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Aldosterone


L’aldosterone è un ormone chiave che regola sodio, potassio e pressione. Scopri sintomi, dosaggi, effetti di valori alti o bassi e differenze con vasopressina e cortisolo

Cos'è l'aldosterone?

L’aldosterone è un ormone prodotto dalla corteccia surrenale che svolge un ruolo fondamentale nel regolare l’equilibrio idro-salino del nostro organismo. Interviene nel controllo della pressione arteriosa e del volume ematico, influenzando direttamente il funzionamento dei reni.

Più nel dettaglio, si tratta di un mineralcorticoide, una tipologia di ormone steroideo prodotto dalle ghiandole surrenali. Fa parte del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS), un meccanismo chiave nella regolazione del bilancio idrico e della pressione sanguigna.

La sua azione principale si verifica a livello dei tubuli distali dei nefroni renali, dove stimola il riassorbimento di sodio e la secrezione di potassio. Questo processo ha due effetti principali:

  • Aumenta la ritenzione idrica (per osmosi, l'acqua segue il sodio),
  • Aumenta il volume del sangue circolante, con conseguente incremento della pressione arteriosa.

Alterazioni nei livelli di aldosterone, sia in eccesso che in difetto, possono provocare numerosi disturbi, talvolta anche gravi. Per questo è importante comprenderne la funzione, i sintomi associati a valori anomali e le possibili implicazioni cliniche.

Cosa fa l’aldosterone nel corpo

L’aldosterone agisce per mantenere un equilibrio tra sodio, potassio e acqua. Le sue principali funzioni includono:

  • Aumentare il riassorbimento di sodio a livello renale.
  • Favorire l’escrezione di potassio con le urine.
  • Trattenere acqua, contribuendo all’aumento della pressione arteriosa.
  • Ridurre l’escrezione di idrogenioni, contribuendo all’equilibrio acido-base.

Queste azioni rendono l’aldosterone un attore centrale nel mantenimento dell’omeostasi e nel funzionamento cardiovascolare e renale.

Aldosterone alto: sintomi e cause

Quando i livelli di aldosterone sono elevati, si parla di iperaldosteronismo, che può essere primario (origine nelle ghiandole surrenali) o secondario (causato da altre condizioni, come insufficienza renale o scompenso cardiaco).

Sintomi comuni di aldosterone alto

 

L’iperaldosteronismo primario, noto anche come sindrome di Conn, è spesso causato da un adenoma surrenalico o da iperplasia bilaterale.

Aldosterone basso: sintomi e cause

La condizione opposta, cioè un basso livello di aldosterone, è detta ipoaldosteronismo e può avere origine da insufficienza surrenalica primaria (come nella malattia di Addison) o secondaria (es. uso di ACE-inibitori o diabete).

Sintomi di aldosterone basso

 

Il deficit cronico di aldosterone può compromettere la regolazione elettrolitica e portare a squilibri metabolici significativi, soprattutto nei soggetti già debilitati.

Aldosterone e pressione sanguigna

Uno degli aspetti più rilevanti dell’aldosterone è il suo effetto diretto sulla pressione arteriosa. Quando l’aldosterone è alto, si verifica un aumento della pressione per via della maggiore ritenzione di sodio e acqua.

Viceversa, una carenza di aldosterone comporta ipotensione, spesso associata a disidratazione e rischio di collasso.

Il sistema renina-angiotensina-aldosterone si attiva in risposta a una riduzione della pressione arteriosa, della volemia o della concentrazione di sodio, come meccanismo compensatorio.

Aldosterone e vasopressina (ADH): le differenze

Sebbene aldosterone e vasopressina (anche nota come ADH, ormone antidiuretico) siano entrambi coinvolti nella regolazione dei liquidi corporei, agiscono in modo diverso:

Ormone Origine Azione principale
Aldosterone Ghiandole surrenali Riassorbimento di sodio, escrezione di potassio
ADH (Vasopressina) Ipotalamo/ipofisi posteriore Riassorbimento di acqua tramite i tubuli collettori

Entrambi aumentano la ritenzione idrica, ma l’ADH agisce direttamente sull’acqua, mentre l’aldosterone agisce indirettamente tramite il sodio.

