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Legamento crociato rotto: sintomi, cause e trattamenti

A cura di
Simone
Bianchi

Il crociato anteriore è uno dei legamenti fondamentali che formano l'articolazione del ginocchio e che è maggiormente soggetto a traumi e rotture rispetto agli altri

Che cosa si intende con crociato? 

La dicitura crociato è una semplificazione colloquiale parzialmente impropria perché imprecisa per indicare, nella maggior parte dei casi, uno specifico legamento dell’articolazione del ginocchio: il legamento crociato anteriore (LCA). 

L’utilizzo della semplice parola crociato, comunque, viene accettato perché da un punto di vista traumatologico ed epidemiologico, l’insorgenza di problemi ai legamenti crociati, coinvolge il crociato anteriore nel 95% dei casi. 

I legamenti crociati si chiamano in questo modo perché letteralmente si incrociano nell’articolazione del ginocchio, con il crociato anteriore che serve ad impedire una iperestensione della gamba. 

Esso è infatti il tramite di collegamento tra la parte terminale del femore e la parte superiore della tibia, e la sua presenza serve ad impedire che la tibia scivoli, per così dire, sul femore quando estendiamo la gamba. 

L’altra funzione a cui è deputato questo legamento è quella di controllo della rotazione interna della tibia. 

Il legamento è relativamente piccolo, misurando 30 mm di lunghezza e 11 di larghezza circa. 

Quando si parla di rottura del crociato anteriore, si intende una lesione strutturale parziale o completa del legamento.

Da un punto di vista epidemiologico, la popolazione di sesso femminile è mediamente più colpita da infortuni al crociato, a causa di una maggiore fragilità dei tessuti dei legamenti, unita ad una minore forza della muscolatura dell’area che concorre ala stabilizzazione del ginocchio. 

Il crociato posteriore invece serve ad impedire la cosiddetta traslazione posteriore della gamba. Dei quattro legamenti del ginocchio (crociato anteriore, crociato posteriore, collaterale mediale e collaterale laterale) il crociato posteriore è quello più robusto e grosso, e per questo meno soggetto a lesioni o rotture. 

Cause della rottura del crociato

Le cause della rottura del legamento crociato sono da ricondursi in generale a traumi subiti dall’articolazione. In particolare quattro tipi di trauma possono portare a lesioni del legamento:

  • estensione forzata dell’articolazione oltre i limiti della stessa, che viene alle volte chiamata “calcio a vuoto”
  • sollecitazione eccessiva come nel caso di un arresto improvviso durante una corsa
  • rotazione innaturale verso l’esterno o verso l’interno
  • trauma da impatto sul ginocchio o sul piede che possa causare un movimento innaturale dell’articolazione

Particolarmente a rischio sono atleti e sportivi che pratichino attività fisiche intense sforzando le gambe, come:

  • rugby
  • football americano
  • calcio
  • pallacanestro
  • pallavolo
  • sci
  • atletica leggera (corsa, salto in alto, salto in lungo, salto con l’asta, corsa ad ostacoli)
  • sollevamento pesi e uso di attrezzature come la leg-extension machine che possono sollecitare il ginocchio in modo indebito

Oltre all’attività fisica, possono risultare fattori di rischio anche alcuni fattori ambientali o individuali come:

  • terreno gelato e scivoloso
  • sforzo superiore al livello di allenamento dell’individuo
  • riscaldamento non adeguato
  • cedimenti strutturali dovuti ad usura o età.

Crociato rotto, sintomi e conseguenze 

Al momento della rottura, il primo sintomo immediato è un forte dolore localizzato nei pressi dell’articolazione. Ricorrente nei pazienti che subiscono questa lesione è anche il ricordo di un forte schiocco avvenuto in concomitanza del trauma al ginocchio. 

Successivamente la sintomatologia si aggrava, con: 

  • tumefazione e gonfiore della zona
  • rigidità e mobilità ridotta dell’articolazione
  • instabilità della gamba, con la sensazione che la gamba “fugga” in avanti
  • versamento articolare associato a emartro (sversamento di sangue), cioè rilascio di liquidi fisiologici nell’articolazione.

