Cos’è un capezzolo introflesso?
Solitamente i capezzoli sporgono verso l’esterno, e si trovano nella parte centrale dell’areola. Quest’ultima è una zona, di forma circolare e dalla pigmentazione particolarmente spiccata, che si ritrova a circondare il capezzolo.
Quando invece si ha un rientro del capezzolo, quindi in assenza parziale o totale della caratteristica prominenza, il capezzolo risulta retratto. Si può parlare anche di capezzolo invertito. Il capezzolo è, pertanto, la proiezione centrale dell’areola, ed è allo stesso tempo la zona di confluenza dei dotti galattofori rispetto alla superficie esterna.
Il compito dei dotti galattofori, si specifica, è quello di trasportare esternamente il latte che è stato prodotto dalla ghiandola mammaria, per l’allattamento.
Come capire se si hanno i capezzoli introflessi?
L’introflessione di un capezzolo è di per sé osservabile direttamente dalla paziente o dal paziente, poiché questa condizione può interessare anche l’uomo. È possibile osservare ad occhio nudo un capezzolo retratto davanti allo speccho senza particolari difficoltà. Il più delle volte sarà presente una piccola piega al posto del capezzolo.
Può risultare utile specificare le forme d’introflessione del capezzolo, che può essere una malformazione congenita e presente fin dalla nascita, oppure può essere una retrazione acquisita. Si danno forme:
- lievi, solitamente anche reversibili, poiché stimolati manualmente o per mezzo del freddo possono sporgere verso l’esterno. Se stimolati con la mano, la proiezione del capezzolo può essere delicatamente estratta
- gravi, in cui si ha una permanenza dell’introflessione anche in seguito a stimolazione.
Si parla di capezzolo piatto, inoltre, quando non si ha sporgenza né introflessione verso l’interno.
Come avviene la diagnosi?
La visita senologica rappresenta la scelta più opportuna da compiere, nel caso si cui si volesse un approfondimento diagnostico. Al fine di intercettare le possibili cause che hanno determinato l’introflessione, lo specialista può richiedere:
In questo modo si avrebbero immagini sia del seno che dei capezzoli. Non è da escludere una risonanza magnetica e, nei casi in cui si sospetta una neoplasia, è possibile che venga richiesta una agobiopsia, per prelevare un campione tissutale dall’areola o dal capezzolo.
Capezzolo introflesso, cause sottostanti
L’introflessione del capezzolo ha cause di natura congenita oppure cause acquisite. In questa seconda eventualità va svolta una ulteriore suddivisione in cause che possono essere benigne, oppure maligne.
Quando si ha una inversione benigna si è comunque di fronte ad un processo che accade per gradi e richiede diversi anni. Ecco un elenco esemplificativo di cause sottostanti:
- predisposizione di tipo congenito. Il capezzolo è introflesso per una semplice e innocua malformazione congenita, presente in circa 1 donna su 5 fin dalla nascita
- brevità duttale. In altre parole, si hanno dotti galattofori troppo corti, e il capezzolo risulta come trattenuto in direzione della ghiandola mammaria e non ha modo di sporgere
- retrazione acquisita, ovvero successiva a processi infettivi o infiammatori a carico del seno. È questo il caso della mastite. Questa retrazione può avvenire anche in seguito a interventi chirurgici o in seguito all’allattamento
- neoplasie. L’introflessione del capezzolo può essere segnale di un cancro al seno. In questa circostanza si nota una asimmetria della ritrazione, presente in un capezzolo ma assente nell’altro.
Capezzolo introflesso, quando preoccuparsi?
Come è stato indicato, il capezzolo può essere introflesso per ragioni del tutto innocue, a volte è reversibile e non costituisce alcun problema per la donna, o l’uomo. Tuttavia è bene che ci si sottoponga regolarmente ad uno screening.
Qualora l’introflessione dovesse verificarsi in tempi relativamente brevi, è opportuno sottoporsi ad una visita senologica, o quantomeno ad un controllo medico. In questo modo sarà possibile approfondire la causa dell’introflessione che, qualora si dovesse manifestare in concomitanza di disturbi quali dolore o perdita di secrezioni, potrebbe essere indice di una condizione più grave che richiede l’opportuno e tempestivo approfondimento.
Come risolvere i capezzoli introflessi?
I capezzoli introflessi possono essere oggetto di diversi tipi di interventi e approcci. Di base, quando non sono segnale di alcuna patologia o condizione sottostante, non richiedono alcun tipo di cura. È tuttavia possibile che la persona abbia disagio. In questo caso è possibile:
- adottare una stimolazione manuale. È il caso della tecnica di Hoffman, con la quale viene allentato il tessuto connettivo che si trova alla base del capezzolo
- ricorrere a dispositivi correttivi. Si tratta di dispositivi che assomigliano a delle piccole ventose in grado di creare del vuoto, spingendo verso l’esterno il capezzolo. Vanno applicati per non più di 8 ore al giorno e per 3 mesi almeno
- intervento di mastoplastica correttiva, una operazione chirurgica con la quale vengono rimossi i dotti galattofori che sono troppo corti.
È opportuno, infine, che ogni scelta di intervento sia concordata con la specialista.