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Apoplessia, in cosa consiste e come si tratta


L’apoplessia è una emorragia improvvisa, ai danni di un tessuto o di un organo, che può determinare danni gravi. Quali fattori la scatenano e quali trattamenti si possono attuare?

Cosa è il colpo apoplettico?

Il termine apoplessia indica una patologia caratterizzata dall’improvvisa insorgenza di una emorragia, che può verificarsi a carico di un tessuto o di un organo, fino a determinarne alterazioni significative e, nei casi più gravi, la distruzione.

Questo termine viene comunemente adottato come sinonimo di apoplessia cerebrale, a sua volta conosciuta anche come colpo apoplettico o ictus. E con tutti questi termini si indica una emorragia cerebrale che determina l’improvviso arresto delle funzioni cerebrali. Un arresto, si specifica, determinato da una emorragia, con conseguente stato di coma.

Quanti tipi di apoplessia esistono?

Un colpo apoplettico può interessare diverse zone, che sono colpite da una emorragia improvvisa, e si hanno diversi tipi di apoplessia a seconda del distretto che risulta colpito. L’apoplessia può essere:

  • cerebrale, e in questa circostanza di parla di ictus
  • pituitaria, che si caratterizza per la necrosi, di origine ischemica o emorragica, dell’ipofisi. La principale causa sottostante è l’insorgenza di un adenoma ipofisario
  • utero-placentare, dovuta ad una forma particolarmente grave di distacco intempestivo placentare.

Sindromi apoplettiformi

Esistono poi condizioni cliniche con una sintomatologia riconducibile ad un’apoplessia, e che prendono il nome di sindromi apoplettiformi. Sono condizioni che in ogni caso possono andare incontro ad una regressione completa nel momento in cui cessa la causa, di tipo tossico oppure infettivo, che le ha determinate.

Si possono verificare sindromi apoplettiformi quando il soggetto soffre di sclerosi a placche, è un paziente diabetico, quando ha un episodio di insolazione o, ancora, è vittima di un avvelenamento da monossido di carbonio.

Quali sono le cause che scatenano un colpo apoplettico?

Le cause alla base di un colpo apoplettico vanno ricercate in alterazioni o compromissioni che interessano l’apparato cardiovascolare. La causa più comune è determinata dall’alterazione dei vasi arteriosi, dal momento che la pressione sanguigna può determinarne la rottura.

Le cause possono comunque variare in base al tipo di apoplessia riscontrata nel paziente. Per rimanere sugli esempi indicati:

  • l’apoplessia cerebrale può essere principalmente causata da ipertensione arteriosa cronica, traumi cerebrali o aneurismi
  • l’apoplessia pituitaria, come si indicava, è dovuta all’insorgenza di un adenoma ipofisario, ma non è ancora del tutto chiaro quale meccanismo colleghi i due eventi. Si ipotizza che un aumento nelle dimensioni, da parte dell’adenoma, causi una compressione delle strutture adiacenti
  • nell’apoplessia utero-placentare il distacco della placenta dall’utero, un distacco che può essere parziale oppure totale, può essere stato causato da un trauma o da altre patologie a carico della donna in gravidanza.

In che modo si manifesta?

I soggetti affetti da una simile condizione patologica presentano sintomi che possono essere differenti, e si specificano in base al tessuto o all’organo interessato. Se ad essere interessato è il tessuto cerebrale, i sintomi possono essere:

  • mal di testa
  • difficoltà nella fonazione
  • problemi legati alla deambulazione
  • disturbi visivi
  • intorpidimento o paralisi tanto del volto quanto degli arti.

Quando l’apoplessia interessa la ghiandola pituitaria, il soggetto può manifestare:

  • nausea
  • vomito
  • disturbi a carico della vista
  • mal di testa, con localizzazione alla tempia e dietro gli occhi.

Ulteriori sintomi possono essere un diminuito stato di coscienza, una rigidità che interessa il collo, fotofobia. È possibile che si verifichi un collasso circolatorio nei pazienti affetti da apoplessia pituitaria, per via di una diminuzione nella secrezione di cortisolo e di ormone adrenocorticotropo.

Nelle forme utero-placentari, le donne possono avere episodi di ipotensione, tachicardia, perdite ematiche dalla vagina e continue contrazioni uterine, ipotensione e shock. Il feto, si aggiunge, vive una condizione di particolare sofferenza.

Come si svolge una diagnosi di apoplessia?

Il percorso diagnostico varia con il variare della tipologia di colpo apoplettico che deve essere individuata. Esistono tuttavia esami diagnostici che potremmo definire trasversali, esami quindi principalmente usati per comprendere l’origine dell’apoplessia, così da stabilire la terapia più adeguata.

Nella maggior parte dei casi gli esami sono:

Quali sono i trattamenti possibili?

L’approccio terapeutico è stabilito in base al fattore che ha scatenato il colpo apoplettico. Quando il soggetto è colpito da apoplessia cerebrale, l’emorragia va bloccata o quantomeno tenuta sotto controllo. Questa azione può essere intrapresa con farmaci anticoagulanti.

Nella eventualità che l’emorragia sia stata particolarmente grave, è necessario intervenire chirurgicamente per la rimozione del sangue, così da evitare una pressione ai danni del cervello. Segue l’osservazione del paziente.

Sempre nei pazienti affetti da apoplessia cerebrale, aspetto fondamentale è la riabilitazione, il cui obiettivo è il recupero completo, o quanto più possibile completo, delle funzionalità che sono state compromesse, o perse, per mezzo dell’emorragia.

Quando il colpo apoplettico è di origine pituitaria, bisogna stabilizzare l’apparato circolatorio nel minor tempo possibile; solitamente si procede somministrando alte dosi di corticosteroidi. Senza escludere la possibilità di un intervento chirurgico.

Nell’apoplessia utero-placentare, la prima scelta da compiere riguarda l’opportunità di un taglio cesareo, con l’obiettivo di proteggere la vita del feto. L’emorragia della donna viene gestita attraverso il trattamento chirurgico.