Cos’è una frattura alla costola?
Con frattura di una costola si intende la rottura di una delle ossa che compongono la gabbia toracica.
Questa lesione ha comunemente natura traumatica ed è dovuta, nella maggior parte dei casi, ad un incidente, conseguenza quindi di un forte colpo ricevuto al torace.
In altre circostanze, la frattura può essere favorita dalle condizioni cliniche della persona. Basti pensare, ad esempio, ai pazienti con osteoporosi, caratterizzati da fragilità ossea e, di conseguenza, più soggetti a fratture, anche a fronte di incidenti banali o normali situazioni del quotidiano come un colpo di tosse o uno starnuto.
La rottura della costola, così come altre tipologie di fratture ossee, è molto dolorosa e la sintomatologia può durare anche fino a sei settimane, a seconda della gravità del danno.
Anche la lesione di una costola può presentarsi in forme diverse. Può essere composta, nel momento in cui i frammenti delle sezioni fratturate non si sono dislocati. In caso contrario, invece, si parla di frattura scomposta.
Nella maggior parte dei casi, la frattura di una costola non richiede che ci si debba rivolgere al medico, ma può risolversi spontaneamente con il riposo. Alle costole, a differenza di altre ossa, infatti, non possono essere applicati supporti o steccature, in quanto sono coinvolte nella respirazione. Bisogna, quindi, attendere che guariscano da sole.
Come si fa a capire se una costola è rotta?
La manifestazione sintomatologica principale di una frattura alla costola è il dolore, associato alla conseguente difficoltà di respirare profondamente, essendo le ossa della gabbia toracica coinvolte in questa azione.
Nonostante il dolore, però, è importante provare comunque a respirare correttamente per scongiurare il rischio che si sviluppino infezioni polmonari a causa dell’accumulo di muco.
La frattura alla costola, così come una costola incrinata, possono anche lasciare segni visibili come ematomi, lividi e gonfiore nell’area in cui l’osso si è lesionato.
L’esame principale per la diagnosi di frattura alla costola è la radiografia, attraverso la quale si può confermare o escludere la frattura, determinarne la tipologia (composta o scomposta) e individuare eventuali lesioni concomitanti.
Cosa comporta una frattura costale?
Abbiamo visto come la ridotta mobilità toracica dovuta alla sintomatologia dolorosa può determinare una respirazione superficiale e conseguenti complicanze quali, ad esempio, infezioni polmonari.
Non respirando in maniera profonda, infatti, le particelle che si trovano nell’area inferiore dei polmoni, in particolare, non vengono espirate completamente finendo con l’accumularsi. Questa condizione, a sua volta, può favorire lo sviluppo di polmoniti.
Nei pazienti fragili, come anziani e persone immunocompromesse, l’infezione polmonare può costituire un pericolo molto serio.
Oltre alle polmoniti, la frattura di una costola può comportare anche altre complicanze a livello intra-toracico o intra-addominale, a seconda della gravità della lesione e dalla tipologia di frattura.
I frammenti ossei, infatti, possono andare a coinvolgere i tessuti e gli organi interni. Ad esempio, le estremità appuntite delle costole che si trovano nella parte inferiore della gabbia toracica possono danneggiare il fegato o la milza. Molto più rara, invece, benché possibile, è la perforazione dello stomaco.
Se, invece, le costole rotte sono quelle che si trovano nella parte centrale della gabbia toracica, gli organi a rischio sono sicuramente i polmoni che, qualora venissero lacerati, potrebbero portare ad una condizione nota come pneumotorace.
In questa eventualità, a causa della lacerazione del tessuto polmonare, nella cavità pleurica, ossia la porzione di spazio tra il polmone e la parete del torace, l’aria si troverebbe libera di circolare.
In caso di frattura delle costole superiori, infine, le complicanze potrebbero consistere in lesioni vascolari, oltre che cardiopolmonari. L’eventuale sanguinamento nella cavità pleurica, conseguenza della lesione di un vaso sanguigno, può portare a emotorace.
Pneumotorace ed emotorace possono anche avvenire in contemporanea e, in questo caso, si parla di emo-pneumotorace.
Quando le costole rotte sono più di una - tre o più ( condizione nota come volet costale) - il paziente può andare incontro a insufficienza respiratoria, a causa della compressione alla quale sono soggetti i polmoni. In tale eventualità, quella che si verifica è una riduzione della pressione nella gabbia toracica e un conseguente possibile collasso dei polmoni.
Come si cura la frattura di una costola?
Come abbiamo detto, nella maggior parte dei casi e in assenza di particolari complicanze, la frattura della costola può anche essere curata in autonomia e non necessita di particolari trattamenti medici.
Possono essere prescritti degli analgesici per ridurre il dolore, quando si respira o si tossisce. Sono indicati, in questi casi, farmaci a base di ibuprofene o paracetamolo, assunti sempre sotto la supervisione del medico.
Un buon rimedio casalingo per limitare il dolore quando si tossisce è quello di premere un cuscino sul torace.
La terapia del freddo, con l’applicazione di impacchi di ghiaccio sulla zona dolente, può essere un valido alleato per alleviare la sintomatologia.
Dopodiché, è necessario rimanere a riposo, evitando ogni tipo di attività che potrebbe costituire un pericolo e favorire eventuali complicanze.
Bisogna, poi, fare sempre attenzione a respirare profondamente e in modo corretto per liberare i polmoni dal muco e scongiurare il rischio di possibili infezioni.
Non sono consigliabili bendaggi stretti applicati al torace, che potrebbero rendere ancora più difficoltosa la respirazione e impedire la completa liberazione dei polmoni. Meglio rimanere in movimento, muovendo le spalle e facendo esercizi di respirazione per favorire la piena espansione del torace.