Aldosterone in ortostatismo: cos'è e perché è importante

L’aldosterone in ortostatismo si riferisce alla misurazione dei livelli plasmatici di questo ormone mentre il paziente è in posizione eretta (ortostatica), solitamente dopo un periodo di decubito. Questo test serve per valutare la risposta del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) a cambiamenti posturali, e può essere utile per distinguere le cause di iperaldosteronismo.

In condizioni normali, passando dalla posizione supina a quella eretta, il corpo dovrebbe aumentare la produzione di aldosterone per compensare la riduzione della pressione a livello dei barocettori. Se ciò non accade, o accade in modo anomalo, si sospetta un malfunzionamento del RAAS.

Esami e valori normali dell'aldosterone

Per valutare l’attività dell’aldosterone si eseguono generalmente:

  • Dosaggio dell’aldosterone plasmatico
  • Dosaggio della renina attiva
  • Rapporto aldosterone/renina (ARR) – importante per diagnosticare l’iperaldosteronismo primario
  • Test da carico salino o test posturale
  • Esami delle urine 24h per sodio e potassio

Valori di riferimento indicativi

 

  • Aldosterone plasmatico a riposo: 3 - 16 ng/dL (può variare secondo il laboratorio)
  • Rapporto aldosterone/renina: un valore superiore a 20 (o 30 in alcune linee guida) può indicare un iperaldosteronismo primario

La corretta interpretazione dei risultati deve sempre essere affidata a uno specialista, considerando lo stato clinico, i farmaci assunti e altri parametri biochimici.

Terapie per valori alti o bassi di aldosterone

Iperaldosteronismo: come si cura

Il trattamento dipende dalla causa:

  • Adenoma surrenalico: può essere rimosso chirurgicamente (adrenalectomia)
  • Iperplasia surrenalica bilaterale: trattamento farmacologico con antagonisti dell’aldosterone (es. spironolattone, eplerenone)
  • Ipertensione secondaria: controllo dei valori pressori con diuretici e ACE-inibitori

Un’alimentazione povera di sodio può contribuire a gestire i sintomi in attesa del trattamento definitivo.

Ipoaldosteronismo: trattamento

Quando l’aldosterone è basso, la terapia mira a correggere lo squilibrio elettrolitico. Può includere:

  • Mineralcorticoidi sintetici (es. fludrocortisone)
  • Assunzione moderata di sodio
  • Monitoraggio del potassio per evitare iperkaliemia

Differenza tra aldosterone e cortisolo

È utile distinguere l’aldosterone da un altro ormone della corteccia surrenale: il cortisolo.

Aldosterone Cortisolo
Regola il bilancio idro-salino e la pressione Regola il metabolismo, la risposta allo stress e l’infiammazione
Controllato dal RAAS Controllato dall’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA)
Influisce su sodio e potassio Influisce su glucosio e sistema immunitario

FAQ: domande frequenti sull’aldosterone

Cosa fa l’aldosterone?

Regola l’equilibrio tra sodio e potassio, la pressione sanguigna e il volume dei liquidi corporei, agendo a livello renale.

Quale ormone fa abbassare la pressione?

L’aldosterone, se in eccesso, la alza. Per abbassarla agiscono ormoni come l’ANP (peptide natriuretico atriale) o farmaci che bloccano il RAAS (ACE-inibitori, sartani).

Dove agisce l’aldosterone a livello renale?

Sui tubuli distali e collettori corticali, aumentando il riassorbimento di sodio e l’eliminazione di potassio.

Cos’è l’aldosterone in ortostatismo?

È la valutazione dei livelli di aldosterone dopo che il paziente è rimasto in piedi per almeno un’ora, utile per analizzare il funzionamento del sistema RAAS.

L'importanza di monitorare i valori di aldosterone

L’aldosterone è un ormone chiave per l’equilibrio idrosalino, il funzionamento renale e la regolazione della pressione arteriosa. Valori troppo alti o troppo bassi possono indicare condizioni cliniche da non sottovalutare, come iperaldosteronismo o insufficienza surrenalica.

La valutazione dei livelli di aldosterone, soprattutto in relazione al rapporto con la renina, è uno strumento diagnostico fondamentale per molte patologie endocrine, nefrologiche e cardiovascolari.

Un approccio diagnostico completo e una corretta interpretazione degli esami consentono di individuare tempestivamente eventuali alterazioni e adottare la strategia terapeutica più adeguata.