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La calcemia è l’esame che misura i livelli di concentrazione nel sangue di calcio. Quest’ultimo svolge un ruolo chiave nel nostro organismo per quanto riguarda:
Vediamo allora in che cosa consiste questo esame, quando e perché viene prescritto e come interpretare i risultati delle analisi.
Con il termine calcemia viene indicato il livello di concentrazione del calcio nel sangue. Questo minerale può circolare nel nostro organismo sia in forma libera (quella metabolicamente attiva) sia legato alle proteine plasmatiche (globuline e albumina).
Il calcio totale va a monitorare i livelli di entrambe le forme e fa parte delle analisi di routine che vengono prescritte per valutare lo stato di salute generale del paziente. Il calcio ione, invece, è il test che misura i livelli del calcio circolante in forma libera, ovvero slegato dalle proteine plasmatiche.
La quasi totalità (99%) del calcio viene immagazzinata nelle ossa, mentre appena l’1% circola nel sangue.
La concentrazione ematica di questo minerale viene regolata in modo tale che ne sia sempre garantito un livello costante. Ciò avviene attraverso la mobilitazione del calcio dalle ossa.
La calcemia viene richiesta nell’ambito degli esami del pannello metabolico. Oltre a questo, può essere prescritta in presenza di sintomi associabili a malattie renali, tiroidee e ossee.
Il medico può richiedere questo esame quando si presentano i sintomi dell'ipercalcemia quali:
O anche in presenza dei tipici segnali dell’ipocalcemia come:
Infine, la calcemia può essere necessaria per alcuni tipi di tumori o per valutare l’efficacia di una terapia finalizzata alla normalizzazione dei livelli di calcio presenti nell’organismo.
Il campione di sangue necessario per effettuare il test della calcemia può essere prelevato dalla vena di un braccio.
In alternativa, le analisi possono essere condotte su un campione di urina (le prime urine del mattino) o le urine raccolte nell’arco delle 24 ore.
Per effettuare la calcemia non è necessario osservare il digiuno, ma potrebbe essere richiesto di sospendere l’assunzione di alcuni farmaci in grado di alterare gli esiti delle analisi quali:
La calcemia totale misura i livelli di calcio nel sangue e non quelli totali dell’organismo. I valori normali a livello ematico in un adulto sano senza particolari patologie dovrebbero essere compresi tra i 9 e gli 11 milligrammi per decilitro.
L’ipercalcemia indica la condizione per la quale i valori del calcio nel sangue sono superiori al normale. Tra le cause principali ci possono essere:
I tumori che si diffondono nelle ossa possono causare ipercalcemia, così come situazione di prolungata immobilità o il trapianto di reni.
I valori di riferimento degli esami di laboratorio possono variare a seconda della metodologia di analisi dei campioni, quelli indicati in questa scheda hanno uno scopo puramente informativo. Fai sempre riferimento alle indicazioni riportate sul tuo referto.
Livelli troppo alti di calcio nel sangue possono comportare alcuni sintomi quali nausea e vomito, stitichezza, perdita di appetito e dolore a livello addominale.
Ci possono essere conseguenze anche sulla minzione: il paziente con ipercalcemia produce quantità di urina più elevate del normale, con rischio di disidratazione annessa e conseguente aumento della sete.
Se la condizione di ipercalcemia è molto severa, il paziente può arrivare ad accusare anche disfunzioni cerebrali che possono manifestarsi, a loro volta, con deliri e allucinazioni, confusione mentale, disturbi emotivi e, nei casi più gravi, anche coma.
La sensazione di stanchezza muscolare è un’altra possibile conseguenza di concentrazioni ematiche di calcio troppo elevate, così come le aritmie.
Sul lungo termine, l’ipercalcemia può favorire la formazione di calcoli renali e, anche se più raramente, un’insufficienza renale.
Tra i principali motivi per cui i livelli di calcio nel sangue si abbassano ci sono:
L’ipocalcemia può essere dovuta anche a problemi di malnutrizione e alcolismo, a patologie del fegato o ad una bassa concentrazione di albumina. In quest’ultimo caso, però, risulta basso solo il calcio legato alle proteine plasmatiche. Il calcio ione, invece, ovvero quello presente in forma libera, è normale e, di conseguenza, i processi metabolici del calcio funzionano in modo corretto.
Livelli ematici di calcio moderatamente bassi possono anche non avere alcun tipo di manifestazione sintomatologica.
Sul lungo termine, però, se tale condizione persiste, il paziente con concentrazioni basse di calcio nel sangue può sviluppare cute squamosa e secca, capelli spessi e unghie fragili.
Piuttosto comuni, in questi casi, sono anche i crampi muscolari.
Anche l’ipocalcemia può arrivare a causare sintomi sia neurologici sia psicologici quali confusione mentale e perdita di memoria, allucinazioni e deliri fino a vere e proprie sindromi depressive.
Questi sintomi sono reversibili, nel momento in cui vengono ripristinati i valori fisiologici del calcio.