Cerca nel sito
Chiudi

La febbre nei bambini


La febbre è una reazione comune nei bambini, poiché indica la risposta dell’organismo a infezioni o ad altri fattori scatenanti. Sebbene nella maggioranza dei casi non debba destare preoccupazioni, è importante saper riconoscere i segnali di allerta e all’occorrenza richiedere l’intervento medico. Ecco come comportarsi.

Perché sale la febbre ai bambini?

La febbre è una risposta naturale del corpo all’attacco di agenti patogeni come virus e batteri o ad altri stimoli.

Quando la temperatura corporea supera i valori normali, generalmente compresi tra i 36 e i 37 gradi, con buone probabilità si tratta di un segnale che il sistema immunitario del bambino è attivo nella lotta contro un'infezione o una patologia.

Va tenuto presente, a questo proposito, che la febbre è un fattore che concorre alla guarigione nelle infezioni che colpiscono più frequentemente i bambini, poiché ostacola, insieme ad altre reazioni dell’organismo, la moltiplicazione dei germi accelerando i meccanismi di difesa.

In altre circostanze, invece, la febbre nei bambini può avere cause non infettive e insorgere come reazione a:

Come capire se è febbre da infezione?

Per individuare la causa della febbre in un bambino e riconoscerne l’eventuale origine infettiva il medico deve prendere in considerazione diversi fattori:

  • la durata e l’intensità della febbre
  • la presenza e la tipologia di altri sintomi associati
  • la predisposizione alle infezioni
  • lo stato di salute generale del bambino e la sua risposta ai test diagnostici condotti

In linea generale, una febbre acuta è di solito infettiva, mentre una febbre periodica o ricorrente (caratterizzata dunque da periodi febbre e altri di remissione) oppure cronica (di durata prolungata) merita un particolare approfondimento poiché può implicare una grande varietà di cause diverse.

Come capire se la febbre è virale o batterica?

Per distinguere tra una febbre di origine virale e una di origine batterica può essere utile osservare la comparsa dei sintomi clinici: le infezioni virali spesso causano un repentino aumento della temperatura corporea con febbre elevata, caratterizzata da un periodo acuto di solito della durata di due o tre giorni, seguito da un graduale attenuarsi dei sintomi.

Le infezioni batteriche, al contrario, possono insorgere in modo progressivo e protrarsi per un lasso di tempo maggiore. Per questo motivo, qualora la febbre persista per più giorni e non accenni a migliorare, il medico potrebbe prescrivere una terapia antibiotica.

Che cosa fare in caso di febbre nei bambini?

Come comportarsi quando un bambino ha la febbre? Ecco alcuni accorgimenti da tenere a mente:

  • fin dall'età neonatale, utilizzare un termometro ascellare elettronico per misurare la febbre. L’uso di termometri a mercurio è da evitare considerato il rischio di rottura e di contatto con il metallo, tossico. La misurazione della temperatura in sedi come quella inguinale, auricolare o frontale non assicura la stessa precisione, mentre quella orale può provocare la rottura del dispositivo
  • abbassare la febbre ricorrendo a farmaci antipiretici (come il paracetamolo) quando supera i 38 gradi. Il paracetamolo deve essere utilizzato alle dosi prescritte in base al peso del bambino, e può essere ripetuto fino a 4 volte durante il giorno a intervalli di 5-6 ore
  • far bere frequentemente al bambino piccole quantità di liquidi, anche zuccherati. L'alta temperatura può causare perdita di liquidi attraverso la sudorazione, per questo è importante offrire acqua, succhi di frutta o un brodo leggero
  • non forzare il bambino a mangiare, ma offrirgli piccoli spuntini a base di frutta, fette biscottate, grissini o crackers
  • non coprire eccessivamente il piccolo, ma prediligere abiti leggeri che favoriscano la dispersione del calore nell’ambiente. Mantenere una temperatura ambiente fresca nella stanza può contribuire a far scendere la febbre
  • riferire al pediatra, oltre ai valori della temperatura, anche altri sintomi (come tosse, vomito, diarrea, dolore…), il comportamento del bambino (se è debilitato, irritabile, comunicativo, se gioca…) e il tipo di pianto se si tratta di un lattante (continuo, a scatti, lamentoso, con singhiozzi)

