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La batteriuria

A cura di
Fabio
Leva

La batteriuria è una condizione in cui l'individuo presenta una quantità di batteri nell'urina superiore alla norma. È asintomatica, ma in alcuni casi va tenuta sotto controllo

Che cos'è la batteriuria nelle urine?

Il termine batteriuria si riferisce ad una concentrazione di batteri nelle urine superiore al valore soglia di 100.000 batteri per millilitro di urina. La batteriuria si differenzia dall’infezione conclamata poiché, a differenza di quest’ultima, non presenta sintomi

La batteriuria asintomatica non dà alcun segno di sé per definizione, ma se viene riscontrata può in alcuni casi essere utile monitorarla e trattarla per l’aumentato rischio di complicanze infettive delle vie urinarie

Pertanto, in alcune particolari circostanze come gravidanza e procedure invasive/chirurgiche che interessano la mucosa delle vie urinarie, si procede a trattare la colonizzazione batterica. 

Il ristagno delle urine è infatti frequente nelle donne in stato di gravidanza, a causa delle temporanee modifiche anatomiche che portano ad una compressione della vescica. Questo può portare a sviluppare la pielonefrite, un’infiammazione del bacinetto renale e del rene. 

Germi nelle vie urinarie, in mancanza di sintomi ad essi legati, sono comuni in persone con diabete, donne con storia di cistiti ricorrenti, anziani e in presenza di malformazioni delle vie urinarie, ma in questi casi non

è dimostrato alcun beneficio nel trattamento. Resta comunque utile il follow-up con esame urine e urinocoltura, per conoscere la specie batterica implicata ed essere pronti ad agire con una terapia antibiotica se si dovessero manifestare i segni o i sintomi di una infezione conclamata.

Batteriuria, sintomi e segni di evoluzione verso l’infezione

Il monitoraggio della batteriuria passa attraverso il controllo della sua potenziale evoluzione in una patologia infettiva maggiore.

Sono meritevoli di attenzione: 

  • malessere diffuso
  • pollachiuria, cioè stimolo continuo ad urinare senza aumento del volume urinario
  • urgenza minzionale
  • tenesmo vescicale (spasmo doloroso della vescica con possibile incontinenza)
  • sensazione di non aver svuotato la vescica completamente
  • dolore sovrapubico o bruciore durante la minzione
  • urine torbide e maleodoranti
  • febbre (talvolta), brividi, dolore lombare; con questi sintomi è importante contattare immediatamente il medico

Quali sono le cause della batteriuria?

Le principali cause associate a batteriuria comprendono:

  • infiammazioni ricorrenti della mucosa della vescica (cistiti) o della prostata (prostatiti)
  • infezioni del canale uretrale (uretriti), in genere a trasmissione sessuale
  • gravidanza
  • cateterismo vescicale
  • diabete
  • patologie neurologiche
  • età avanzata
  • lunghi ricoveri
  • ridotta mobilità
  • immunodepressione
  • iperplasia prostatica con ostacolo allo svuotamento della vescica

I principali tipi di batteri responsabili della batteriuria sono Escherichia coli, Enterococcus faecalis, Enterobacter, Citrobacter, Klebsiella, Proteus, Pseudomonas, etc.

La colonizzazione solitamente avviene per la migrazione dei batteri da un’area esterna alla vescica, come per esempio l’ano o la vagina. Data la prossimità di ano e vagina all’uretra, questo tipo di infezioni è - da un punto di vista epidemiologico - più frequente nelle donne che negli uomini

Diagnosi della batteriuria

In caso di condizioni predisponenti è bene rivolgersi al medico che effettuerà come da routine la raccolta dei dati anamnestici e l’esame obiettivo. Frequentemente, però, si tratta di un riscontro occasionale derivante dall’esecuzione di esame urine e urinocoltura di routine nel corso di normali accertamenti.

La combinazione di questi due esami è necessaria sia per valutare la specie batterica implicata (determinata dall’urinocoltura, che deve essere eseguita con la maggior sterilità possibile) e determinarne la sensibilità agli antibiotici mediante l’antibiogramma, sia per stimarne il reale impatto con l’esame urine, nel quale vengono contati i globuli bianchi (ossia le cellule del sistema immunitario, maggiore è il loro numero maggiore è la risposta del corpo ai batteri e quindi la gravità), i globuli rossi, l’emoglobina, i nitriti, il pH e tutti gli altri parametri che permettono di farsi un’idea più precisa della situazione.

A completamento, sono utili anche esami del sangue che valutano lo stato di infiammazione globale (emocromo con formula leucocitaria, VES, PCR, procalcitonina, elettroforesi sieroproteica), la funzionalità renale (creatinina, azotemia, elettroliti) ed eventualmente anche le condizioni di salute generale e i fattori di rischio (es. glicemia).

In caso di batteriuria asintomatica non c’è normalmente da preoccuparsi. Durante la gravidanza viene prescritta l’urinocoltura per scongiurare il pericolo di pielonefrite. 

Quando e perché trattare la batteriuria?

La cura della batteriuria si basa chiaramente sulla diagnosi di eventuali patologie sottostanti.

Ad esempio, se si sospetta una difficoltà nello svuotamento della vescica, questa va indagata per comprenderne l’entità e le cause al fine di tentare di risolverla o mitigarne le conseguenze.

Al di là di queste necessarie azioni a monte, si consiglia al paziente di aumentare l’idratazione in modo da diluire la concentrazione di batteri nelle urine e spesso si utilizzano integratori a base di D-mannosio, uno zucchero che riduce l’adesività batterica all’epitelio delle vie urinarie, favorendone il “lavaggio” naturale mediante il flusso dell’urina; i probiotici e una dieta corretta aiutano a ricostituire una flora microbica sana, che è uno scudo dalle infezioni.

Se ritenuto necessario dal medico, può essere prescritta una terapia antibiotica; è importante che questa venga assunta in modo corretto per limitare il rischio di evoluzione di ceppi batterici resistenti agli antibiotici. Quando possibile, proprio per questo rischio, il trattamento antibiotico dovrebbe essere l’ultima risorsa, da utilizzare solo se strettamente richiesto dalle circostanze.