Panoramica dei metodi contraccettivi per scegliere insieme al ginecologo quello più adatto alle proprie esigenze
Cosa si intende con il termine contraccezione?
La contraccezione è l’insieme dei metodi e degli strumenti utilizzati per evitare la gravidanza. Il suo scopo, di conseguenza, è quello di tenere sotto controllo il processo di riproduzione riducendo i fattori di rischio e adottando interventi protettivi, che siano temporanei e reversibili.
Quanti tipi di metodi contraccettivi ci sono?
I metodi contraccettivi sono molteplici e possono essere utilizzati prima, durante e dopo i rapporti sessuali.
Oltre a questi, c’è anche l’opzione chirurgica che consiste nella sterilizzazione tubarica per le donne e nella vasectomia per gli uomini. Tuttavia, la chirurgia non è considerata propriamente un metodo contraccettivo in quanto non garantisce reversibilità.
Per tutte le donne che vogliono scegliere il metodo contraccettivo più adatto alle proprie esigenze, il medico ginecologo è la figura di riferimento. Poiché la contraccezione è un ambito della ginecologia costantemente in aggiornamento, senza l’aiuto di un professionista può essere difficile avere una visione completa e corretta di tutte le possibilità.
Fermo restando quindi che la visita dal ginecologo è fortemente consigliata per prendere decisioni consapevoli e in totale sicurezza, questa scheda può essere utile per avere un primo quadro generale dei metodi contraccettivi tra cui scegliere.
Il preservativo
L'utilizzo del preservativo è il metodo più tradizionale: una protezione in lattice da posizionare sul pene prima del rapporto per evitare che gli spermatozoi entrino in contatto col corpo femminile e che avvenga la trasmissione di eventuali malattie. La sua efficacia è elevata se usato correttamente, ma si abbassa se mal posizionato o usato dopo la scadenza. In caso di rottura o fuoriuscita del liquido spermatico il rapporto è da considerarsi non protetto.
Cos'è il preservativo femminile?
Il preservativo femminile, disponibile in Italia soltanto da pochi anni, svolge la stessa funzione del preservativo maschile: è una guaina in lattice che impedisce meccanicamente il passaggio dello sperma, da inserire all’interno del canale vaginale prima del rapporto sessuale. Protegge dal rischio di gravidanza indesiderata e dalle malattie sessualmente trasmissibili; la sua affidabilità è appena inferiore rispetto quella del preservativo maschile (95% contro il 98%): occorre seguire con attenzione le istruzioni e fare un po’ di pratica per utilizzarlo correttamente.
La pillola anticoncezionale
La pillola è un metodo contraccettivo che va assunto per bocca e rilascia nell’organismo due ormoni: estrogeno e progesterone. Le donne che assumono la pillola continuano ad avere perdite di sangue mestruale una volta al mese, ma la loro ovulazione è di fatto interrotta. La pillola anticoncezionale va assunta tutti i giorni per tre settimane al mese e sospesa nella settimana di ciclo (tranne in alcuni casi in cui va assunta in forma di placebo anche nella settimana di mestruazioni).
La spirale
La spirale, detta anche iud, è un dispositivo che viene inserito nell’utero. Ha una forma a T e può essere avvolta in un filo di rame o avere un serbatoio che libera ormoni. La spirale funziona da contraccettivo perché crea nell’utero un ambiente ostile al concepimento e ha un’efficacia che si avvicina al 100%. Dopo l’inserimento, che viene fatto con un intervento ambulatoriale, può essere tenuta fino a 5 anni.
L’anello vaginale
Detto anche anello anticoncezionale, è un anello flessibile, trasparente e biocompatibile che la donna può inserire autonomamente in vagina: va tenuto per tre settimane poi gettato e rimesso nuovo dopo la settimana di ciclo. Anche l’anello ferma l’ovulazione rilasciando ormoni, che, a differenza di quelli rilasciati dalla pillola, non attraversano l’organismo ma rimangono in loco, causando meno effetti collaterali a livello sistemico e di metabolismo.
Contraccettivo sottocutaneo
È un bastoncino lungo 4 centimetri e spesso 2 millimetri che viene inserito sotto la pelle del braccio. Anche in questo caso il contraccettivo rilascia ormoni (non estrogeni) che hanno l’effetto di fermare l’ovulazione. Può essere tenuto fino a 3 anni e va monitorato con visite ginecologiche annuali.
Diaframma contraccettivo
Il diaframma è un metodo ormai in disuso che va applicato prima di ogni rapporto sessuale. È un dischetto in lattice sottile alla cui circonferenza c’è un anello metallico.
Deve essere posizionato in un punto preciso della vagina per interrompere la continuità tra spermatozoi e canale cervicale. Per questo è necessario che venga preceduto da una visita ginecologica e da una fase di educazione all’uso.
Cerotto anticoncezionale
È un vero e proprio cerotto che va applicato sulla pelle, sostituito una volta ogni 7 giorni per tre settimane consecutive e sospeso nella settimana di ciclo.
Come la pillola, il cerotto contraccettivo rilascia ormoni che interrompono l’ovulazione e garantisce quindi una protezione elevata. Non è consigliato durante l’allattamento, in presenza di gravi malattie e in caso di elevato rischio cardiovascolare.