Questo tipo di infortunio, specie se non trattato adeguatamente, può predisporre a complicazioni ulteriori

Immediatamente successiva alla lesione del crociato, si può verificare anche la lesione di altre strutture dell’articolazione, come del legamento collaterale mediale, o delle cartilagini dei menischi

Inoltre sul lungo periodo la lesione del crociato può predisporre l’articolazione del ginocchio ad artrosi (detta gonartrosi). 

Come si effettua la diagnosi?

La procedura diagnostica è piuttosto standard e prevede tre fasi

  • anamnesi
  • esame obiettivo
  • esami specifici

L’anamnesi è il procedimento per cui il medico dialoga con il paziente per inquadrare la sintomatologia, le circostanze in cui questa è incorsa, e in alcuni casi serve ad avere un’idea dello storico del paziente. 

L’esame obiettivo è la visita effettiva da parte del medico, che nel caso specifico di sospetta rottura del legamento crociato anteriore si concentra sulla verifica della mobilità del ginocchio e di eventuale insorgenza di dolore. 

Per avere certezza della diagnosi, tuttavia, sono indispensabili esami diagnostici di imaging, come la risonanza magnetica e le radiografie

Crociato rotto, cosa fare? Terapia conservativa o chirurgica 

In caso di verifica dell’effettiva lesione al crociato anteriore le possibilità terapeutiche vanno valutate caso per caso

Il medico può scegliere di non procedere con l’intervento di ricostruzione chirurgica, se il paziente non manifesta necessità di recupero particolarmente rapide. 

Trattandosi solitamente di atleti, la ricostruzione chirurgica è di norma la prima opzione valutata dal medico. Pur essendo nettamente più invasiva, presenta il vantaggio di avere tempi di risoluzione più rapidi, ma è soprattutto l’unica soluzione in grado di ristabilire l’anatomia del ginocchio. 

I legamenti sono infatti privi di una vascolarizzazione sufficiente a che possa avvenire una riparazione spontanea degli stessi. 

La terapia conservativa è caratterizzata da esercizi di fisioterapia volti a rinforzare le rimanenti strutture responsabili della stabilità dell’articolazione in mancanza di un legamento fondamentale. 

La chirurgia ricostruttiva invece si svolge essenzialmente in due fasi: 

  • rimozione dei monconi di legamento lesionato
  • sostituzione con legamento prelevato da donatore o sintetico.

L’operazione si svolge solitamente in artroscopia, con anestesia locale. Il legamento sostitutivo può essere prelevato dal corpo del paziente, da un donatore deceduto o essere in materiale sintetico. 

Ultimamente si predilige usare porzioni di tendine rotuleo prelevate dal paziente stesso, perché hanno dimostrato essere per resistenza e compatibilità la soluzione migliore finora. 

La scelta di procedere con la terapia conservativa o con l’intervento chirurgico è da valutare caso per caso. Nonostante non esistano significative differenze nel risultato finale e anche gli atleti possano riprendere la loro attività pur in assenza di legamento, le condizioni individuali potrebbero far propendere medico e paziente più per una o per l’altra. 

Quanto tempo ci vuole per guarire da un crociato rotto?

I tempi di guarigione dipendono da molteplici fattori. La fisioterapia è indispensabile nel caso della terapia conservativa, come abbiamo visto. 

La diligenza del paziente, il suo stato di allenamento pre incidente, la sua età e anche le condizioni fisiche generali sono criteri dirimenti nella buona riuscita della terapia conservativa e ne stabiliscono anche la durata.

La terapia chirurgica può comportare tempi di recupero leggermente ridotti, ma i fattori che entrano in gioco sono comunque gli stessi, in quanto anche in caso di intervento chirurgico, la fisioterapia post operatoria, e la relativa disciplina del paziente sono fondamentali.

In genere comunque si parla di mesi, circa 6, per poter avere un recupero ottimale.