Particolare attenzione va prestata nei neonati o lattanti. In particolare, devono essere effettuati esami del sangue in ambito ospedaliero e una visita pediatrica nei bambini:

  • nei primi 3 mesi di vita, in caso di febbre
  • tra i 3 e i 6 mesi, in caso di febbre con temperature uguali o superiori a 39 gradi

Cosa fare se il bambino ha la febbre a 39?

La febbre alta desta spesso preoccupazione nei genitori, ma è importante affrontarla con calma e adottare le giuste misure per alleviare il disagio del bambino:

  • idratarlo adeguatamente 
  • evitare di coprirlo in modo eccessivo
  • somministrare antipiretici a un dosaggio corretto e con una frequenza adeguata, prestando attenzione al loro corretto funzionamento: un antipiretico è efficace se produce un calo della temperatura di 1 o 2 gradi
  • monitorare i sintomi oltre alla temperatura, e qualora la febbre o le condizioni generali del bambino non migliorino contattare il pediatra

Quando la febbre nei bambini deve preoccupare?

Normalmente, come si è visto, la febbre in sé non deve essere un motivo di preoccupazione e sta a indicare una reazione difensiva fisiologica dell’organismo a degli agenti patogeni.

In alcune circostanze, tuttavia, potrebbe indicare una condizione più seria e richiedere l’intervento del pediatra o cercare assistenza medica presso un pronto soccorso pediatrico:

  • nei neonati di età inferiore a 3 mesi, qualsiasi aumento della temperatura dovrebbe essere preso molto seriamente. Il sistema immunitario dei neonati infatti è ancora in fase di sviluppo, e li rende per questo più vulnerabili alle infezioni
  • vi sono segni di disidratazione: il piccolo beve meno del solito, ha meno pannolini bagnati o espelle urine molto gialle, piange rilasciando poche lacrime
  • il bambino presenta alterazioni nello stato di coscienza: appare spesso sonnolento, difficile da svegliare o mostra altri cambiamenti rispetto alla normalità
  • la febbre è persistente, accompagnata da altri sintomi: la febbre persiste oltre le 48 ore e si associa a sintomi come vomito incontrollato, difficoltà respiratoria, mal di testa intenso, rigidità nucale, eruzioni cutanee 
  • la febbre è molto alta, sopra i 40 gradi
  • il bambino appare sofferente e inconsolabile e c’è preoccupazione generale riguardo al suo benessere
  • si verificano convulsioni febbrili con sintomi quali tremori, perdita di conoscenza e rotazione degli occhi verso l'alto, bava alla bocca. Questo evento – seppure impressionante – è in genere benigno e non ha alcuna conseguenza neurologica. Le convulsioni tendono a svanire spontaneamente nel giro di pochi minuti, ma qualora si protraggano più a lungo è bene recarsi al pronto soccorso

Quanto deve durare la febbre nei bambini?

La durata tipica di una febbre virale rientra di solito nelle 72 ore. Tuttavia, ci sono diverse variabili da considerare, come la gravità della condizione, la risposta individuale del bambino e l'efficacia del trattamento.

Se la febbre persiste oltre questo periodo o si ha un peggioramento dei sintomi, potrebbe essere opportuno consultare il pediatra. La febbre prolungata, come già accennato, potrebbe indicare infatti un’infezione batterica che richiede la prescrizione di un antibiotico.

Un'altra considerazione importante da fare riguarda l'effetto dell'antipiretico. Se il bambino riceve un trattamento adeguato e la febbre diminuisce, ma poi ritorna dopo un certo periodo, è consigliabile valutare in modo più approfondito la situazione rivolgendosi a un medico.