degli strumenti.
  • si raccomanda l’uso di strumenti ergonomici, come tastiere e mouse progettati per ridurre lo stress articolare.
  • mantenere le mani al caldo può aiutare a prevenire la rigidità; all’occorrenza, si possono indossare guanti.