Che cos’è l’emospermia
Con il termine emospermia, o ematospermia, si indica la presenza di liquido ematico (sangue) nello sperma eiaculato.
È una condizione relativamente diffusa, che nella maggior parte dei casi non indica una malattia sottostante grave, ma un’infezione o un’infiammazione a livello dell’apparato genitale.
Ci sono tuttavia casi in cui la presenza di sangue nello sperma può essere sintomatica di condizioni più serie.
Da un punto di vista epidemiologico, la condizione può insorgere a qualsiasi età, e negli uomini di età superiore ai 50 anni può indicare un ingrossamento della prostata, di natura generalmente non maligna.
Emospermia, cause possibili
Le cause come detto possono essere di tipo infettivo o infiammatorio. Le patologie che hanno l’ematospermia come sintomo sono varie. Tra le principali, ricordiamo:
Oltre a queste altre patologie più serie hanno come conseguenza uno sversamento di sangue nelle vie spermatiche.
Tra queste:
Emospermia, sintomi e segni accessori
La presenza di sangue nel liquido seminale è un sintomo essa stessa.
Contestualmente può associarsi una sintomatologia accessoria, che è molto importante nella valutazione diagnostica della condizione.
Tra i sintomi concomitanti ci sono:
- dolore durante l’erezione e/o l’atto sessuale penetrativo
- dolore durante la minzione
- dolore durante l’eiaculazione
- dolore in posizione seduta
- ematuria, cioè sangue nell’urina o uretrorragia, cioè fuoriuscita di sangue dall’uretra indipendentemente dalla minzione
- disuria, cioè problemi a mingere
- pollachiuria, cioè aumento della frequenza della minzione, senza conseguente aumento del volume di urina prodotto nelle 24 ore, spesso con urgenza minzionale
- malessere generale non legato necessariamente solo all’area genitale
- febbre
- nausea e vomito
- gonfiore ai testicoli
- arrossamento dei genitali
- ematomi su asta del pene o sullo scroto.
Quando è necessario rivolgersi al medico?
La condizione spesso si risolve in autonomia nel giro di qualche giorno. Tuttavia, se si dovesse invece verificare un prolungamento oltre le due o tre settimane, si consiglia caldamente di consultare il proprio medico o un urologo.
Anche la comparsa di alcuni dei sintomi accessori elencati sopra potrebbe indicare una condizione patologica che necessita di attenzioni mediche, se non urgenti, quanto meno puntuali.
Diagnosi e terapia
La diagnosi è differenziale, ossia procede per esclusione, eliminando via via in modo graduale tutte le malattie che sono possibili cause dell’ematospermia fino a rimanere con una sola possibilità.
Si comincia solitamente con l’anamnesi o raccolta dei dati anamnestici. In questa fase il medico a colloquio con il paziente annota tutti i dettagli della sintomatologia, inclusi insorgenza dei sintomi, circostanze in cui si sono presentati per la prima volta, intensità etc.
Sempre in fase di anamnesi, viene verificato lo storico del paziente con altre patologie, malformazioni o traumi. Infine può essere utile anche avere un quadro dettagliato della situazione clinica dei membri più stretti della famiglia, per individuare eventuali familiarità con patologie che potrebbero sottostare alla sintomatologia riportata.
Successivamente il medico effettua l’esame obiettivo e visita il paziente. Nel caso di ematospermia, viene tipicamente ispezionata la zona genitale, e può essere effettuato un test tattile della prostata, con la manovra digito-rettale per verificare la possibile presenza di ipertrofia prostatica.
La diagnosi definitiva si avrà però solo a seguito degli esami specifici, che il medico a seconda dei casi prescriverà al paziente.
Tra questi sono solitamente frequenti:
- esame colturale del liquido spermatico (spermiocoltura) completato da eventuali ricerche specifiche di germi a trasmissione sessuale
- esame delle urine
- PSA
- tampone uretrale
Suddetti esami servono per la verifica di eventuali infezioni o infiammazioni lungo le vie urinarie e nell’apparato genitale.
In caso di sospetta neoplasia genitale, viene invece prescritta la diagnostica per immagini (risonanza magnetica, ecografia transrettale) o la uretrocistoscopia.
Le terapie dipendono integralmente dalla diagnosi e possono essere farmacologiche in caso di infezioni, con la somministrazione di antibiotici, o chirurgiche, in caso di formazioni tumorali.