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La bradiaritmia: cause, sintomi, complicazioni

A cura di
Gina
Biasillo

La bradiaritmia è una aritmia caratterizzata da bassa frequenza dei battiti cardiaci (la frequenza è inferiore 60 battiti al minuto): può essere asintomatica o provocare capogiri e/o svenimenti.

Che cos'è la bradiaritmia?

La bradiaritmia è un’anomalia del ritmo cardiaco (aritmia) caratterizzata da una frequenza cardiaca bassa. Si tratta di un disturbo della formazione dell’impulso elettrico o della conduzione dell’impulso elettrico attraverso le strutture cardiache.

La bradiaritmia include:

  • malattia del nodo del seno atriale (il “pacemaker naturale del cuore”, che  genera impulsi elettrici estremamente lenti o improvvisa assenza dell’impulso elettrico)
  • blocchi atrio-ventricolari di primo, secondo o terzo grado (disturbo nella conduzione degli impulsi dagli atri ai ventricoli o nel sistema di conduzione intraventricolare).

A cosa sono dovuti i battiti cardiaci bassi?

Occorre precisare che bassi valori di frequenza cardiaca non sono sempre la spia di una patologia.

Una frequenza cardiaca più lenta del valore inferiore di riferimento che origina dal pacemaker naturale del cuore e che è caratterizzata da successione regolare degli impulsi si definisce bradicardia sinusale e può essere una condizione fisiologica che si presenta ad esempio durante il sonno o negli atleti, soprattutto quelli particolarmente e intensamente allenati. 

I battiti cardiaci bassi, in assenza di condizioni patologiche, possono essere dovuti a:

  • allenamento fisico intenso
  • età avanzata
  • rilassamento del corpo e rallentamento del metabolismo durante il sonno.

Nelle forme patologiche di bradiaritmia si presentano invece spesso irregolarità del ritmo cardiaco legate a disturbi nella formazione o a disturbi della conduzione elettrica del cuore, che determinano estremo rallentamento del battito cardiaco, blocchi nella trasmissione dell’impulso e/o pause. 

Può essere asintomatica oppure può provocare sintomi. Tra questi i più comuni sono:

Le cause patologiche della bradiaritmia possono essere:

Chi ha i battiti bassi vive di più?

È stato osservato che gli atleti o le persone con una frequenza cardiaca a riposo tra 50 e 70 battiti al minuto tendono ad avere una minore incidenza di malattie cardiovascolari

Il cuore che batte più lentamente a riposo è generalmente più efficiente, perché ad ogni battito si riempie e si rilascia in modo adeguato e, nella fase di rilasciamento (diastole) vi è un'adeguata perfusione di sangue con conseguente adeguato apporto di ossigeno e nutrienti alle cellule muscolari cardiache. 

Attenzione: si sta parlando di una bassa frequenza cardiaca fisiologica, ovvero della bradicardia sinusale, non di bradiaritmia legata a cause patologiche.

È importante sottolineare, comunque, che la bassa frequenza non rappresenta di per sé garanzia di una vita più lunga.

Quando i battiti bassi devono preoccupare?

Una bassa frequenza cardiaca deve preoccupare se insorgono sintomi quali forte stanchezza, svenimenti, capogiri. In tutti questi casi occorre rivolgersi al medico curante e/o allo specialista in cardiologia.

La diagnosi di bradiaritmia richiede una visita cardiologica con elettrocardiogramma; nel corso della visita vengono indagati e analizzati eventuali sintomi e segni e viene valutata la presenza di eventuali fattori di rischio cardiovascolare (in particolare ipertensione arteriosa, abitudine al fumo, elevati livelli di colesterolo nel sangue, diabete mellito, familiarità per malattie cardiovascolari).

Si procede con la misurazione della pressione arteriosa e la registrazione dell’elettrocardiogramma che fornisce indicazioni sul ritmo di base del cuore.

Un altro esame importante per la diagnosi è l’Holter ECG, che monitora il ritmo cardiaco per un periodo più prolungato, da 24h fino a 72h o anche oltre.

Se la causa della bradiaritmia è l’assunzione di determinati farmaci, la cura è la sospensione o la riduzione del dosaggio dei farmaci stessi. 

In determinati casi, laddove vi siano specifiche indicazioni definite dalle linee guida internazionali, il cardiologo può valutare l’impianto di un pacemaker artificiale

Soprattutto in caso di familiarità per eventi cardiovascolari in età precoce o laddove sia presente una sintomatologia caratterizzata da perdita di coscienza, estrema stanchezza, vertigini, è bene sottoporsi a controlli clinici e cardiologici regolari o al bisogno.

Cosa bere per aumentare i battiti cardiaci?

Bevande a base di caffeina possono aumentare temporaneamente i battiti cardiaci. Tuttavia, questo non va considerato un rimedio per “curare” condizioni problematiche o patologiche

E’ fondamentale, ancora una volta, ribadire che in presenza di sintomi potenzialmente correlati a una bassa frequenza cardiaca è importante rivolgersi al proprio medico curante o allo specialista in cardiologia.