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La chetonemia. Cos’è, cause, come intervenire


La chetonemia corrisponde ad un’elevata presenza di corpi chetonici a livello ematico. Può essere risolta con una dieta adeguata e una corretta idratazione. Nei pazienti diabetici, o con diagnosi di patologie metaboliche, richiede una terapia.

Che cos’è la chetonemia?

La chetonemia è una condizione che si specifica per la presenza elevata di corpi chetonici nel sangue. Questi composti sono prodotti dal fegato durante il metabolismo dei grassi, quando il glucosio, la principale fonte di energia del corpo, è scarsamente disponibile.

Nel caso in cui sono rilevati livelli elevati di corpi chetonici richiede interventi a livello di dieta, idratazione e stile di vita. In caso di paziente diabetico è necessaria una terapia farmacologica.

Corpi chetonici

I corpi chetonici sono metaboliti prodotti dal fegato durante la lipolisi, il processo di degradazione dei lipidi che si verifica quando il corpo utilizza i grassi come fonte di energia in alternativa al glucosio.

I principali corpi chetonici sono l’acetoacetato, il beta-idrossibutirrato e l’acetone. L’acetoacetato e il beta-idrossibutirrato agiscono per fornire energia ai tessuti, in particolare al cervello, che normalmente dipende dal glucosio come fonte energetica primaria. L’acetone invece è meno utilizzato per fini energetici e tende ad essere espulso attraverso il respiro o l’urina, e conferisce il caratteristico odore dolciastro.

Sintomi chetonemia

Tra i sintomi distintivi ci sono un alito dolciastro o fruttato che, come indicato, è conseguenza dell’eliminazione di acetone attraverso il respiro. È altrettanto comune avvertire una maggiore sete e un accresciuto bisogno di urinare, sintomi dovuti dal bisogno del corpo di eliminare l’eccesso di chetoni.

Altri segni possono essere affaticamento, mal di testa, nausea e irritabilità. Ulteriori sintomi sono generalmente una diminuzione dell’appetito e una perdita di peso, che spesso sono considerati obiettivi da parte di chi segue una dieta chetogenica.

Cosa determina l’aumento dei corpi chetonici?

Un aumento dei corpi chetonici può essere causato da diverse abitudini o patologie. Tra le abitudini si possono indicare la cosiddetta dieta chetogenica, quindi a basso contenuto di carboidrati, il digiuno prolungato e un’attività fisica intensa o continuata per molto tempo. In tutte queste circostanze, il corpo si ritrova a utilizzare i grassi come principale fonte di energia, dopo avere esaurito le scorte di glucosio e glicogeno.

Tra le patologie e le condizioni che possono determinare un aumento dei corpi chetonici ci sono il diabete di tipo 1, diversi disturbi del metabolismo lipidico o del glicogeno (deficit della carnitina, glicogenosi), alcolismo cronico.

Quando si misurano i corpi chetonici?

La chetonemia viene misurata principalmente per monitorare i livelli di corpi chetonici nel sangue, particolarmente in condizioni come:

  • diabete (soprattutto di tipo 1): per verificare l’eventuale sviluppo di una chetoacidosi diabetica, una condizione pericolosa in cui i chetoni raggiungono livelli molto elevati
  • diete chetogeniche: per valutare se il corpo è in uno stato di chetosi, utile a chi segue diete cheto o a basso contenuto di carboidrati
  • disturbi metabolici: la chetonemia può essere monitorata per problemi di metabolismo o come parte di un monitoraggio medico in determinate malattie.

Come viene misurata la chetonemia?

Esistono diversi metodi per misurare la chetonemia:

  • esame del sangue capillare: si utilizza un misuratore portatile di chetoni, simile a un glucometro, che richiede una piccola quantità di sangue da un dito. È uno dei metodi più accurati per valutare i livelli di beta-idrossibutirrato, il principale corpo chetonico misurato nel sangue
  • esame delle urine: si usano strisce reattive specifiche per i chetoni, che cambiano colore in base al livello di chetoni nelle urine. È un metodo meno accurato rispetto al sangue, perché i livelli urinari possono variare in base all’idratazione e alla velocità di eliminazione dei chetoni
  • esame del respiro: alcuni dispositivi misurano i chetoni presenti nell’alito rilevando l’acetone. Si tratta di una metodica certamente più comoda, e più recente, ma non può essere precisa quanto l’esame del sangue capillare.

In che modo si interviene in casi di chetonemia?

La chetonemia si risolve ripristinando i livelli normali di glucosio e riequilibrando l’alimentazione. Per i soggetti in chetoacidosi diabetica devono essere somministrati insulina e liquidi per ridurre i chetoni nel sangue e abbassare la glicemia.

Se la chetonemia è dovuta al digiuno, basta reintrodurre gradualmente carboidrati nella dieta. Per chi segue una dieta chetogenica, la chetonemia è intenzionale e si risolve aumentando l’apporto di carboidrati. Per disturbi metabolici o nei casi di carenze enzimatiche si adottano terapie specifiche, spesso con il supporto di integratori, oltre al monitoraggio medico.