Ciccio per bambini: è giusto che i bambini lo usino? Quando arriva il momento di smettere? E come fare? Vediamo cosa dicono gli esperti.
Il ciuccio per i bambini: sì o no? Una panoramica
Il ciuccio, o succhietto, può essere uno strumento molto utile per soddisfare il naturale istinto di succhiare del bambino. La suzione infatti è un meccanismo innato, presente nel bambino ancora prima della nascita, già durante la gravidanza, e che permette al neonato di nutrirsi dal seno materno.
La suzione, inoltre, è l’attività principale del neonato nei primi mesi di vita, (il neonato dedica la maggior parte delle sue ore di veglia a succhiare), e anche successivamente, nella cosiddetta fase orale continua a usare la bocca per conoscere il mondo attorno a sé. Ha un potere tranquillizzante e autoconsolatorio, che ricorda al neonato il gesto di attaccarsi al seno materno.
Dunque il ciuccio può essere una buona soluzione per soddisfare questa necessità del bambino, ma è importante che:
Ovviamente, il ciuccio per bambini non è un oggetto indispensabile: alcuni bambini ne fanno anche a meno o lo rifiutano.
Ciuccio per bambini: è davvero dannoso?
Anche se la questione divide ancora adesso gli specialisti, è possibile dire che l’utilizzo del ciuccio, a condizione che sia contenuto, non provoca danni irreversibili né ai denti, né alle arcate dentali, soprattutto se usato prima dei 2 o 3 anni di età.
Il ciuccio, inoltre, è meno dannoso del succhiarsi il pollice, dal momento che esercita una minore pressione sui denti, e può essere controllato dai genitori, che possono decidere quando darlo o toglierlo. In definitiva, si può dire che il ciuccio non è uno strumento dannoso, a condizione di non abusarne, anche perché questo potrebbe rendere difficile l’abbandono in seguito.
Ciuccio per bambini: a cosa serve e perché darlo?
L’atto della suzione, dunque, è un atto spontaneo, che procura sensazioni piacevoli al bambino, che si tratti del seno, del ciuccio o del dito.
Il ciuccio è consigliabile in tutti i momenti in cui il bambino si trova in difficoltà: quando ha le coliche, per esempio, o non riesce ad addormentarsi.
Come detto prima, il ciuccio ha un potere tranquillizzante autoconsolatorio, ed è un modo per scaricare la tensione che fa sentire il bambino al sicuro quando la mamma non c’è.
Al contrario, è da evitare il ricorso al ciuccio come a un palliativo per calmare il bambino quando piange o fa i capricci: è importante chiedersi il motivo per cui il bambino piange, e cercare di venire incontro alle sue esigenze fisiche e soprattutto emotive. Questo comportamento può creare un circolo vizioso e cattive abitudini
Quali sono i vantaggi?
Per fare un breve riepilogo, il ciuccio può essere utile ai bambini per:
- Consolarli e tranquillizzarli
- Espletare un gesto naturale e istintivo
- Coordinare deglutizione e respirazione
- Stimolare i muscoli facciali
- Ridurre il rischio di apnee notturne e SIDS (morte in culla del lattante).
Perché non dare il ciuccio il primo mese?
Il ciuccio non deve essere dato al neonato che viene allattato al seno durante le prime 3 o 4 settimane di vita. Il suo utilizzo potrebbe interferire con l’allattamento, e portare il bambino a interromperlo, dal momento che la suzione del capezzolo è differente rispetto a quella del ciuccio.
Dunque, è sempre preferibile attendere il primo mese di vita prima di dare il ciuccio al neonato. Inoltre, i bambini che naturalmente rifiutano il ciuccio non devono essere forzati a usarlo. Per i neonati allattati con latte artificiale il problema non sussiste, dal momento che la suzione del biberon è uguale a quella del succhiello.
Quando il ciuccio è uno svantaggio?
Il ciuccio può diventare uno svantaggio quando se ne fa un uso prolungato. Dopo i 2 o 3 anni, infatti, potrebbe creare malocclusioni e interferire con la formazione delle arcate dentali.
Inoltre, costituisce sicuramente uno svantaggio nel momento in cui viene dato per sedare il pianto o i capricci, o in sostituzione delle attenzioni affettive che sono necessarie al rapporto genitore-figlio.
Dunque il pianto e i capricci sono segnali che il bambino uso per comunicare e che vanno sempre considerati e interpretati con attenzione. Se il bambino piange è preferibile un abbraccio o una carezza: le necessità affettive non possono essere sostituite in nessun modo.
Ciuccio per bambini: quando toglierlo?
Secondo le linee guida del Ministero della Salute, è consigliabile disabituare i bambini al ciuccio entro i 3 anni, e a partire dai 2. Con il passare del tempo l'istinto alla suzione diminuisce spontaneamente, e si può dire che a partire dai 2 o 3 anni di età, la maggior parte dei bambini è pronta a lasciare il succhietto.
In generale, è possibile capire facilmente quando il proprio bambino ha meno necessità del ciuccio, nel momento in cui inizia a usarlo di meno e a sentirsi a proprio agio anche senza.
Come togliere il ciuccio senza traumi?
Per togliere il ciuccio senza traumi è importante intervenire con gradualità. Sono da evitare tutte quelle soluzioni che prevedono di far sparire il ciuccio improvvisamente, seguendo la propria volontà.
I metodi bruschi non sono mai delle buone alternative, e rischiano di trasmettere una sensazione al bambino di imprevedibilità e insicurezza. Inoltre, un comportamento di questo tipo può aumentare rabbia, frustrazione e senso di impotenza nel piccolo che possono avere risvolti negativi sulla sua vita emozionale
Sicuramente un atteggiamento più adatto è quello di osservare i comportamenti del piccolo, e contrattare con lui, in caso di sue resistenze, momenti in cui può fare a meno del ciuccio. Bisogna trasmettere il messaggio che il ciuccio non è una cosa proibita, ma che è una cosa di cui si può fare a meno, sostituendolo anche con altre attività piacevoli, per esempio le coccole, un gioco, o una canzone.
Sicuramente è consigliabile non togliere il ciuccio in concomitanza di altri cambiamenti che avvengono nella vita del piccolo, come per esempio, la nascita di un nuovo fratellino o sorellina, o l’entrata all’asilo.
Come scegliere il ciuccio?
Per scegliere il ciuccio migliore per il proprio bambino, ci si può affidare alle indicazioni degli specialisti. In commercio esiste una grande varietà di ciucci per bambini, differenziati per fasce d’età, forme e materiali.
È importante scegliere la misura corretta per ogni bambino, e cambiarla durante la crescita, perché il ciuccio si adatti bene alla bocca del piccolo. Gli specialisti consigliano il ciuccio anatomico, ovvero quello a forma di goccia, ricurva verso l’alto e schiacciata. Questa forma ha il vantaggio di adattarsi meglio al palato del bambino, a differenza del ciuccio a ciliegia, che imita la forma del capezzolo, e a lungo andare può compromettere lo sviluppo di palato e denti.
I materiali dei succhietti sono principalmente:
Il silicone è un prodotto di origine sintetica, trasparente e igienico, che non assorbe i sapori e gli odori, e non subisce deformazioni. Il caucciù è un materiale naturale, molto resistente ed elastico, che però a differenza del silicone, tende a deformarsi con il passare del tempo.
Per queste loro caratteristiche, il ciuccio in silicone è particolarmente adatto durante i primi mesi di vita, mentre con l’inizio della dentizione è più opportuno passare al succhietto di caucciù, più resistente alle lacerazioni rispetto al ciuccio di silicone.