Che cos’è la cisti di Baker?
La cisti di Baker è una piccola sacca di liquido sinoviale che si può formare dietro al ginocchio, sporgendo dalla capsula articolare. Prende il nome dal dottor William Baker, il primo a descriverla nella seconda metà dell’Ottocento.
Vista l’area in cui può formarsi l’accumulo di liquido - tra il muscolo gastrocnemio del polpaccio e il semimembranoso della coscia - la cisti di Baker è nota anche come cisti poplitea.
Questa protuberanza, in alcuni casi, può non comportare alcuna manifestazione sintomatologica, ma in altri può essere causa di dolore, rigidità articolare e sensazione di gonfiore.
La dimensione della cisti di Baker può essere variabile. Se ne possono sviluppare più di una, mentre è assai più raro che insorgano in entrambe le ginocchia nello stesso momento. L’incidenza delle cisti di Baker tra la popolazione è maggiore nella fascia d’età adulta compresa tra i 35 e i 70 anni (cisti di Baker secondaria), ma anche tra i bambini tra i 4 e i 7 anni (cisti di Baker primaria).
Cisti di Baker: i sintomi principali
La principale e più evidente manifestazione della cisti di Baker, come abbiamo anticipato, è la formazione di una sacca di liquido all’altezza del cavo popliteo. Questa ha una conformazione simile a quella di un nodulo e risulta dura al tatto.
In un numero più ristretto di casi, la cisti può non causare alcun sintomo, ma è più frequente che sia associata a gonfiore del ginocchio e dolore, che può irradiarsi anche fino al polpaccio, rigidità articolare e un rumore simile ad un clic prodotto nel momento in cui viene mosso il ginocchio.
La severità della sintomatologia dipende dalla gravità del disturbo e dalle condizioni generali dell’articolazione.
Perché si formano le cisti di Baker?
La cisti di Baker può non avere cause apparenti e, in tali circostanze, si parla di origine idiopatica del disturbo. Fanno parte di questo gruppo le cisti di Baker primarie che, come abbiamo visto, insorgono solitamente tra i bambini di età compresa tra i 4 e 7 anni.
L’ipotesi è che la formazione della cisti, in questi casi, sia dovuta ad una anomalia nello scambio di liquido sinoviale tra borsa poplitea e articolazione del ginocchio.
Le cisti di Baker secondarie, che colpiscono generalmente la popolazione di età compresa tra i 35 e i 70 anni, invece, sono dovute ad altre patologie pregresse a carico dell’articolazione.
È insolito, infatti, che in un ginocchio sano si sviluppino queste cisti. Hanno, quindi, una maggiore predisposizione a svilupparle quei pazienti che soffrono, ad esempio, di artriti o hanno subito una lesione dei menischi, in quanto tali condizioni determinano una produzione di liquido sinoviale superiore al normale.
Quest’ultimo si accumula all’interno della capsula articolare esercitando una pressione che si traduce nella formazione di cisti nella borsa poplitea.
Oltre alle lesioni meniscali e alle artriti (artrite reumatoide ad esempio), anche altre condizioni patologiche articolari possono essere associate alle cisti di Baker, come la rottura dei legamenti, la gotta o l’osteocondrosi dissecante, una malattia rara dello scheletro che, tra le altre cose, determina lesioni necrotiche dell’osso subcondrale che non hanno causa apparente (idiopatiche).
Cosa succede se si rompe la cisti di Baker?
Quando la quantità di liquido sinoviale aumenta, cresce anche la pressione che può portare alla rottura delle cisti. In queste eventualità, il liquido si diffonde nelle aree limitrofe causando infiammazioni e una sintomatologia molto simile a quella determinata dalla trombosi venosa profonda.
Sono, invece, più rare le tromboflebiti (infiammazioni di una o più vene dovute ad un coagulo di sangue), causate dalla rottura delle cisti, che colpiscono la vena poplitea.
Come vengono diagnosticate le cisti di Baker?
Per diagnosticare una cisti di Baker può bastare un esame obiettivo, durante il quale lo specialista fa un’anamnesi del paziente, raccoglie informazioni sulla sintomatologia, ed esamina i noduli presenti nella parte posteriore del ginocchio.
In alcuni casi, invece, possono essere prescritti esami strumentali per immagini come la risonanza magnetica o l’ecografia, utili anche per una diagnosi differenziale volta ad escludere la possibilità che si sia formato un trombo nelle vene e a valutare le dimensioni della cisti.
Come curare una cisti di Baker?
Per trattare le cisti di Baker vengono solitamente prescritti i Fans, ossia i farmaci antinfiammatori non steroidei o iniezioni in loco di corticosteroidi associate ad artrocentesi, ossia l’aspirazione tramite ago del liquido sinoviale.
Lo scopo di queste terapie è ridurre l’infiammazione e le dimensioni della cisti. Qualora le terapie appena descritte si rivelino inefficaci, si può ricorrere all’intervento chirurgico, che consiste nell’asportazione della cisti.
In caso di rottura delle cisti, possono essere prescritti antinfiammatori o antidolorifici. Se la rottura determina tromboflebite, le prescrizioni sono quelle di mantenere l’arto sollevato, assumere anticoagulanti, applicare compresse calde e stare a riposo.