La pillola del giorno dopo
La pillola del giorno dopo viene usata per evitare la gravidanza dopo un rapporto sessuale non protetto. La sua efficacia è dell’88% se viene assunta nelle 24 ore successive al rapporto e diminuisce se assunta nelle ore successive.
Può essere acquistato in farmacia solo con la ricetta medica, che può essere richiesta a tutti i ginecologi del Centro Medico Santagostino, al proprio medico di famiglia, al pronto soccorso o nei consultori.
La pillola dei 5 giorni dopo
È una pillola che può essere presa fino a 5 giorni dopo il rapporto sessuale non protetto per evitare la gravidanza.
Rilascia una sostanza che ha l’effetto di ritardare l’ovulazione. La sua efficacia non è altissima perché al momento dell’assunzione l’ovulazione potrebbe essere già avvenuta. Se si è maggiorenni, si può acquistare in farmacia senza ricetta medica.
Metodi contraccettivi naturali
Oltre agli strumenti tradizionali di contraccezione e di prevenzione di una gravidanza, ci sono anche metodi naturali di gestione del processo di riproduzione che, tuttavia, presentano un elevato tasso di rischio.
Tra i principali, può essere menzionato il metodo Ogino-Knaus che consiste nel calcolo teorico dei giorni in cui la donna è fertile. La fallibilità del metodo dipende dalle molteplici variabili in gioco. La sua efficacia, infatti, è legata ovviamente alla correttezza del calcolo in primis, ma anche alla regolarità del ciclo mestruale.
Si parla, poi, di metodo Billing quando si osserva e si valuta l’aspetto del muco della cervice. Anche in questo caso sono molteplici le variabili che possono intervenire rendendo piuttosto fallibile questo metodo. Tra le principali si possono citare infezioni vaginali, alterazioni del ciclo mestruale, stress o utilizzo di particolari prodotti per l’igiene genitale: tutti elementi in grado di modificare la percezione e, di conseguenza, la valutazione del muco cervicale.
Infine, tra i metodi contraccettivi naturali più conosciuti, ma anche più fallibili c’è il coitus interruptus che consiste nell’interrompere immediatamente il rapporto sessuale appena prima dell’eiaculazione.
Qual è il contraccettivo più efficace?
Tra i metodi più efficaci per la prevenzione di gravidanze indesiderate c’è l’assunzione della pillola. Non si tratta di uno strumento efficace al 100%, ma il suo margine di fallibilità è minimo ed è legato a eventuali dimenticanze o all’assunzione, in contemporanea, di altri farmaci che potrebbero inficiarne l’efficacia.
In ogni caso, l’efficacia della pillola contraccettiva è molto vicina al 100%.
La sua prescrizione, tuttavia, deve avvenire previa valutazione di tutte le eventuali patologie e i fattori di rischio che potrebbero rendere il suo utilizzo controindicato. In particolare, non possono assumere la pillola contraccettiva le donne con:
Non è consigliato l’uso della pillola contraccettiva alle donne forti fumatrici e gravemente sovrappeso.
Anche l’efficacia dell’anello vaginale è molto alta, in quanto contiene due ormoni - etinilestradiolo (estrogeno) e etonogestrel (progestinico) - il cui assorbimento determina un’efficacia contraccettiva pari a quella garantita dalla pillola.
Inoltre, non c’è il rischio di inficiare la sua efficacia a causa di eventuali dimenticanze, come può accadere per la pillola.
Anche gli effetti collaterali (disturbi gastrointestinali ad esempio), a differenza di quanto accade con i contraccettivi orali, sono limitati in quanto gli ormoni arrivano direttamente in circolo essendo assorbiti dalla parete della vagina.
L’anello vaginale, infine, non è causa di infezioni né le favorisce. Può essere indossato senza fastidi, oltre che durante i rapporti sessuali, anche nel corso della pratica sportiva.
Tra gli strumenti contraccettivi più efficaci c’è anche il cerotto, che ha una percentuale di successo di circa il 99%. Come per la pillola, l’aumento del rischio può essere determinato dall’uso scorretto (ritardo nell’applicazione) o dall’assunzione contemporanea di alcuni farmaci.
Quale contraccettivo ha meno effetti collaterali?
Ad eccezione dei casi di allergia al lattice, il preservativo non ha effetti collaterali ed è anche l’unico metodo contraccettivo che protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili. Anche i metodi naturali non presentano effetti collaterali ma come abbiamo visto sono inaffidabili.
Per quanto riguarda i contraccettivi ormonali, la minipillola ha solo progestinico e di solito ha meno effetti collaterali rispetto alla pillola combinata (estrogeno + progestinico). Essendo priva di estrogeni comporta un rischio inferiore di effetti collaterali come coaguli di sangue, ipertensione o mal di testa. È altrettanto sicura ma è più sensibile all’orario di assunzione per cui occorre la massima precisione.
Anche i dispositivi intrauterini come la spirale hanno tendenzialmente minori effetti collaterali rispetto alla pillola, così come anello vaginale e cerotto: tuttavia, la reazione ai contraccettivi ormonali è molto soggettiva e varia da persona a persona, per cui è opportuno parlarne con il proprio ginecologo ed eventualmente sperimentare diverse soluzione per trovare quella più adeguata.